C i n q u e

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"Hey piccola, vuoi che ti porto io le valige in camera tua?"

Mi abbasso all'altezza dei due occhi grandi che mi guardano spaventati.

Mentre ammiro il verde spettacolare delle iridi della bimba mi accorgo che nei suoi grandi occhi c'è paura e confusione, ma d'altronde non posso che biasimarla.

"Dai, vieni.-prendo la sua piccola valigia quasi vuota e con un gesto della mano la incito a seguirmi- Vedrai che ti piacerà qua."

Le sorrido voltandomi per guardarla.

È ancora lì e quei suoi piccoli piedini non si sono mossi di un passo.

Torno indietro e piano le prendo una mano.

Posso capirla. Questa bimba avrà circa cinque anni e già è costretta a sopportare tutto questo.

"Io mi chiamo Rose, ma visto che adesso siamo amiche puoi chiamarmi pure Rosie."

Un piccolo accenno di sorriso compare sul suo volto.

"È più carino Rosie, vero?"

Mi alzo non distogliendo gli occhi dalla sua piccola figura e con la sua mano minuta nella mia cominciamo a camminare verso la sua stanza.

"Sai, qua ci sono tanti altri bimbi con cui puoi giocare."

Il suo orsacchiotto un po' mal ridotto la segue tenuto da lei che mi guarda curiosa, non più spaventata.

"Rose! Fermati."

La voce fastidiosa della signorina Evans fermò ogni mio passo e lentamente mi volto cercando di sorridere.

"Questa bambina starà in camera con te."

"Ma non dovrebbe stare con gli altri bambini nell'ala est?"

Chiedo confusa.

Togliendo il fatto che da adesso fino al momento della sua maggiore età dovrà sopportare questa casa e la signorina Evans, togliergli la compagnia di altri bambini mi sembra proprio crudele.

"Ho deciso così, poi comunque non sarebbe riuscita a parlarci o giocarci insieme comunque."

Con un ghigno di disprezzo verso la bambina e un'occhiataccia rivolta a me se ne va scendendo le lunghe scale.

Cosa voleva dire? Magari è timida, ma dopo ci si abitua alla compagnia di altre persone.

Non saprei.

Rivolgo uno sguardo alla bambina che è concentrata a guardare le sue graziose scarpette rosse.

"Hey Emily, andiamo?"

Non risponde e semplicemente continua a osservare le sue ballerine.

Mi dirigo verso la mia camera mentre gli occhi grandi della bimba affianco a me sembrano scrutare ogni singolo particolare dei lunghi corridoi.

"Ti piace qui, vero?"

Mi guarda, ma subito dopo distoglie lo sguardo.

È come se stesse cercando qualcosa.

Entriamo nella stanza e trovo Edward che dorme sul mio letto con le cuffie alle orecchie.

La musica si sente fino da qua; dovrebbe smetterla di venire in camera mia per finire poi a dormire.

"Questo è Edward, ma tu puoi chiamarlo Ed. È molto timido, proprio come te."

Emily fissa Edward attenta mentre io prendo la sua valigia e cerco un posto dove poterla posare in modo che la stanza non risulti in disordine.

Unbroken h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora