Mi alzai e mi misi a sedere sul tavolo coprendomi il seno con un braccio. "cosa diavolo stai facendo!?" Senza dire niente si mise a sedere sulla sua sedia e prese la penna per ricominciare a scrivere. "tu puoi dirmi di smettere, ma sono io a fermarmi ricorda, e poi effettivamente era proprio un cliché farlo nella bibloteca della scuola" Mi misi il reggiseno e mi chiusi la giacca, mi alzai e sistemai la gonna e poi mi misi a finire il compito. Sulle sue labbra era stampato un sorrisino, sapeva che ero sua e che non lo avevo affatto dimenticato, lui non mi aveva mai persa.
Riuscii a finire il compito prima di lui, mi alzai e mi avviai verso l'ufficio del preside. "dove credi di andare ragazzina?" Adesso ero io quella a sorridere, lo guardai dalla testa ai piedi e poi dissi: "ho finito il compito, non so proprio perchè dovrei rimanere" Gli feci l'occhiolino e andai via. Arrivai davanti alla porta del preside e bussai, lui mi fece entrare. "ho finito il compito" Lui alzò lo sguardo e mi sorrise. "bene signorina Bennet lo poggi pure sulla mia scrivania, spero che abbia imparato la lezione" Annuii abbassando lo sguardo e il preside continuò. "senta io so bene che tipo è la signorina Moore, ma non si faccia influenzare, lei è una ragazza brillante, e a parte la matematica, ha buonissimi voti in tutto, lei potrebbe andare benissimo a un college molto rinomato, la prego di non fare più cose troppo impulsive" Wow, mi aveva detto delle cose davvero belle, non me lo sarei mai aspettato. "grazie signore, le prometto che non farò mai più un errore del genere" Si abbassò nuovamente gli occhiali tornando ai suoi documenti. "perfetto adesso può andare... ah e si ricordi di chiudere la porta quando esce" Gli sorrisi e uscii, avevo un enorme sorriso stampato in volto. Presi la mia moto e tornai a casa, dovevo solo affrontare mio papá adesso. Suonai il campanello e in pochi secondi mi aprì la porta, gli diedi un bacino nella guancia per salutarlo e mi tolsi le scarpe.
"perchè sei finita in punizione?" Aveva aria giudicante, lo odiavo quando faceva così. "una ragazza mi stava provocando e ho reagito male" Sbuffò cominciando ad alzare un po' la voce. "quante volte ti ho detto che non si usa la violenza? Jen non devi ficcarti in queste situazione, potrebbero nuocere al tuo curriculum" Alzai gli occhi al cielo. "ho solo 16 anni, ho ancora due anni prima del college, ancora non so nemmeno cosa voglio fare!" Alzò ancora di più la voce. "no Jennifer, qualunque collegge tiene di conto di queste cose, nessuno vuole un'alunna con problemi comportamentali"
Adesso basta, mi aveva scocciato, alzai la voce anche io. "è successo solo una volta e non credo che questo nuocerá al mio curriculum ok?" Io e papá litigavamo davvero poco, ma quelle poche volte litigavamo pesantemente, odiavo sentirlo parlare male di me. "adesso basta! Fila in camera tua e niente telefono! Devi imparare a crescere, prenditi le tue responsabilitá e una volta tanto ammeti di aver fatto una cazzata! Adesso che le hai tirato uno schiaffo stai meglio? Io non credo"
Mi alzai di scatto dal divano e posai il cellulare sul tavolino. "bene! Preferisco stare in camera mia da sola che qui con te! Ah e per la cronaca credi male, sto molto meglio adesso che le ho tirato uno schiaffo" Salii rumorosamente le scale, prima di entrare in camera urlai: "mamma sarebbe stata dalla mia parte!" E sbattei la porta molto forte. Forse avevo esagerato con quella frase, ma ero piena di rabbia. Mi buttai sul letto e mi schiacciai un cuscino in faccia mentre urlai. Non sapendo che fare mi feci una doccia calda per calmare i nervi, mi asciugai i capelli e poi con un asciugamano legato intorno andai in camera mia per prendere il pigiama. Mi avviai verso il cassetto e presi le mutande, sentivo una strana sensazione e così mi girai cautamente, seduto sul letto a leggere un libro c'era Brad, quel ragazzo era veramente incorreggibile.
"non rispondi ai miei messaggi eh... non credevo te la saresti presa così tanto..." Sbuffai alzando gli occhi al cielo, quel ragazzo crede che io viva per lui. "non ti ho risposto perchè mio padre si è incazzato con me e mi ha sequestrato il cellulare, quello che hai fatto oggi non c'entra proprio niente, non montarti la testa Wilson" Sorrise e si avvicinò a me facendomi scontrare con il muro e mi prese il mento alzandomi il viso. Mi guardò dritto negli occhi e mi baciò."dato che non sei arrabbiata con me possiamo finire ciò che avevamo iniziato" Lo guardai con aria di sfida e sorrisi. "non credo sia una buona idea, mio padre è al piano di sotto ed è giá arriabbiato con me..." Mi baciò ancora una volta, i baci si fecero più intensi, mi prese di peso e mi buttò sul letto, si mise sopra di me. "sai prima mi hai lasciato da solo in bibloteca a fare il compito... perchè dovrei darti la soddisfazione di avermi?" Era veramente egocentrico e narcisista. "mio Dio sei veramente odioso quando fai così! Baciami e stai zitto" Rise e fece ciò che gli avevo detto, tolse l'asciugamano che avvolgeva il mio corpo , velocemente tolsi la sua maglietta e lui si slacciò i pantaloni.
Rimase in boxer e continuammo a baciarci, le nostre lingue si intorcigliavano e le sue mani perlustravano il mio corpo come fosse la cosa più bella al mondo, si tolse anche i boxer e lentamente entrò dentro di me. Iniziò a ondeggiare i fianchi avanti e indietro, io inarcai la schiera dal piacere, le sue labbra sulle mie impedivano ai miei gemiti di uscire, fortunatamente aggiungerei, se solo mio padre ci avesse sentiti mi avrebbe murata in casa. Aumentò sempre di più il ritmo e i miei lamenti si facevano sempre più forti e difficili da coprire, i suoi baci ogni tanto scendevano al mio collo o ancora più giù sul mio seno, ero sicura di essere piena di chiazze rosse, sapeva quanto odiavo i succhiotti e tutte le volte me li faceva per dispetto. Dopo un po' raggiunsi il culmine del piacere e lui con me, posò il suo corpo sul mio e restammo così per qualche minuto. Si mise sdraiato vicino a me sotto le coperte, ci guardammo negli occhi, mi spostò una ciocca dietro ai capelli e io tolsi qualche ricciolo ribelle dalla sua fronte. Eravamo circondati dalla pace, finalmente eravamo insieme, solo io e lui.
"se non sarò io a sposarti chiamerò mia figlia come te, sai?" Non riuscii a far a meno di sorridere. "anche io chiamerò mio figlio come te..." Ovviamente quel momento era troppo perfetto e dolce. "no ma cosa hai capito? Io la chiamerò così perchè mi piace il tuo nome non perchè sono follemente innamorato di te" Presi il cuscino di fianco a me e glielo tirai in faccia. Mentre ridemmo sentimmo bussare alla porta. "cazzo cazzo cazzo mio padre! Presto nasconditi sotto il letto! Dai forza!" Dissi a tono basso e mentre mi vestivo mio papá bussò ancora. "Jen so che sei arrabbiata, ma almeno parliamo" Mentre mi stavo mettendo i pantaloni del pigiama urlai: "si papá un secondo" Finalmente finii di vestirmi e aprii la porta.
"Jen so di aver sbagliato, non dovevo arrabbiarmi così tanto" Io gli sorrisi. "ho sbagliato anche io, non dovevo essere così impulsiva e soprattutto non dovevo paragonarti alla mamma... scusami" Mi abbracciò molto forte e io feci lo stesso. "ti voglio bene principessa" Gli diedi un bacino nella guancia dicendogli che anche io gli volevo tanto bene. Uscii dalla stanza e io chiusi nuovamente la porta.
"cazzo lo avevo detto che era una brutta idea, ti immagini se ti scopriva" Uscì da sotto il letto e si mise davanti a me, poi sussurrò: "giá, ma non mi ha scoperto quindi..." Mi prese il mento e mi baciò dolcemente. "tu non sai quanto mi sei mancato..." Sul suo viso comparve un sorrisetto stupido. "non avevo dubbi" Gli tirai una pacca sul petto e poi gli feci una linguaccia arricciando il naso. Ci mettemmo sul letto e guardammo un film, lui aveva il braccio intorno a me e io avevo la testa poggiata sulla sua spalla. Quel momento era talmente bello che avrei voluto poter stoppare il tempo per poter rivivere all'infinito quest'attimo indescrivibile.Mi addormentai, mi svegliai un po' più tardi, per colpa di mio papá che mi chiamò per la cena, ma lui non c'era, probabilmente era tornato a casa. Scesi al piano di sotto e mangiai con mio papá, non avevo intenzione di parlargli di me e Brad, la nostra relazione era un tira e molla, era inutile dirglielo se dopo due giorni ci saremmo lasciati. Ovviamente speravo non accadesse, ma mai dire mai, e conoscendoci non lo potevamo escludere. Dopo mangiato mi misi sul divano a guardare la tv con mio papá e quando si fece tardi andai in camera.
Questa giornata era stata davvero pazzesca, lui era davvero pazzesco, averlo di nuovo era bellissimo. La mattina mi svegliai e mi misi a studiare, per il pomeriggio avevo fissato con Thomas a casa mia. Dopo pranzo sentii il campanello e mio padre aprì la porta e fece salire in camera mia il mio amico. Appena lo vidi gli saltai addosso abbracciandolo, si poteva vedere lontano un kilometro che ero molto felice, ci mettemmo sul letto e come sempre iniziammo a parlare.
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I LOVE MY ENEMY
Teen FictionDue ragazzi, nemici, o forse no. Jen torna a Londra, dove è nata e cresciuta, dopo la morte di sua madre. A scuola incontrerá il ragazzo che più l'ha fatta soffrire, ma anche quello che più la fará avvicinare a toccare il cielo. Sará una storia con...