Subito dopo mi buttai a peso morto sul letto. Cosa era appena successo? Perchè mi faceva questo effetto? Odiavo ammetterlo ma quando ero con lui mi sentivo così tranquilla.
Cercai di portare via quei pensieri dalla mia testa, io lo odiavo, era il mio nemico... continuavo a ripetermelo cercando di convincermi. Mentre ero immersa nei miei pensieri sentii il telefono squillare, era mio papá. Era da tanto che non lo sentivo e mi piaceva parlare con lui. Mi affrettai ad afferrare il cellulare e rispondere.
Ero stata due ore a parlare con lui, gli ho raccontato di Luke e Noah e lui mi ha detto che li voleva assolutamente conoscere. Mio papà era molto protettivo nei miei confronti, probabilmente perché in me rivedeva lei, gli ero rimasta solo io e non avrebbe mai permesso che mi accadesse qualcosa.
Gli ho parlato della scuola e dei professori, ho tralasciato però tutto ciò che era successo con Brad. Se lui avesse saputo che quei teppisti mi avevano strappato dal collo la collana di mamma sarebbe andato su tutte le furie. Inoltre non volevo rovinare il rapporto che lui aveva con la famiglia Wilson. Proprio prima di finire la chiamata lui mi disse:
"Ah! Quasi dimenticavo, venerdì Abby e Colten ci hanno invitati a cena, spero non ti dispiaccia, adesso devo proprio andare. Ciao piccola" Mi lasciò con quelle parole. Abby e Colten erano i genitori di Brad. Prima che andassimo via da qui, mia mamma ed Abby avevano questa 'tradizione' di cenare tutti insieme il venerdì. L'ultima cosa che volevo era passare del tempo extra con lui. Ma sapevo che questo avrebbe fatto sentire più vicina mamma a mio padre, sarebbe stato un modo per onorare il suo ricordo.
La domenica passò molto velocementre tra lo studio e i messaggi con Noah. Accidenti quel ragazzo era dolcissimo, alcune volte anche troppo, ma a me andava benissimo così. Il giorno dopo mi preparai e uscii per andare a scuola. Quando arrivai andai incontro ai miei amici, abbracciai Luke e Noah inaspettatamente mi baciò, fu un bacio molto tenero. Luke ci guardò con un sorriso a trenadue denti stampato in faccia.
Io lo guardai, alzai gli occhi al cielo e poi scoppiammo a ridere. Mentre stavo ridendo mi girai e incontrai i suoi occhi scuri come le nuvole prima di una tempesta. Non mi salutò nemmeno, quando era con i suoi amici era odioso. Mi girai immediatamente ma potevo sentire il suo sguardo puntato su di me. La lezione passò velocemente e io tornai a casa. Sentii qualcuno bussare alla porta, non poteva essere lui, sarebbe salito dalla finestra, andai ad aprire e vidi Noah. Gli feci un bellissimo sorriso e lo feci entrare, mi guardò negli occhi e mi baciò.
"Hey che ci fai qui? Non mi fraintendere sono felice, ma devo ammettere che non me lo aspettavo" Lui mi guardò un altro po' e poi ci sedemmo sul divano.
"Perché ti fai condizionare così tanto da quei tre" Io ero abbastanza scioccata, non mi aspettavo che lui volesse affrontare questo argomento, e sinceramente non ne ero felice.
"Io... io ho..." Trovavo molta difficoltà nel parlarne, ma ero sicura che lui non mi avrebbe MAI giudicata. "Io e Brad eravamo molto amici prima... poi quando lui conobbe quei ragazzi cambiò completamente... iniziò a trattarmi male, addirittura a bullizarmi. Io avevo 10 anni, non sapevo assolutamente difendermi, non sapevo cosa dire. Prima ero una ragazza molto ingenua che si faceva mettere i piedi in testa, però..." Mi fermai improvvisamente. Noah mi vide in difficoltà e così disse subito:
"Se non vuoi parlarne non sei obbligata..." Quelle parole mi convinsero ancora di più a parlargliene, anche se lo conoscevo da poco mi fidavo di lui.
"Poi mia mamma mi fece promettere che non mi sarei mai più fatta trattare in quel modo e voglio mantenere la mia promessa, a tutti i costi" Lui senza dire niente mi abbracciò, non mi abbracciò come un fidanzato ma più come un fratello, sentivo tutto il suo dispiacere. Abbiamo passato tutto il pomeriggio a guardare film Netflix e a scherzare insieme. Era un ragazzo d'oro. Mentre stavamo parlando disse una cosa che mi fece aggrottare le sopracciglia.
"Stai lontana da Brad Jennifer" Non sembrava che fosse un ordine, più un consiglio.
"Perché dici questo?" Non stavo capendo, dove voleva andare a parare?
"Ho visto come ti guarda nei corridoi, ho vistro l'altro giorno il rimpianto nei suoi occhi per aver preso quella collana, lui è pericoloso. Jen devi capire che non è più il ragazzino scontroso delle medie, è molto peggio adesso, lui non è un bravo ragazzo, non farti abbindolare, non voglio dover rimettere a posto i tuoi pezzi" Io lo guardai e gli diedi un piccolo bacio sulle sue labbra carnose.
"Stai tranquillo non mi farò mai abbindolare da ragazzi come lui" Noah mi guardò, non era sicuro di quello che avevo detto, ma decise di fidarsi e io ne fui felice. Prima di cena tornò a casa sua. Dopo aver mangiato mi misi sul letto e in pochi minuti mi addormentai.
Il giorno mi svegliai e mi affacciai alla finestra. C'era la macchina di papà, corsi giù, stava preparando la colazione, e lo abbracciai forte. "mi sei mancato così tanto papà!" Lui mi strinse forte e poi mi fece girare su me stessa con una piroette.
"Bambina mia ma ogni volta che torno a casa ti trovo sempre più bella" Mio padre mi faceva sempre sentire una principessa, era fantastico! "Oggi ti accompagno io a scuola!" gli feci un sorrisone e corsi a prepararmi. Mi piaceva passare del tempo con lui, anche se si trattava di pochi minuti. Appena finii di prepararmi tornai in sala.
"Scommetto che hai file di ragazzi che ti vengono dietro... quel Noah è veramente fortunato, sa che lavoro faccio vero? Se ti spezza il cuore giuro che-" Lo interruppi subito.
"Sì papà lo so, prenderai le tue armi e lo ucciderai e poi ci passerai sopra con il carro armato... devi dirlo per ogni mio fidanzato?" Entrambi ci mettemmo a ridere e poi andai a scuola.
Il resto dela settimana filò liscio, ho studiato, ho passato del tempo con papà e con i miei amici. Poi come una tempesta nell'oceano arrivò il venerdì, cazzo. Dopo scuola mi misi a studiare e poi iniziai a prepararmi. Misi dei jeans strappati e una maglietta a maniche lunghe e collo leggermente alto che lasciava un filo di pelle della mia pancia scoperto, mi raccolsi i capelli in una crocchia disordinata. Dopo essermi truccata e essermi messa le scapre, presi la borsa e uscimmo.
Ero davanti a casa sua, cavolo era passato così tanto tempo dall'ultima volta. Mio padre suonò il campanello e Abby ci aprì. Ci salutammo, Brad non c'era. Non sarebbe venuto? Mio odiava davvero così tanto? Cavolo quel ragazzo era così complicato. A interrompere i miei pensieri fu suo padre, Kole.
"Jen se non ti dispiace puoi andare in camera di Brad e dirgli che deve scendere dato che è quasi pronta la cena?" No! Non avrei assolutamente voluto! Ma ero troppo gentile per rifiutare, così salii le scale e bussai alla sua porta.
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I LOVE MY ENEMY
Teen FictionDue ragazzi, nemici, o forse no. Jen torna a Londra, dove è nata e cresciuta, dopo la morte di sua madre. A scuola incontrerá il ragazzo che più l'ha fatta soffrire, ma anche quello che più la fará avvicinare a toccare il cielo. Sará una storia con...