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«In questi casi, vorrei che le nostre privacy fossero violate più spesso» bisbigliò sul suo collo.

«Allora non lamentarti» ridacchiò leggermente «Grazie» disse dopo qualche secondo guardando davanti a sé, accarezzando il braccio che cingeva il suo corpo facendo un piccolo sorriso che non diede a vedere al ragazzo dietro di lei.

«Per?»

«Per avermi fatto conoscere tua nonna»

«Mi fido di te e volevo farti conoscere una delle persone più importanti della mia vita» disse bisbigliando con voce roca sul suo collo.

«La potresti smettere di bisbigliare con voce roca nel mio collo?» chiese divertita ruotando la testa verso di lui.

«No» disse per poi posare lentamente le sue labbra sul suo collo «Devo ammettere, che stai resistendo abbastanza bene» le sussurò malizioso.

«Non sto resistendo a nulla» disse cercando di non balbettare.

«Non ti suscita nulla quello che ti sto facendo?»

«No»

Ovviamente mentì e il ragazzo lo sapeva benissimo.

«Immagino» sussurò per poi posare nuovamente le sue labbra sul suo collo ancora una volta, ma sta volta leccò leggermente una parte precisa.

La ragazza non aspettandosi quel contatto sussultò leggermente.

Voleva allontanarsi facendo un passo in avanti, non volendo dargliela vinta, ma la strinse più a sé.

«Perchè ti sposti se non ti suscito nulla? non ti sto recando alcun problema no?» le sussurrò staccando leggermente le sue labbra dal suo collo divertito.

«Perchè...perchè dobbiamo andare»
disse facendo un passo in avanti leggermente imbarazzata, cercando di non farglielo vedere perchè se no si sarebbe preso gioco di lei.

Era contento che si stesse aprendo e  dopo averla portata qui, era sicuro che avrebbero fatto grandi progressi.

Adorava veramente i suoi abbracci, lo confortavano, facendolo sentire meglio, perciò non voleva che la smettesse.

Voleva veramente vedere fino a che punto si sarebbe spinta a negare che la loro era solo amicizia, negando a sé stessa che per lei, lui era solo un amico.

Era orgogliosa e questo il ragazzo lo sapeva benissimo, perciò non lo avrebbe mai ammesso apertamente, anche perchè lo stava negando anche a sé stessa. Doveva solo capire che non poteva scappare da suoi sentimenti, ma affrontarli.

Ammise di essersi fatto prendere dal momento, la voleva solo abbracciare per farle capire che non era affatto vero che non le piacevano i suoi abbracci, anzi, ma non aveva resistito.

Sinceramente la ringraziò mentalmente di essersi tolta, perchè non avrebbe resistito un secondo di più.

Si riteneva così fortunato ad averla nella sua vita, adorando e allo stesso modo odiando avvolte il suo modo diffidente, il suo carattere, i suoi modi di fare, il suo sarcasmo e le sue solite battutine acide.

La accompagnò a casa, sapendo che  non si sarebbero visti come spesso facevano a causa dell'esame finale.

Gli dispiaceva, ma si rallegrò mentalmente pensando che si sarebbero rivisti subito dopo...o almeno credeva...o meglio sperava...e alla laurea...e per la loro futura collaborazione...e in generale perchè aveva bisogno di vederla...

In questi giorni la vide pochissimo e sinceramente se lo aspettava. Non andava più ad infastidirla a lavoro, perchè voleva che fosse concentrata senza alcun tipo di distrazione.
Facendo due lavori part-time decise di aiutarla...a sua insaputa, chiedendo ad un'amica di occuparsi di Mike, parlando con la madre, dicendole che tra meno di una settimana si sarebbero dovuti laureare, e che del figlio se ne sarebbe potuta occupare una sua amica.
Mentre per il bar chiese a Jisella di coprirle il turno per una settimana, in cambio di un'uscita tra amici, che accettò immediatamente, sia perchè le aveva promesso di uscire, sia perchè sapeva che Jessica si sarebbe dovuta occupare al momento solo dello studio.

La ragazza sentendosi chiedere dalla sua collega improvvisamente i suoi turni per una settimana, le parve strano e le chiese appunto il motivo, ma la ragazza le rispose che aveva bisogno di soldi, così accettò dopo essere stata pregata facendo la faccia da cucciolo. Mike non lo vide per circa una settimane, perchè la madre le disse che aveva poco lavoro e che del figlio se ne sarebbe potuta occupare lei, volendo passarci del tempo assieme, ma che tra un po' glielo avrebbe portato.

Finalmente terminò il periodo degli esami ed il reparto di economia aziendale organizzò una festa di fine anno.

Avrebbero ricevuto i risultati finali tra due giorni ed il giorno successivo si sarebbe svolto la cerimonia di diploma.

La ragazza stava morendo di paura, ma pensò di aver risposto correttamente a tutte le domande assegnate, perciò era sicura di essere andata bene, poi non occupandosi dei suoi due lavori part-time pensò di aver fatto ancora meglio.

Pensando che avrebbe rivisto il ragazzo dopo circa una settimana o poco più, ammise che le era mancato e che le erano mancate anche i suoi atteggiamenti spesso fastidiosi.

Sinceramente non aveva molta voglia di andare a quella festa, ma avrebbe rivisto di nuovo Jungkook perciò avrebbe fatto un piccolo sforzo.

L'appuntamento era in un club abbastanza distante, così non conoscendolo cercò la posizione per poterlo raggiungere senza troppi problemi sul cellulare.

Prima di uscire definitivamente dal suo appartamento, cercò le chiavi di casa che si era persa nel caos che creò alla ricerca di qualcosa di adatto a indossare. Nel mentre, ricevette una chiamata mentre era abbastanza nel panico, pensando che non le avrebbe mai trovate.

«Pronto Jungkook?» chiese poggiando il telefono in spalla, cercando in fretta con entrambe le mani le chiavi di casa ormai sperdute.

«Dove sei? Non ti starai mica ancora preparando spero?»

«No, ma che dici...sono uscita di casa» disse trovando finalmente le chiavi.

Si diresse alla porta con il telefono ancora in spalla e le mani occupate: una a tenere le chiavi di casa mentre l'altra la pochette «Sono già uscita» disse chiudendo la porta di casa

Non appena si girò per scendere le scale, vide lui, posato davanti al muro con una mano nella tasca dei pantaloni e con l'altra teneva il telefono con un sorriso accigliato.

Non ti riguarda ~Jeon Jungkook~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora