3. Gli uomini e i loro gioiellini

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Capitolo 3. Gli uomini e i loro gioiellini

Finalmente ero tornata a casa dopo la mia prima giornata di lavoro. Buttai le chiavi di casa sul tavolo nell'atrio, attraversai il salone e poi salii le scale per arrivare in camera mia. Lasciai cadere la borsa sulla moquette e mi sedetti sul letto per togliermi i tacchi. Slacciai il cinturino e li tolsi, i miei piedi facevano già meno male. Ero davvero stanca nonostante avessi fatto meno ore di quante ne avessi previste, ma intanto mia mamma mi pagava quando ne aveva voglia perchè ero sua figlia.

Che cazzo vuol dire? Anche io avevo bisogno di soldi se lei si rifiutava di darmeli per uscire con i miei amici.

Mi coricai sul letto e fissai il soffitto di camera mia. Ripensai alla mia giornata, era del tutto normale, una giornata come un'altra. Fino a quando Harry Styles non è venuto a riportarmi la mia biro. Poi, il perchè voleva farmela riavere, non l'avevo capito neanche io, non ero povera, potevo permettermi di comprare un'altra biro! Poteva anche evitare di venire direttamente lui, senza neanche avvisare, con tutti i soldi che ha poteva tranquillamente pagare una persona per riportarmi la penna.

Belle scarpe. Aveva detto. Gli piacevano veramente le mie scarpe? Probabilmente sì, se no non lo avrebbe detto. Giusto? O magari gli faceva schifo come ero vestita e l'unica cosa accettabile erano le scarpe. Probabilmente era così, ma perchè ci stavo pensando?

Scossi la testa come per mandare via i miei pensieri su Mr. Styles e mi misi a sedere sul letto. Aprii un cassetto della mia cassettiera e tirai fuori una vecchia maglietta dei KISS ed un paio di pantaloni della tuta per stare comoda in casa. Mi feci una lunga doccia, mi lavai per bene i capelli e, appena uscita li avvolsi in un asciugamano per togliere la maggior parte dell'acqua in eccesso. Mi infilai l'intimo, i vestiti che avevo precedentemente tirato fuori e mi misi anche gli occhiali da vista.

Sentii il mio telefono squillare e corsi velocemente in camera mia e lo cercai disperatamente dentro alla mia borsa, appena lo trovai risposi. "Pronto?"

"Amore... Mi sono dimenticata di avvertirti, sto andando a New York. C'è stato un contrattempo con i vari ordini e le spedizioni, domani sera sono di nuovo a casa. Lo prometto" Era mia madre ed era davvero dispiaciuta, ero appena tornata e lei stava già andando via, ma sarebbe tornata il giorno dopo, giusto?

"Non preoccuparti, mamma." La rassicurai. "Ci vediamo domani no?"

"Certo, a domani" Disse già più tranquilla e serena. Chiusi la telefonata e subito mi feci una foto con una faccia buffa da inviare a Tyler e così feci.

-Mia mamma non torna a casa, facciamo la serata gelato?- Inviai il messaggio e subito mi arrivò la risposta.

-Sono già per strada, vado a comprare il gelato e arrivo ;) - Fantastico, adoravo il gelato. Qualsiasi tipo. Ed adoravo passare le serate con Tyler.

Asciugai un po' i capelli lasciandoli ancora un po' umidi prima di scendere in cucina a preparare i pancakes. La nostra "serata gelato" consisteva nel cenare con i pancakes e guardare un film con una vaschetta di gelato a testa. Non mi ricordavo quando avevamo cominciato a farla, ma la facevamo poche volte all'anno, cioè quando mia mamma non era a casa.

Il mio telefono squillò ancora e per poco non mi bruciavo con il fornello per lo spavento. "Porca puttana" imprecai mentre risposi. "Chiunque tu sia, avrai il mio dito bruciato sulla coscienza" Dissi visto che non avevo guardato chi fosse. "Se sei Tyler fottiti" Aggiunsi.

"Chi è Tyler?" No. No, no... Non poteva essere ancora lui. Allontanai il telefono dall'orecchio e controllai il numero, non avevo ancora salvato il suo numero, pensavo che non mi avrebbe mai più contattata dopo oggi pomeriggio.

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