"tu ti sei messo a ridere" Lui mi guardò confuso. "quando Noah mi ha detto quelle cose tu hai riso, perchè?" Lui si avvicinò ancora di più a me, potevo sentire il suo profumo, era così buono.
"lo trovavo divertente tutto qua" Abbassai lo sguardo cercando di evitare quei suoi bellissimi occhi castani.
"cosa trovavi divertente? Lui che mi feriva?" Lui mi prese il mento alzandomi la testa, incrociai ancora il suo sguardo."no, trovavo divertente il fatto che continuava a pensare che noi due avessimo fatto qualcosa, che cosa stupida no?"
"stupidissima" Vedevo lui che si avvicinava al mio viso.
"proprio un idiota anche solo a pensarlo" Le nostre labbra si avvicinarono sempre di più, fino finalmente a toccarsi. Il bacio fu molto intenso. Le sue labbra erano morbide e sicuramente sapeva come baciare.Mi prese i fianchi mi avvicò a se. Ormai anche io ero sotto la pioggia. Gli presi i capelli spingendo la mia bocca più vicina alla sua. Era tutto sbagliato eppure sembrava tutto dannatamente giusto.
Mi prese in braccio e mi porto dentro casa, chiuse la porta e sbattè la mia schiena alla porta. Continuammo a baciarci, il bacio divento sempre più intenso. Quando mi resi conto di quello che stavo facendo mi staccai da lui.
"cazzo Wilson sono fidanzata!" Cercai di evitare il suo sguardo.
"credi che me ne freghi qualcosa di quello sfigato?" Era abbastanza infastidito, si vedeva che lui non avrebbe mai voluto interrompere quel bacio.
"non è giusto nei suoi confronti e poi lui è sempre stato buono con me, non posso fargli questo" Lui mi guardò per qualche istante prima di parlare.
"guardami negli occhi e dimmi che non ti è piaciuto, guardami negli occhi e dimmi che non vorresti rifarlo ancora e ancora" Io non risposi. "allora? Ti hanno tagliato la lingua Jen?""io non posso dirlo..." Lui mi prese i fianchi e mi tirò vicina a se, potevo sentire il suo respiro.
"allora baciami, baciami Jennifer" Io lo guardai, cavolo vedevo il desiderio nei suoi occhi crescere. Perchè era così bello? Gli accarezzai la guancia dolcemente e poi con voce rotta dissi:
"Brad, io non posso baciarti... sappiamo entrambi che tipo sei e io non voglio essere un altro trofeo per te, non voglio essere solo la tipa di una notte"Vedevo la tristezza nei suoi occhi, il che mi rese difficile dire la cosa che dovevo dire. "Noah mi tratta come se fossi una principessa, io non posso abbandonarlo"
"ma tu non lo desideri Bennet, non lo desideri nemmeno la metá di quanto desideri me"
Aveva ragione, Noah era un ragazzo d'oro, il ragazzo perfetto che tutti volevano, ma a me le cose perfette non mi avevano mai attirato molto.
"probabilmente hai ragione, ma io non posso dimenticare tutto quello che tu e i tuoi amici mi avete fatto" Lui si allontano bruscamente da me, era arrabbiato non c'erano dubbi."è inutile cercare di essere gentile con te, tu non mi perdonerai mai, ogni volta tirerai fuori questa storia vero? Sai cosa vaffanculo" Uscì dalla porta e io lo seguii, chiamavo il suo nome ma non mi calcolava, così lo presi per un braccio e lui si girò.
"che cazzo vuoi?" Io alzai la mano per tirargli un ceffone ma mi bloccò il braccio.
"vuoi anche tirarmi un ceffone adesso? Non mi è permesso essere incazzato? Può esserlo solo quello sfigato del tuo ragazzo?" Cercai di essere forte, respinsi le lacrime che volevano venire fuori."smettila Brad! Perfavore basta! Non puoi andartene così come se niente fosse"
"tu hai detto che tutto ciò è stato un errore... quindi adesso torniamo a odiarci come prima, ok? Torniamo a non calcolarci più e a trattarci male! Così almeno tu vivrai la vita che vuoi vivere, quella delle fiabe, quella col principe azzuro" Detto ciò si mise il casco, salì sulla sua moto e partì. Io entrai in casa, mi tolsi i vestiti fradici mentre piangevo e andai a farmi un bagno caldo. Ne avevo proprio bisogno, la sera feci i compiti e andai a dormire.
