|Lezioni di guida||Sugawara Koushi|

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Mi sono trasferita in Giappone da poco più di una settimana per lavoro. Non sono proprio a Tokyo, ma in periferia, a Miyagi per la precisione. È una città che non ha nulla a che fare con la grande metropoli. È calma e immersa nel verde. I cigliegi sono in fiore e il leggero vento primaverile scuote i loro rami creando un vortice di petali rosa che col loro profumo impregnano l'aria.
Il luogo in cui lavoro non è però a Miyagi e per raggiungerlo, fin'ora, ho usato la mia bici. Tuttavia quando l'inverno sarà alle porte dovrò essere pronta, per questa ragione ho deciso di iscrivermi subito a scuola guida.
In Italia avevo già la patente da tempo, ma ora che sono qui dovrò tenere un nuovo esame.
Non deve essere tanto difficile, alla fine so già come si guida, l'unica cosa che mi preoccupa è che qui il volante è dalla parte opposta così come la corsia da impegnare.
Spero di non confondermi.

Oggi ho la mia prima guida e sono un po' agitata, non vorrei fare un frontale con qualcuno.
Mi presento alla scuola, pago la guida e firmo qualche scartoffia.
《Il signor Sugawara arriverà a momenti》 mi informa la segretaria, invitandomi ad attendere il mio turno di guida.
Nel frattempo che aspetto vedo un viavai di ragazzini, che entrano ed escono dalle aule dello stabile, probabilmente per frequentare le lezioni per l'esame teorico. Sono molto giovani e seppur non abbia poi così tanti anni in più di loro, mi sento un po' vecchietta.
Passano 10 minuti ma ancora non arriva nessuno, e con la coda dell'occhio vedo la donna dietro il bancone un po' agitata. Che sia successo qualcosa?

All'improvviso la porta si spalanca, rivelando un ragazzo palesemente reduce da una lunga corsa.
Ha il fiatone e si appoggia al muro mentre cerca di parlare.
Lo osservo con sguardo preoccupato.
È di media altezza, non troppo magro, con un ammasso di capelli grigi e grandi occhi scuri.
Mi giro verso la segretaria, vedendo il suo viso rilassato e quasi consapevole.
《Cosa è successo stavolta?》 si rivolge a lui rassegnata.
《Si è... dimenticato... di portare mio nipote alle prove...》il ragazzo cerca di parlare con affanno, mentre cerca di riprendere fiato.
《E quindi ha mandato te qui. All'ultimo momento, come sempre.》
《Esatto...》 esala come ultimo respiro.
Lei sospira, e mi guarda 《Lui è il figlio dell'istruttore. Ti farà lui la guida per oggi》.
Così mi alzo e mi avvicino al ragazzo, che intanto sembra essersi ripreso un po'.
Appena solleva lo sguardo mi fa un grande sorriso incitandomi a seguirlo. Fuori dal locale l'aria leggera smuove i capelli di entrambi portando alle mie narici oltre al profumo dei cigliegi uno più forte, mischiato a quello del sudore.
Il ragazzo si blocca di colpo facendomi scontrare con la sua schiena, si gira di scatto e mi guarda 《Che sbadato, scusa! Non mi sono nemmeno presentato.》 Rffettivamente mi accorgo di non averlo fatto nemmeno io.
Vedo il ragazzo tendermi una mano e con decisione la prendo stringendola con un sorriso.
《Tranquillo, nemmeno io sono stata molto cortese. Sono T/n T/c.》
《Piacere. Io sono Sugawara Koushi》
Lascio la presa e lui porta una mano in tasca da cui tira fuori delle chiavi.
Lo guardo porgermele.
《Avanti, vediamo cosa sai fare》.

Finalmente al volante inizio a sistemarmi.
Ho fatto una prima figuraccia: con le chiavi in mano mi sono diretta alla portiera sinistra, convinta di fare una cosa più che naturale fino a quando Sugawara mi ha guardato sogghignando facendomani rendere conto della cavolata.
Mentre sistemo la cintura e regolo il sedile lui parla:《Ora capisco! Effettivamente mi sembrava strano che fossi così rilassata alla tua prima guida.》
Lo guardo un po' confusa 《Si insomma... tu ce l'hai già la patente no? L'avrai sicuramente avuta dove stavi prima. Di dove sei? Sei spagnola? O forse tedesca?》mi chiede con gli occhi che brillano.
Stupita che l'abbia capito senza che gli dicessi niente rispondo:《Oh, no in realtà sono italiana.》
《Noooo, ma davvero? E dimmi com'è l'Italia? Bella? Tutti ne parlano bene, mi piacerebbe molto andarci.》
《Oh si, bella è bella》gli rivolgo un sorriso.
《Se mai dovessi andarci allora dovrai farmi tu da guida》.
Sorrido ancora al gioco di parole 《Certo, con piacere.》
《Bene, ora partiamo. Sai già come si fa no?》.

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