|Dobbiamo parlare||Oikawa Tooru|

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Rabbia.
Indifferenza.
Erano questi i sentimenti che si alternavano in me in quei giorni.
"Davvero, non capisco. Perché se l'è presa così tanto? Cosa ho fatto di così grave per farlo arrabbiare in quel modo? No, non rabbia. Delusione. Tristezza. Ma perchè?"
Stavo uscendo di casa per andare a scuola, mentre ripensavo a ciò che era successo.

Era una splendida giornata primaverile. In cielo non c'era nuvola che interrompesse quella distesa di azzurro. Azzurro che andava a mischiarsi col viola e il rosa per poi aquisire i toni caldi del pesca e dell'arancio. Ci trovavamo al nostro solito posto: all'ombra di un salice piangente, su una collinetta dalla quale, nelle giornate limpide come quella, si potevano ammirare le montangne, e le sfumature proiettate su di esse dai colori del tramonto.
Eravamo persi in quel panorama, e nonostante fosse abitudine vederlo, ne rimanevo ancora incantata.
《È bellissimo. Credo che non mi stancherò mai di guardarlo.》
《Vero. Sai, penso sia il panorama perfetto per una dichiarazione.》disse lui.
《In che senso?》gli chiesi confusa.
《Sai, quei momenti in cui ci sono due persone, di solito si vogliono bene...》disse come se lo stesse spiegando a un bambino.
Simpatico.》 risposi annoiata 《Come ti è uscita questa?》
《Niente, pensavo solo che sarebbe una cosa romantica.》tornò serio lui.
Sorpresa escalmai《Che c'è... sei innamorato?》
《Può darsi...》
《COSA?! E TU ME LO DICI COSÌ? RACCONTA. Voglio sapere T U T T O》dissi, scandendo l'ultima parola.
《Sto scherzando.》rispose sorridendomi, divertito《Era solo un pensiero.》
Misi il broncio.《Uffa, speravo in qualche scoop...》
Dopo qualche minuto riprese lui:《E tu?》
《Cosa?》
《La cacca rosa. Mi sembri rimbambita.》disse con gli occhi al cielo 《Ti interessa qualcuno?》
《Ahhhhhhhhh... mamma mia se sei antipatico. A volte mi chiedo perché sia tua amica. Comunque no, non c'è nessuno.》
Lui alzò un sopracciglio《Neanche una cottarella piccina picciò?》
《No, non in questo momento almeno.》 dissi seria.
《Mh》spostò lo sguardo verso le montagne e cadde il silenzio. Non imbarazzante, ovviamente. I nostri non lo erano mai.
Durò pochi secondi, perchè io ripresi: 《Comunque hai ragione.》
Era sdraiato a pancia in giù, con il viso appoggiato su una mano. 《Su cosa? Sai, io ho sempre ragione, dovresti essere più precisa...》
《Fanatico.》sbuffai io.《Intendo su quello che hai detto prima. Che questo é un ottimo sfondo per una dichiarazione. Credo che se qualcuno si dichiarasse qui, lo accetterei senza esitare》scherzai.
《Quindi anche se a dichiararmi fossi io, mi accetteresti?》mi provocò lui.
《AHAHAHAHAHAHAH, bella questa》 scoppiai a ridere.
Inclinò la testa, stranito, come ad aspettare una spiegazione, così gli risposi.
《Ovviamente no. Tu sei un'eccezione. Andiamo, sei il mio migliore amico... sarebbe strano.》
Fu quasi impercettibile, ma riuscii a cogliere un lampo sul suo volto, un'espressione. Sembrava... arrabbiato? Triste?
"No, impossibile."
《AH-AH. Si, hai ragione》rispose ridendo.
"Come pensavo, avrò visto male."
Andammo avanti a parlare ancora un'oretta circa, dopodichè tornammo a casa.

Dal giorno seguente, lui non fu più lo stesso.

Sembrava perennemente triste.
Iniziai a pensare a cosa potesse essergli accaduto, quando mi venne in mente ciò che successe il giorno prima. "Ma non può essere per quello" Era quello che mi ripetevo da una settimana.
"No. Perché se fosse così, non potrei non pensare che ciò sia dovuto al fatto che forse non mi vede più come lo vedo io? No, no impossibile, sarà per altro."
Mi stavo scervellando, per cercare di intuire cos'altro avrebbe potuto essere.

Erano passate due settimane ormai, e non solo era strano, era particolarmente silenzioso.
All'inizio credevo che se gli avessi lasciato il suo spazio, quando avrebbe voluto, me ne avrebbe parlato. Ma non lo fece, e stavo iniziando a innervosirmi. Così iniziai a chiedergli se andasse tutto bene. Gli dissi che era strano, sempre cupo, soprattutto con me. Cercai di parlargli e di farmi dire cosa gli passava per la mente, ma nulla, non si smuoveva, anzi. Iniziava anche ad essere scontroso. "Ma che cazzo ha? Andiamo, sono la sua migliore amica, perché non mi dice nulla?"
Ero incazzata, avevo provato a fare la premurosa, e cercare di capire cosa fosse successo, ma se non voleva parlarmene, non potevo farci nulla.

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