Non vidi Brad e i suoi due amici per il resto della settimana, non ne ero affatto sbalordita, Noah non mi parlava più e con Luke ci vedevamo poco dato che stava sempre con il suo amico. Era venerdì e qundo tornai a casa i miei occhi brillarono i gioia nel vedere la macchina di mio padre nel parcheggio sotto casa nostra. Scesi velocemente dalla moto, aprii la porta e corsi a dare un abbraccio a papà. Lo tenevo stratto a me.
"hey tesoro tutto bene? È successo qualcosa?" Mio padre mi leggeva come un libro aperto, avevo gli occhi pieni di lacrime, quando si accorse che stavo pingendo mi strinse forte a se. "devo uccidere qualcuno?" Mi misi a ridere, sapeva sempre come tirarmi su il morale.
"ho litigato con Noah e adesso non mi parla più..."Non potevo raccontargli tutto, non potevo dirgli che mi ero ubriacata e Brad mi aveva portato a casa sua e che il giorno dopo Noah ha visto Brad che mi rendeva il reggiseno che avevo lasciato a casa sua e che i due ragazzi hanno iniziato a picchiarsi.
"lui non si fida di me, la fiducia dovrebbe essere la base di una relazione, no?" Lui mi guardò e mi prese il viso a coppa.
"dovresti parlarci e dirgli il tuo punto di vista, invitalo qui, però sappi che siamo a cena dagli Wilson" Cavolo no. Non ero pronta a rivedere Brad dopo l'ultima volta. "vorrei riportare questa piccola tradizione, per te va bene vero? Ho visto che tra te e Brad la situazione si è calmata" Lui non sapeva che Brad mi bullizzava, non ne avevo mai parlato con lui, solo con mamma, papà credeva solo che io e Brad non ci stavamo molto simpatici."certo papà, mi va bene" Non era vero, ma sapevo che a lui era sempre piaciuta questa piccola tradizione e che gli piaceva passare del tempo con i signori Wilson. "ah e stavolta vengono loro a casa nostra, se ci chiarisci puoi anche invitare Noah, è simpatico quel ragazzo" Assolutamente no. Noah e Brad nella stessa stanza ancora una volta?
"no papà non importa, e poi la tradizione è solo famiglia Bennet e Wilson" Detto ciò corsi in camera prima che potesse contestare. Non ero pronta a parlare con Noah, volevo chiarire ma ero certa che aveva troppe cose da dire e che si sarebbe messo a urlare, l'ultima cosa che volevo era che mio padre venisse a scoprire tutta la verità.
Così gli scrissi un messaggio e gli chiesi di incontrarci sabato pomeriggio per parlare e lui acconsentì. Mi misi ad ascoltare un po' di musica ballando completamente a caso nela mia stanza, fino a quando non sentii il campanello e corsi al piano di sotto ad accogliere gli ospiti.
Quando i miei occhi si incrociarono con i suoi mi tornò tutto a mente, soprartutto quel bacio sotto la pioggia. Salutai tutti e ci mettemmo a tavola. Mio papà aveva preparato il pollo, lo faceva divinamente. Mentre stavamo parlando mio padre fece una domanda che mi fece rimanere di stucco.
"Brad perché hai un livido sotto l'occhio?" Cazzo. Quel livido se lo era procurato litigando con Noah. Mi guardò e spinse la lingua nella guancia e poi sorrise. Ero rovinata, avevo mentito a mio padre e lo avrebbe scoperto. Mi odiavo per aver mentito, non avevo mai avuto bisogno di farlo.
"una rissa a scuola, un ragazzo mi aveva provocato..." Fece una piccola pausà e mi guardò, stava per dirlo. "ma stia tranquillo lui è ridotto peggio" Lo guardai non sapevo che dire, perché non aveva raccontato tutto?
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I LOVE MY ENEMY
Teen FictionDue ragazzi, nemici, o forse no. Jen torna a Londra, dove è nata e cresciuta, dopo la morte di sua madre. A scuola incontrerá il ragazzo che più l'ha fatta soffrire, ma anche quello che più la fará avvicinare a toccare il cielo. Sará una storia con...