|He is a girl| |Wakatoshi Ushijima|

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"Come cazzo si mette sta roba?!"
Tento di avvolgermi delle lunghe bende sul petto per appiattire ulteriormente il mio seno già inesistente. Se fossi stata più prosperosa avrei dovuto avvolgerla più volte fino a quasi soffocare, ma per una volta essere piatta sarebbe stato un vantaggio, infatti con un paio di giri sono già come il tavolo su cui sono appoggiate forbici e spille.
Prendo queste ultime e le uso per fissare la stoffa.
Infilo una maglia e un paio di pantaloni, larghi abbastanza da evitare domande.
Raccolgo i capelli in una crocchia disordinata ma stabile per poi coprirli con una cuffia e una parrucca corta.
Aggiungo delle finte basette et voilà: sono un ragazzo perfetto.
Non ho mai avuto un portamento femminile, è sempre stato più vicino a quello rozzo dei ragazzi, e questo mi facilita ulteriormente le cose.
Anche le mie ciglia, seppur lunghe non sono mai state incurvate all'insù come quelle di tutte le ragazze. Usavo sempre dell'attrezzo infernale, il piegaciglia. Ma in questo momento mi fanno comodo così come sono.
L'unica pecca è la mia voce, ho dovuto lavorarci parecchio affinchè suonasse anche un minimo virile.

Vi starete chiedendo perché sto facendo tutto ciò, beh è semplice: per giocare a pallavolo.
Vi chiederete che connessione c'è tra le due cose, beh per spiegarvelo devo partire dall'inizio.

Sono T/n T/c, ho 14 anni e sono al mio ultimo anno delle scuole medie.
Pratico pallavolo fin da quando ne ho memoria e sono determinata a continuare fino ad arrivare a giocare in rappresentanza del mio paese ai mondiali.
Sia alle elementari che alle medie ho cambiato diverse squadre in cerca della migliore, seppur rimanendo nella prefettura di Myagi. Diciamo che non ho mai passato più di un anno nella stessa scuola. Adesso ho terminato il mio anno alla Kitagawa Daiichi e, seppur la maggior parte delle mie compagne di squadra andrà alla Aoba Josai, io ho puntato su altro: l'Accademia Shiratorizawa.
Al momento sono dotati della miglior squadra della prefettura, con il miglior programma sportivo e di un sacco di spazi riservati ai club.
Sono determinata ad entrarci, anche se non sono una ricca sfondata posso contare sulla mia preparazione e riuscirò a passare gli esami di ammissione senza alcun problema. Voglio assolutamente entrare nella squadra.
C'è solo un piccolo problema: non esiste una squadra femminile.
Certo sono i migliori, ma a livello maschile. In realtà non ho fatto nessun errore di calcolo, voglio entrare nella squadra, si quella maschile.
Perché?
Beh per migliorare le mie prestazioni fisiche e mentali e le mie abilità con gli unici che ritengo più forti di me.
E l'unico modo per farlo è farsi passare per maschio.

Ormai sono qui da una settimana, e nessuno ha notato nulla. Le attività dei club sportivi, però, iniziano oggi, per questo sono così nervosa.
Sono davanti alle porte che conducono alla palestra, e una serie di dilemmi mi attraversano la mente.
"E se se ne accorgono? E se mentre salto mi vola la parrucca? O se durante le rullate mi si sciolgono le bende?"
Ma non è questo il momento di tirarsi indietro. Riprendo lucidità e oltrepasso la soglia spalancando le porte, facendomi cullare dal rimbalzo dei palloni sul pavimento della palestra, mentre l'aria, improvvisamente più pesante, mi avvolge.
Chiudo gli occhi inalando quell'odore che per molti può essere puzza, ma che a me porta solo adrenalina. Quando li riapro, una figura mi appare davanti in tutta la sua imponenza. Come una visione.
Un ragazzo alto e muscoloso, è a mezz'aria: ha i capelli castani, gli occhi affilati del color dell'ambra incorniciati da folte sopracciglia; le gambe muscolose sono leggermente piegate, la schiena inarcata, un braccio proteso davanti a sé e uno piegato dietro la testa pronto a colpire. Attorno a lui il pulviscolo in penobra viene illuminato dalla luce del sole mattutino, creando un'atmosfera magica.
Il cuore inizia a battere all'impazzata nel mio petto al ricordo di quel ragazzo che ora si trova davanti a me.

Quella estate
Intorno al campo da beach c'è un gran fracasso, un sacco di gente, per lo più ragazze, è radunata li vicino ad osservare la partita. Anch'io voglio iscrivermi al torneo e per farlo devo attraversare quella miriade di persone e raggiungere il piccolo banco sul quale sono tenuti i punti e le iscrizioni.
Riesco a farmi spazio tra la gente e finalmente ho la visione completa del campo.
Attualmente si sta tenendo una partita maschile, e ora capisco perché continuano ad esserci urletti isterici: i ragazzi sono messi proprio bene. Corpi completamente scoperti, il paradiso.
Mi lascio distrarre dalla contrazione dei loro muscoli ancora per un po' dopodiché mi rianimo e mi dirigo verso il banchetto, passando da fondo campo. Nel farlo però qualcosa colpisce la mia testa e mi ritrovo per terra a metà strada.
Un ragazzo mi si avvicina preoccupato.
《Scusami, ti sei fatta male?》
《No, ma va, è stata come una carezza. Che dici?》
《Hai ragione, domanda stupida. Perdonami. Come ti chiami?》
《È il tuo modo di approcciare? Colpisci qualcuno e poi la inviti a cena?》
《No, era per sapere se avevi subito dei traumi, ma sembra tutto a posto. Comunque ora mi hai incuriosito, perciò vorrei sapere il tuo nome.》
《T/n》mi perdo a guardare la sua tartaruga.
《Piacere T/n, io sono Ushijima Wakatoshi. Vieni ti offro qualcosa.》

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