|You can't save her||Goshiki Tsutomu|

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ATTENZIONE: questa one shot contiene scene molto crude ed esplicite, se non vi piace, non leggete.

RAGAZZ* DAVVERO SE NON SIETE DELLA GIUSTA ETÀ O SE NON REGGETE TEMI DI UN CERTO TIPO NON VI CONSIGLIO ASSOLUTAMENTE QUESTA SHOT.
PER FAVORE NON FATEVI DEL MALE LEGGENDOLA SOLO PER CURIOSITÀ.
GRAZIE.


Eccola.
È come un uragano.
Quando passa tutti si spostano e abbassano lo sguardo, impauriti da quello che potrebbe fare. Ma non immaginano minimamente di cosa è capace.
Io sono l'unico.
L'unico per lei.

Si avvicina a me con la sua gang dietro, che cerca in tutti i modi di starle al passo.
Io so ormai cosa vuole e non dovrei più temerla, ma non riesco a guardarla.

Due dita scivolano sotto il mio mento, costringendomi ad alzare lo sguardo:《È ora moccioso》

Mi getta in uno stanzino buio.
Sento le risate dei suoi compagni dietro di noi mentre chiude la porta a chiave e restiamo soli.
Io e lei.
Si avvicina a me e mi 'accarezza' una guancia ormai viola: 《Vedo che ci sono andati pesantucci》
Vorrei spingerla via, picchiarla e scappare, ma tutto quello che riesco a fare è solo trattenermi.
《Oddio》afferma d'un tratto con un espressione sorpresa《Ti hanno tagliato anche la lingua?!》
Mi apre la bocca inserendoci un pollice tastandomi:《Ah no. C'è per fortuna》
《Per fortuna?》Chiedo scettico.
《Si.》
Mi spinge giù, in ginocchio davanti a lei mentre si toglie le mutande da sotto la gonna.
Stringe i miei capelli e mi costringe ad avvicinarmi.
《Perchè oggi la dovrai usare.》

Mi ritrovo a terra. I suoi scagnozzi che mi pestano perché "hai fatto schifo", queste sono state le sue parole, poco prima di aprire la porta e chiamarli.
Quando non sento più dolore capisco che se ne sono andati. Forse l'hanno già fatto da un po', ma il mio corpo sentiva ancora i postumi delle botte.
Mi alzo, tossendo forte, e a fatica raggiungo la porta per uscire da lì.


Mi sta rovinando la vita.
Quella ragazza è il diavolo in persona. Mi ha fatto passare di tutto. Mi aggredisce fisicamente e mentalmente quando meno me lo aspetto, e anche quando me lo aspetto il risultato non cambia.
Non mi lascia vivere.
Quando mi si avvicinava qualche ragazza faceva di tutto per allontanarla. Questo perché nessuno deve poter usare il suo giocattolo. Mi vuole solo per sé.
Ormai mi sono rassegnato.
Non posso far nulla, se non attendere che questo anno finisca e trovare una scuola lontana, dove non possa raggiungermi.

Sto camminando verso casa, di ritorno dagli allenamenti, l'unico posto in cui nessuno mi tratta male se non con un po' di affetto. Ammiro tanto il capitano, è così figo, ambisco ad essere come lui un giorno, ma so che non succederà mai. Lui di certo non si farebbe mai trattare in questo modo.
Mentre penso a quello che vorrei essere riconosco più avanti una figura. Una delle persone più irritanti che conosca, e ovviamente me la ritrovo lungo la strada.
Quando si avvicina ad un vicolo capisco che non è solo. Sta strattonando qualcuno che non riesce a tenergli testa.
Mi affretto a raggiungerli per vedere se posso diventare il salvatore di qualcuno.
Ma quando mi avvicino mi sorprendo a pensare di non voler essere affatto un eroe.
Davanti a me per metà in ombra c'è Shirabu, l'odioso alzatore della mia squadra. Tra le sue braccia, in quello che sembra ovvio non essere un abbraccio amorevole, c'è lei.
La camicetta slacciata e i capelli un po' spettinati, le mani sul petto di lui per respingerlo.
Shirabu rafforza la presa sulle sue spalle mentre mi guarda con noia.
《Te ne vai? Ho da fare.》
Sposto lo sguardo su di lei e i suoi occhi lucidi mi danno un senso di sollievo. Mentre mi chiedono aiuto sento la necessità di sorridere.
Potrei tranquillamente andarmene e lasciarlo fare. Io non avrei la forza per farle quello di cui lui ha potere, e forse le farebbe bene.
Sarebbe un ottima lezione.
È una dolce vendetta per tutto quello che mi ha fatto passare.
Non ci penso due volte e faccio un passo indietro《Certo, ma stai attento, non è per niente docile》
Per la prima volta da quando lo conosco, mi sorride《È perché tu sei una mezzasega. Le insegnerò io.》
L'espressione di lei è impagabile: pura paura.
Mentre io mi allontano, lei ricomincia a dimenarsi e chiamare aiuto, fino a che non la sento più, la bocca coperta o riempita da qualcosa.

Dopo pochi passi e cambio idea.
Il mio cervello ingrana e mi porta ai sensi di colpa.
Io non sono così.
Non le farei mai del male, non perché non riesca, ma perché non voglio.
Nonostante tutto quello che ho passato, nonostante tutto ciò che continua a farmi, io non riuscirei a farle altrettanto.
Voglio essere buono. Come farebbe il mio senpai. Voglio essere come lui, e lui non permetterebbe mai una cosa simile.
Torno indietro lasciando cadere a terra la borsa e mi infilo in quel vicolo.

Shirabu è sopra di lei, ormai rassegnata.

Si è lasciata andare e si sta facendo fare... qualcosa di raccapricciante ai miei occhi.
Non riesco a sostenere altro se non il suo sguardo spento e lucido di lacrime.
Uno strano impulso mi spinge su di lui, ritrovandomi a prendere a pugni il suo viso, deturpandolo ad ogni colpo.
Quando perde i sensi mi fermo, e mi avvicino a lei coprendola con la mia giacca.
La prendo tra le braccia e ora mi sembra estremamente leggera e allo stesso tempo pesante. È un peso morto che respira.
Guarda per terra con la testa reclinata indietro sul mio braccio.
《T/n.》
La scuoto per farla tornare in sé, ma non accade nulla.
《T/n! T/n!》
Continuo a chiamarla.
Finalmente sembra sentirmi.
Si gira verso di me, aggrappandosi alla mia camicia, e mi chiede in un tono che mi fa gelare il sangue:
《Perché stai piangendo?》



È passata una settimana ma di lei a scuola non ho visto neanche l'ombra.
Dovrei essere felice, perché ho vissuto dei giorni tranquilli durante la sua assenza, ma allo stesso tempo non ho fatto altro che pensare a lei.
Non si merita nemmeno un mio pensiero, eppure sono qui a preoccuparmi per lei durante la lezione.
Non riesco a seguire, ho bisogno di schiarirmi le idee.
Esco dall'aula e mi faccio un giro diretto ai bagni.
Ed eccola.
Davanti a me, irriconoscibile.
Testa bassa, sola, quasi tremate.
I nostri sguardi si incontrano e lei affretta il passo spaventata.

Per un attimo esito ma poi decido di seguirla.
La prendo per il braccio, ma me ne pento subito vedendola ritrarsi di scatto come se fosse stata toccata dal fuoco e non dalla mia mano.
《T-ti prego, l-lasciami stare》è la prima volta che la sento balbettare, la sua solita sicurezza completamente sparita.
《T/n.. sono io, sono Goshiki. Non ti farei mai del male. Avanti. Sfogati con me. Picchiami, insultami, urlami contro...》
Non capisco perche lo sto facendo, ma ormai la mia bocca parla da sola giidata dalla mia mebte o forse da quello che mi batte nel petto.
E così sputo una sola parola:
《Usami.》
I suoi occhi lucidi tremano.
《Usami, T/n. Sono qui per te.》
Lo ripeto ancora fino a che lei non mi ferma con qualcosa che non mi sarei mai aspettato.
Mi abbraccia.
《Basta. Smettila ti prego.》
Ho quasi paura a toccarla di nuovo, così mi lascio abbracciare, come un manichino, mentre affonda il viso nel mio petto.
《Sei l'unico.》
Mi sorprendo a quelle parole non capendo.
《Sei l'unico che è rimasto. Sei l'ultima persona che avrebbe dovuto aiutarmi. T-ti ho fatto delle cose.. o-orribili. M-ma nonostante questo mi hai aiutata e sei rimasto con me. Tutti gli altri mi hanno abbandonata. Sono sola ora, non devi più temermi.》e con questo si stacca da me
《Non ti farò più niente. Non ti perseguiterò più. Sei libero ora.》
Scappa via tra le lacrime.
Dovrei sentirmi soddisfatto, ma non mi sento per niente vincente.
Tutto ciò che mi ha lasciato è tristezza e vuoto.


Non sono riuscito a salvarla.
Non ci sono riuscito un tempo, non ci riuscirò nemmeno ora.

Spazio autrice
Boh raga avevo sta idea in mente con Goshiki e ho voluto provare a scriverla.
In realtà non sono molto soddisfatta e visto il tema molto delicato probabilmente eliminerà presto.
Però avevo voglia di pubblicare qualcosa visto che ne è passato di tempo e quando mi capitano nuovi commenti sotto le mie storie mi torna la voglia di pubblicare per riceverne altri.

Spero che coloro che siano arrivati a leggere questa storia non ne siano rimasti sconvolti.
Se ho urtato la vostra sensibilità mi spiace, la eliminerà al primo segno.

Apparte questo grazie per leggere le mie storie, cercherò di seguire le vostre richieste.
E come sempre..
Lov u <3

|HAIKYUU!!|  ||ONE SHOTS X READER||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora