PRINCIPE AZZURRO

397 19 0
                                    

Quando finì la cena mi avvicinai a Brad e gli dissi in modo che potesse sentire solo lui:
"ti posso parlare in privato?"

Lui annuì andammo in camera mia con la scusa che Brad dovesse aiutarmi a matematica, dato che sapevo che era molto bravo. Entrammo in camera e chiusi la porta, mi girai e lui si stava guardando intorno.

"questa camera è davvero troppo rosa" Si mise a ridere e io sbuffai.
"perché non hai raccontato tutto?" Lui si avvicinò a me e io sbattei al muro, cavolo perchè faceva sempre così? Era molto alto, sentivo il calore del suo corpo vicino al mio, troppo vicino.

"perché avrei dovuto?" Disse con la sua solita voce profonda, cercavo di non guardarlo negli occhi, ma erano come della calamite.
"non eri obbligato a mentire per me..." Mi guardò e sorrise.

"io non ho mentito per te... anche io ho detto ai miei che in quella rissa tu non c'entravi nulla" Io mi accigliai.
"e perché non gli hai detto niente di me?" Avevo le guance rosse fuoco, sentivo il suo respiro molto vicinoal mio orecchio.
"perché avrebbero sicuramente avuto troppe domande e io non avevo la minima voglia di rispondere... sappi che il mondo non gira intorno a te ragazzina" Detto ciò si allontanò da me.

"credevo di averti già detto di non chiamarmi ragazzina!" Perché mi doveva sempre provocare? Sapeva che mi dava noia, lo sapeva fin troppo bene.
"io credevo di averti già detto che non me ne frega niente" Io lo spinsi e uscii dalla camera, passammo il resto della serata a chiecchierare. Ad una certa ora la famiglia Wilson dovette andare e così io salutai tutti e poi andai a dormire.

La mattina dopo feci colazione e andai a studiare, avevo il compito di biologia martedì. Dopo ho pranzato con mio padre e poi mi sono preparata per vedere Noah. Una volta pronta diedi un bacino nella guancia a mio papà per salutarlo e uscii di casa.

Lui era lì davanti, mi guardava come se mi volesse dire qualcosa. Salimmo in macchina e durante il viaggio restammo zitti. Mi portò in un parco enorme, molto bello e tranquillo. Ci mettemmo a sedere in una panchina e io decisi di parlare.

"capisco che tu sia geloso, ma devi capire che alla base di una relazione c'è la fiducia, perché tu non me la dai?" Improvvisamente pensai a quel bacio, io e Noah avevamo litigato, anzi avevamo rotto dato che nei giorni seguenti non mi calcolò nemmeno, non l'avevo tradito, o almeno credo.

Quel bacio era stato un errore, io non provo nulla per Brad.

Ripetevo questa frase nella mia testa.
"io mi fido di te, ma non mi fido di lui" Lo guardai e lo baciai.

"non farei mai niente per ferirti, non volontriamente, io ci tengo a te" Lui mi sorrise mi baciò ancora e poi mi strinse in un abbraccio sussurandomi "mi sei mancata"
In risposta lo riabbracciai forte. "anche tu mi sei mancato" Dopo il parco andammo a prendere un gelato, passammo un pomeriggio magnifico insieme, scherzando e parlando. Mi riaccompagnò a casa e prima che scemdessi dalla macchina mi salutò con un bacio passionale.

"ci vediamo principessa" Io sorrisi.
"ci vediamo principe azzurro" Chiusi lo sportello e andai a casa. Mio papá era lì che mi aspettava, voleva sapere com'era andata con Noah e io gli raccontai tutto senza esitazione. Lui mi abbracciò, era molto felice per me, poi andai in camera mia per riposarmi un po'.
Passò un mese.

Tra me e Noah le cose andavano a gonfie vele, avevo ripreso i rapporti con Luke e grazie alla tradizione dei venerdì sera passavo molto tempo insieme a Brad, anche se quando era con i suoi amici mi trattava sempre freddolosamente, quando eravamo da soli parlavamo ore e ore senza mai stancarci. Brad mi aiutò anche con i compiti di matematica, non avrei mai pensato che potesse essere così bravo a insegnare, e grazie al suo aiuto i miei voti a matematica erano saliti molto.

Noah non era più geloso di noi due, o almeno non lo faceva vedere. Sapeva che non lo avrei mai tradito. Era un sabato, mio papá era partito due giorni fa per una spedizione, non ricordavo bene il posto, mi stavo preparando per una festa. Indossai un vestito stretto nero, mi stava molto bene, accentuava le mie forme. Finii di prepararmi e poi uscii di casa, Noah era davanti casa mia con quel bellissimo sorriso sul viso.

Lo salutai con un tenero bacio e poi andammo alla festa. Come sempre era pieno di alcool e c'erando persone che fumavano da ogni parte. Guardai intorno a me e lo vidi, mi guardò intensamente e poi il suo sguardo passò alla mia mano che stringeva quella di Noah, sembrava infastidito. Non ci salutammo, ormai era normale, sembrava che si vergognasse di essere mio amico, Noah invece no, anzi quasi si vantava di stare con me.

Proprio lui si avvicinò a me e mi disse:
"vado a prendere da bere, torno subito" Separò la sua mano dalla mia, mi diede un'ultimo bacio e andò. Io mi misi a ballare muovendo leggermente i fianchi a tempo di musica. Sentii qualcuno anbracciarmi da dietro e ballare con me, credevo fosse Noah ma quando mi girai vidi Brendon, mi spostai e gli urlai contro.

"ma che problemi hai? Sono fidanzata! Non ti devi nemmeno avvicinare a me!" Lui mi guardò divertito, come se quella fosse la reazione che voleva ottenere.

"questo vestito ti sta troppo bene non ho resistito" Stava barcollando.

"ma sei ubriaco deficente?" Lo guardai e lo spinsi via mentre cercava di avvicinarsi a me. In poco tempo arrivarono Brad e Blake a controllare il loro amico, io guardai il ragazzo dagli occhi scuri e poi dissi:
"tieni a bada i tuoi amici" Blake si rizzò subito e si avvicinò pericolosamente a me.

"non ti è bastata l'ultima volta ragazzina?" Mi guardò il collo e io rabbrividii. "vedo che hai aggiustato la tua collanina" Io lo spinsi via con forza e prima che potesse reagire Noah arrivò e si mise in mezzo a noi due.

"levatevi di torno dalla mia ragazza razza di cretini" Brad si avvicinò a noi per provocarlo, quei due erano così ostinati, tutte le volte che si avvicinavano avevo paura che avrebbero iniziato a picchiarsi.

"che c'è Noah non sei più geloso della tua ragazza?" Io lo guardai e intervenni.
"abbiamo chiarito e ci fidiamo l'uno dell'altra, non ha bisogno di essere geloso" Lui mi guardò e un ghigno gli comparve sul volto.

"quindi gli hai detto di noi due" Sapevo cosa intendeva, quel fottuto bacio che ci siamo dati dopo la punizione a scuola, anche se era successo quasi due mesi fa il ricordo sembrava così vicino.

"non so di cosa tu stia parlando Wilson"

Mentii spudoratamente, era la cosa migliore da fare, almeno credevo.

I LOVE MY ENEMYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora