Capitolo 16.

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Eren's pov.

Mi alzai in contemporanea assieme al corvino che non distolse per un attimo gli occhi dai miei. Sbiancai gradualmente nel raggiungere la prima camera visibile. I fischi e le risa del gruppo mi accompagnarono fino alla chiusura della porta alle nostre spalle rendendole ovattate ed indecifrabili. Percepii da subito un senso di pace e tranquillità non indifferente, la finestra aperta infuse un'aria fresca colma di voci provenienti dalla montagna. Inalai quanta più aria possibile gonfiando i pettorali, la brezza di montagna era la più confortevole che avessi mai aspirato.

Mi voltai verso il ragazzo che avanzò verso di me fino a superarmi, le mani a coppetta davanti alla bocca pur di proteggere la delicata fiamma del suo clipper verde muschio nel mentre il lieve brusio del tabacco che prese ad ardere riempì la stanza.
Mi accigliai raggiungendolo alla finestra del primo piano che dava direttamente al bosco.
"Pensavo mi avresti picchiato"
Gli riferii ironico nascondendone però anche un accenno di spaventosa verità.

Il ragazzo mi puntò uno sguardo sarcastico con ancora la sigaretta fra le labbra e le guance incavate per aspirarne l'aroma che gli fuoriuscì dal naso in una piccola ed elegante nube di fumo.
"Lo avrei fatto, dovresti tenere a freno la lingua qualche volta, potresti rischiare grosso"
Rispose con estrema tranquillità guardandomi con pacatezza ma senza abbassare la guardia.
"Ricevuto"
Aggiunsi accondiscendente ridacchiando appena.

"Perché prima hai chiesto di Isabel?"
Mi domandò poi portando i suoi occhi alle dita che rigirarono la sigaretta. Mi appoggiai con gli avambracci alla medesima finestra.
"Per via di una scommessa persa, Dio è così stupido pronunciato a voce alta"
Osservai passandomi una mano sugli occhi.
"Sì lo è, e per la tua bella scommessa avresti potuto rimetterci uno zigomo, Isabel è l'unica ragazza che non riuscirei a lasciare in nessuna mano se non quella di Farlan, non avresti dovuto insistere"
Mi rimproverò confermando i miei sospetti, quella rossa era probabilmente la bambina prediletta dei tre ragazzi e ciò che feci fu piuttosto pericoloso considerando le loro reazioni.
"Non pensavo..."

"È proprio quello il problema"
Mi freddò lui seguito da un ulteriore tiro di sigaretta.
Passarono una manciata di secondi di totale silenzio nel quale iniziai a sentirmi a disagio.
"D-dovremmo... sì insomma, toglierci la maglia"
Tentai di fargli presente non riuscendo a controllare un pressante rossore sulle guance.

Il corvino mi puntò uno sguardo divertito.
"Hai fretta?"
Domandò abbozzando un sorriso a labbra strette volto a schernirmi.
"No ma quale fretta?! P-però abbiamo solo cinque minuti"
Risposi io facendo scemare la mia voce in un sussurro.
Si voltò per intero verso la mia figura poggiando il gomito sul davanzale dell'infisso per avere una maggiore stabilità. I suoi occhi taglienti mi finirono addosso luccicando il doppio nella penombra della stanza illuminata solo dal bianco della luna. Avvampai percependo un brivido percorrermi tutta la schiena.

"Cinque minuti sono comunque troppo pochi"
Asserì portandosi nuovamente alle labbra la sigaretta arrivata a metà della sua corsa.
"Pochi per cosa?!"
Chiesi corrugando le sopracciglia volutamente indignato nonostante avessi capito perfettamente a cos'avesse voluto alludere.

"Pochi per fare sesso"
Rispose lui senza apparente imbarazzo né titubanza. I miei occhi presero a sgranarsi facendomi indietreggiare appena, mai mi era capitato d'incontrare un ragazzo tanto diretto.
"Vorresti fare sesso con me?"
Domandai prendendo coraggio, il mio tono si abbassò gradualmente spostando lo sguardo dai suoi occhi alle labbra per un tempo che mi parve infinito.

Il ragazzo che fece altrettanto si fermò per una manciata di secondi per poi allungare la mano al mio fianco circondandolo dolcemente fino a farmi arrivare ad un soffio dalla sua figura.
"Non ero stato abbastanza chiaro?"
Mi chiese sulle labbra, il tono erotico e caldo mi pervase i sensi mandandomi in estasi.
"Preferisco i fatti alle parole"
Ricambiai il tono profondo e sensuale. La presa sul mio fianco aumentò di pressione a quella frase facendomi mancare il respiro per un momento.

𝐒𝐩𝐢𝐧 𝐭𝐡𝐞 𝐁𝐨𝐭𝐭𝐥𝐞 - 𝑨𝑶𝑻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora