TWILIGHT

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La mattina mi svegliai piena di dolori alla testa, mi feci una promessa, basta con i ragazzi da adesso in poi mi concentro sulla scuola, qesto funzionò per ben due mesi. Una mattina mi svegliai, era venerdì, e mi preparai, prima di uscire salutai mio papá, che era tornato a casa, e andai a scuola con la mia moto. Mi ritrovai con i miei amici e parlammo fino al suono della campanella, adoravo la relazione tra Thomas e Evie perchè lei lo stava cambiando in meglio, sapeva mettergli testa e dirgli quando faceva una cazzata. In classe andò tutto bene per due ore, ma dopo la ricreazione per mia sfortuna incontrai Juliet.

"quindi adesso sei una nerd? Sai io non me la bevo questa tua scenetta, te vuoi solo più attenzioni. Sei solo una patetica puttana che non ha saputo scegliere tra due ragazzi" La mia rabbia iniziò a farsi sentire, non si doveva azzardare a chiamarmi così. "qui l'unica puttana che vedo sei tu con tutti i tuoi cagnolini" Le tirai uno schiaffo, ma la prof mi vide e mi mandò dal preside, bussai e entrai.

"buongiorno signor preside" Lui alzò lo sguardo e mi sorrise indicandomi la sedia davanyi a lui. "buongiorno signorina Bennet, perchè è qui?" Feci un respiro profondo e iniziai a spiegare. "è un periodo difficile, poco fa Juliet Moore si è avvicinata a me per provocarmi, io stupidamente ho ceduto e ho reagito con la violenza, so di aver sbagliato mi scusi" Il preside prese carta e penna e iniziò a scrivere qualcosa. "vedo che se ne è pentita, ma non posso lascairla impunita, oggi andrai in bibloteca dopo la scuola, non si preoccupi non sarà sola, e adesso torna in classe" Lo ringraziai e silenziosamente uscii dalla stanza e tornai in classe, appena entrai vidi il sorrisetto compiaciuto di Juliet, avrei tanto voluto tirarle un altro schiaffo. La cosa che mi faceva più arrabbiare è che a lei non facevano mai niente.

Mandai un messaggio ai miei amici dicendo di non poter andare a pranzo con loro dovendo andare in bibloteca. L'ultima campanella suonò, presi un panino dal bar vicino alla scuola e poi rientrai avviandomi in bibloteca. Appena entrai sentii il buonissimo odore di vecchi libri, mi misi a guardare la libreria aspettando l'arrivo del preside, la bibloteca era messa a posto quindi qual'era la punizione? Facevo scorrere la mano lungo le file di libri mentre camminavo.

Mi fermai appena vidi il libro di Twilight, mi tornò in mente mia mamma, adorava quei libri e anche la saga, quando avevo solo 10 anni mi obbligò a guardare tutti i film. Mi conosceva fin troppo bene, mi innamorai così tanto che in pochissimo tempo lessi anche tutti i libri. Passavamo giornate intere a commentare ciò che succedeva, fantasticavamo su cosa avremmo fatto noi da vampiri, lei diceva di preferire Edward, ASSOLUTAMENTE NO. Io preferivo Jacob, devo dire che i vampiri hanno il loro fascino, ma i lupi sono veramente belli. Presi il libro e lo aprii, girai qualche pagina leggendo qua e lá, un sorriso mi comparve sulle labbra, mi ricordo di lei che mi disse di scrivere in un quaderno tutte le frasi che mi piacevano di più, la mia preferita è sempre stata

'-così il leone si innamorò dell'agnello.
-che agnello stupido!
-che leone pazzo e masochista!'

Credo sia la cosa più bella che abbia mai sentito, non mi piacciono molto le dediche sdolcinate e questa era una dichiarazione d'amore degna della mia ammirazione. In questo periodo mi ci ritrovavo molto, per quando avessi voluto essere il leone, ero l'agnello... Sentii dei passi dietro di me e mi girai di scatto chiudendo il libro, che per sbaglio mi cadde. Mi abbassai a riprenderlo prima di guardare la persona che era davanti a me, lui fece lo stesso, le nostre mani si toccarono e finalmente alzai lo sguardo. I suoi occhi, quei dannati occhi oscuri, potevo passarci ore a guardarli senza dire niente, restammo lì immobili, nessuno dei due voleva che quel momento così intenso finisse.

Il silenzio che ci circondava fu interrotto dalla voce del preside, non ci eravamo nemmeno accorti che fosse entrato, appena sentimmo la sua voce ci alzammo mettendoci accanto e io raccolsi il libro, le mie guance andavano a fuoco e potevo vedere il sorrisino sulle sue labbra, il preside tossì prima di parlare. "dato che siete entrambi qui posso dire cosa dovete fare, scrivete un tema sul rispetto, dato che entrambi siete qui per atti violenti da voi compiuti, non andrete via finchè non avrete finito, e il tema me lo consegnerete in presidenza, detto questo arrivederci"
Ricambiammo il saluto e lui uscì, senza dire una parola prendemmo posto al tavolo, si sedette davanti a me e iniziò a guardarmi.

"chi hai picchiato" La sua voce era calma e profonda, mi sentivo in imbarazzo, non ero la tipa che veniva messa in punizione per aver alzato le mani. "ho tirato uno schiaffo a Juliet" Lo dissi con voce bassa, mi sentivo una stupida ad averlo fatto. "suppongo se lo fosse meritato" Mentre parlava stava scrivendo il tema, ogni tanto alzava lil viso per guardarmi, mi limitai a rispondere con un semplice "giá..." e poi iniziai a scrivere anche io.

Il rispetto, cosa era per me il rispetto? Il rispetto era un sentimento che solitamente si nutre verso persone che se lo sono meritato, non tutti possono avere il rispetto, molte persone non lo meritano. Il rispetto era quello che provavo per mio padre, che nonostante la morte della donna che amava ha cresciuto sua figlia e ha continuato ad aiutare la societá facendo il suo lavoro. Il rispetto è quello che provo tutt'ora verso mia madre, che fu una donna fantastica e comprensiva, sempre pronta ad aiutare il più debole, e che sono sicura mi stia ancora osservando da lassù e mi stia aiutando nell'andare avanti nei momenti peggiori. Anche altre persone hanno il mio rispetto, ma il rispetto non vuol dire essere d'accordo con qualunque cosa l'altra persona dica, puoi mostrare rispetto anche verso qualcuno che non ti sta simpatico o che non conosci.

Stavo scrivendo da ormai un'ora, però fui interrotta dalla sua voce. "quindi ti piace ancora quel libro?" Alzai lo sguardo e feci un espressione interrogativa. "eh?" Lui scosse la testa e sorrise. "sì dai quello con il vampiro che si innamora di quell'umana e poi si sposano" Non riuscii a fermare una risatina, posai una mano sul viso. "intendi Twilight?" Lui annuii. "sì esattamente quello" Feci un respiro profondo, era strano parlare con lui, lo evitavo da due mesi e ritrovarmi nella stessa stanza faccia a faccia da soli era piuttosto strano. "certo che mi piace ancora" La cosa che disse mi sorprese molto, non pensavo se lo ricordasse. "ti ricorda tua madre vero?"

Mi fermai, posai la penna e lo guardai dritto negli occhi. "io... emh... sì..." Si alzò dalla sedia e venne dal mio lato, girò la mia sedia così che potesse avermi davanti e mi bloccò mettendo le mani sui braccioli della sedia. Alzai lo sguardo guardandolo e ingoiai il groppo che avevo in gola. Avvicinò il suo viso al mio e il mio cuore saltò un battito. "probabilmente mi odierai dopo questo, ma tanto giá non ci parliamo più quindi non può andare peggio"

Le sue labbra toccarono le mie, mi diede un semplice bacio e si allontanò guardandomi come se aspettasse disperatamente una risposta da me, che non tardò ad arrivare. Lo ribaciai con tutta la passione che avevo in corpo, le nostre lingue si toccarono e io misi le mani sulla sua testa stringendogli i capelli. Mi prese in braccio e mi posò sul tavolo, iniziò a baciarmi scendendo anche sul collo e lasciandomi qualche piccolo succhiotto. Le sue mani scesero sui miei fianchi e poi sul mio sedere. Mi sdraiò sul tavolo e poi si mise sopra di me. "mi sembra un po' un cliché farlo nella bibloteca della scuola" Dissi sorridendo mentre mi baciava il petto. "magari lo è, ed è proprio quello il bello" Continuò a baciarmi e aprì i bottoni della camicetta che portavo, io gli tolsi la maglietta percorrendo con le mani il suo petto. Mi slacciò il reggiseno e mi alzò la gonna nera che portavo. Le sue mani che stringevano le mie cosce erano così belle e piacevoli, mi facevano desiderare lui sempre di più, le sue mani percorrevano il mio corpo come la prima volta, portò la mano destra sulla mia intimitá e io inarcai la schiena. Si staccò dolcemente da me per guardarmi e mi fece un sorrisino.

"smettila di fare questo sorrisino vittorioso, posso sempre dirti di smettere" Si fece scappare una risata e mi baciò, poi si allontanò.

I LOVE MY ENEMYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora