"quel ragazzo è proprio un coglione... lascialo stare non ti merita" Io scossi la testa e con voce lieve risposi. "quando stavamo insieme non era così, con me non è così, non so cosa gli sia preso" Lui si allontanò da me, aveva uno sguardo giudicante. "peggio ancora Jen, è un bipolare del cazzo, perfavore lascialo stare"
Io mi limitai ad abbassare la testa, non gli diedi una risposta perchè dentro di me sapevo che lo volevo. Tornai a casa e mi preparai il pranzo, dopo aver mangiato andai in camera mia a studiare. Sentii bussare alla finestra, mi girai e c'era lui, entrò e si mise a sedere sul letto guardandomi. "devo riparare quella finestra" Lui non rispose, era lì che mi guardava in silenzio. Cosa voleva? Perchè era venuto qui? Voleva scusarsi? Io lo avrei perdonato? Dopo un milione di domande nella mia testa decisi di parlare.
"che ci fai qui?" Inizialmente non rispose. "ho saputo che hai la verifica di matematica e ti volevo aiutare" Dalla nervosia iniziai a ridere in modo particolarmente fastidioso. "dopo tutto quello che è successo tu ti presenti a casa mia, senza nemmeno scusarti, per fare matematica!? Sei veramente un pazzo se credi che ti perdoni, quante volte dovrò passare sopra ai tuoi sbagli!? Credi che mi sia dimenticata come mi hai trattata fuori da scuola? Io provo a capirti ma non ci riesco, un giorno mi tratti bene e tre no. Abbiamo provato a stare inisieme, ma non ha funzionato" Lui si avvicinò a me e io indietreggiai fino a toccare il muro, mi bloccò mettendo le due braccia ai lati del mio corpo. I nostri occhi erano molto vicini, riuscivo a leggerlo dentro, sentivo il suo respiro caldo sulla mia pelle.
"adesso stai zitta e fai parlare me. Tu mi fai inpazzire cazzo. Quando sono con te non so come comportarmi. Tutte le volte che mi guardi o mi tocchi io mi sento morire dentro, sei talmente bella che ogni singola cellula del mio corpo ti vuole. Sono geloso lo ammetto, perchè quando si tratta di te niente ha senso, lo capisci? Quando ti vedo con qualcuno che non sono io mi verrebbe da venire lì e spaccargli la faccia. Non puoi negare che tra noi ci sia qualcosa, sono dipendente da te"
Non sapevo che dire, io lo volevo, ma sapevo che era la cosa sbagliata da fare. Dopo una dura lotta tra il cuore e il cervello vinse quest' ultimo, il cuore era troppo debole per soffrire ancora. "è vero Brad, non lo posso negare, tra noi c'è qualcosa, il problema è che ogni volta che ci sei tu di mezzo in un modo o nell'altro io soffro. Per una volta devo fare ciò che è meglio per me, e purtroppo per riuscirci ti devo lasciar andare, mi dispiace" Lui annuii, era affranto e si vedeva benissimo, si poteva leggere il suo dolore negli occhi. Senza dire niente uscii dalla finestra e poi scomparve dietro le altre case, io caddi in silenzio, il mio cuore era a pezzi, sapevo che lo avevo perso.
Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi ripensando a noi, ripensando ai bei momenti, alle cazzate, alle cene... poi il miei pensieri si fermarono a qualche giorno fa in quel posto magnifico in cui mi portò lui. Mi ci portò dopo avermi detto quello che gli era successo, e in questi bellissimi pensieri caddi in un sonno profondo. Almeno mentre dormivo non potevo soffrire, quando dormivo non potevo pensare a lui.
Al mattino mi alzai e iniziai a prepararmi, andai a scuola soltanto perchè avevo il compito di matematica, non avevo voglia do tornare in quel posto. Scesi dalla mia moto e mi tolsi il casco, feci un respiro profondo e poi mi diressi all'entrata della scuola. Mentre camminavo lo vidi, il suo sguardo mi bruciava, io lo ignorai e andai dal mio amico, parlammo fino al suono della campanella. Le prime due ore furono tranquille, poi arrivò l'ora della verifica, mi faceva molto male la pancia, avevo ansia di sbagliare tutto e prendere un'altra insufficienza.
Mentre la prof consegnava i fogli i miei pensieri tornarono a lui, da quando aveva iniziato a farmi ripetizione non avevo più preso un brutto voto a questa materia, ma adesso che non c'era più? Sicuramente non potevo chiedergli di aiutarmi, non sarei riuscita a stare con lui in una stanza da soli senza nemmeno darci un bacio o guardarci negli occhi. La verifica era davanti a me, impugnai la mia penna e iniziai a risolvere i quesiti, finita l'ora tirai un sospiro di sollievo, era andata.
"com'è andata la verifica?" La sua voce era squillante e odiosa, era inconfondibile, come un allarme. "credo bene" Mi limitai a rispondere. Sul suo volto comparve un sorrisino subdolo. "a me è andata benissimo dopo le ripetizioni di Brad, ha dei metodi molto... interessanti" Mi irrigidì stringendo le mani a pugno, i miei occhi erano infuocati e in una mossa veloce finirono dritti nei suoi, questo fece si che lei iniziò a divertirsi ancora di più. "devo dire che senza maglietta è proprio sexy, e poi quando inizia a baciare il collo fa letteralmente impazzire... oh ma questo tu lo sai giá vero?"
Ero sempre più arrabbiata, quello che sentivo era delusione, pura, ieri era venuto da me e dato che gli ho dato buca è andato da lei. "posso parlartene vero? Sai ho saputo che vi siete lasciati quindi tra voi non c'è niente no?" Lo disse con tono dispiaciuto, era veramente falsa, mi alzai di scatto e mi avvicinai a lei.
"sì hai ragione ci siamo lasciati, hai vinto tu... adesso scusami devo andare"Mi affrettai ad andare in bagno, mi chiusi dentro e mi sedetti sul water. In poco tempo la rabbia si trasformò in tristezza, una lacrima iniziò a scendermi, seguita da un'altra e un'altra ancora, se per lui era così facile voltare pagina sarebbe dovuto esserlo anche per me, e invece ero nel bagno della scuola a piangere per lui. L'unica persona che mi faceva del male ero io, mi affezionavo a persone che non se lo metitavano, davo amore a persone ingrate che giocavano con il mio cuore. Per lui è stato davvero così facile dimenticarmi? Gli è bastato andare a letto con un'altra? Tornai in classe dopo aver cercato di togliermi il mascara sbavato e dopo essermi sistemata un po', non prestai la minima attenzione alle lezioni, suonata la campanella tornai a casa.
I due giorni seguenti furono molto monotoni, mi svegliavo e mi preparavo, la mattina piangevo e poi mi riaggiustavo il trucco. Andavo a scuola con le occhiaie che cercavo di coprire col correttore, dato che non dormivo molto. Molti ragazzi avevano iniziato a provarci con me, non mi piaceva ricevere molte attenzioni, ma essendomi lasciata definitivamente con Brad fare nuove conoscenze mi sembrava un buon modo per andare avanti. Ethan ogni tanto mi scriveva scusandosi e dicendo di rivederci, io lo ignoravo, Brad e io eravamo tornati sconosciuti, non mi dava nemmeno più noia, non ci salutavamo e non ci guardavamo, se ci incontravamo per i corridoi cambiavamo strada. Con Noah e Luke mi capitava do scambiarci due paroline ogni tanto, ma niente di che.
Era la mattina del sabato, la settimana prossima la scuola sarebbe finita di mercoledì a causa delle vacanze natalizie. Mio padre era tornato la sera prima, gli avevo raccontato gran parte di ciò che era successo, tralasciando i particolari. Lui era molto preoccupato per me, mi sollecitò più volte di invitare Thomas a casa per pranzo, ma io avevo riufiutato, per quanto mi piacesse la sua compagnia volevo stare da sola. Avevo passato tutto il giorno a fare i compiti, la sera mi stesi sul letto e in poco tempo mi addormentai. Mi svegliai e decisi di farmi una doccia, mi spogliai e misi la musica. L'acqua che scorreva e picchiettava sul mio corpo era piacevole, mi sentivo leggera.
Finita la doccia profumavo di rose, mi guardai allo specchio, ero delusa di me stessa per essermi fatta trattare così.
Avevo voglia di distrarmi e quindi decisi di andare in discoteca quella sera, indossai un vestito rosso molto sexy, mi truccai e poi raccolsi i miei capelli in una crocchia, ci stavo molto bene, risaltava il mio viso, misi i gioielli e presi il giubbotto. Mi diressi alla discoteca, la musica si poteva sentire a chilometri di distanza.Appena entrai c'era una confusione immensa, questo sì che mi avrebbe distratto per un po', iniziai a ballare, due ragazzi mi stavano guardando e io in risposta iniziai ad ondeggiare i fianchi ancora di più. Loro si avvicinarono e iniziarono a parlarmi, insieme a loro c'era una ragazza, sembrava simpatica a primo impatto. Si presentarono, si chiamavano Evie, Logan e Alex.
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I LOVE MY ENEMY
Teen FictionDue ragazzi, nemici, o forse no. Jen torna a Londra, dove è nata e cresciuta, dopo la morte di sua madre. A scuola incontrerá il ragazzo che più l'ha fatta soffrire, ma anche quello che più la fará avvicinare a toccare il cielo. Sará una storia con...