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Gli occhi attenti di Louis mi fissano insistentemente ormai da un paio di minuti.
Non è qua da molto, ma è da troppo tempo che mi fissa. Vorrei capire cosa vuole e perché si comporta così.
Capisco di non essere proprio nella posizione giusta per poter giudicare visto che sono scappata via senza un motivo. Forse è venuto qua per chiedermi il perché della mia azione un po' insensata.
Devo dire che mi piacciono molto gli occhi di Louis. Sono molto chiari e ho sempre avuto un debole per gli occhi chiari. Ovviamente con 'sempre' intendo da quando ne ho memoria.
Anche se adoro particolarmente le sue iridi chiare non cambia il fatto che dovrebbe smetterla di fissarmi. Sta continuando ad infastidirmi e forse lo fa a posta proprio per vedermi in questo stato. Non saprei.
"Vuoi qualcosa in particolare da me?" Trovo le parole. La mia pazienza sta finendo.
Continua a guardarmi, ovviamente. Da quando è entrato non ha smesso un attimo di farlo.
"In realtà si.." Un sorriso furbo compare sul viso asciutto di Louis. "ma volevo solo infastidirti un po'."
Lo guardo curiosa e lo incito a continuare con un semplice cenno della testa.
"Non comprendo pienamente il tuo gesto di poco fa, ma comunque volevo parlarti di un'altra cosa."
Sorvolo il suo commento lasciando perdere.
"Ti ascolto."
Mi appoggio alla testata del letto mentre Louis si siede meglio sul mio letto bianco.
"Hai presente quello che ha detto oggi la Evans su Edward?"
Annuì un po' confusa. Voleva parlarmi della punizione troppo dura o di qualcosa riguardo Ed?
Ed. Mi piaceva come soprannome.
"Per prima cosa non devi preoccuparti della punizione. C'è una lunga storia dietro il rapporto tra me e la Evans. Va avanti da molto tempo. Probabilmente i miei genitori le devono aver fatto un torto o qualcosa del genere così adesso sono io a pagarne le conseguenze, ma d'altronde è sempre stato così. Davvero, non preoccuparti."
Voglio sapere cosa ha fatto di così tanto grave la sua famiglia alla signorina Evans, ma dalla sua espressione comprendo che forse non lo sa nemmeno lui.
"Anche con i genitori di Edward ha avuto questo tipo di problemi?"
"No. I genitori di Ed non li conosce praticamente nessuno. La Evans lo ha trovato sul ciglio della porta quando ancora era piccolo e con malavoglia, come al suo solito, lo ha portato con se prendendosene cura, più o meno. La sfortuna di Edward è stata avermi come amico. Abbiamo sempre combinato guai in questa comunità e la maggior parte di volte lui si prendeva la colpa anche se io gli ho sempre detto di finirla con questa storia."
Notai che si stava torturando le mani massaggiandosele più e più volte.
"Posso chiederti una cosa?" Chiesi non molto convinta.
Sapevo che era maleducato fare questo tipo di domande, ma la mia orribile curiosità prese il sopravvento ancora una volta.
Sospirò e dopo mi rivolse un sorriso stanco.
"Edward balbetta fin da quando l'ho conosciuto, cioè da sempre. Non saprei spiegarti il perché. Probabilmente è tipo rimasto traumatizzato dalla Evans e dai suoi modi di fare. Per un periodo non parlò con nessuno tranne che con me.
L'altro giorno devo confessare che mi sono stupito quando vi ho trovati nel bagno a parlare. Lui di solito non parla subito con le persone che non conosce."
Avevo ragione. Ed si fida ciecamente di Louis, è per questo che con lui non balbetta.
"Con te non balbetta." Osservai.
"Si fida di me."
Il silenzio calò sulla stanza e io mi incantai ad osservare un punto del muro bianco che sapeva di anonimo mentre pensavo a varie cose e ragionamenti più o meno insensati.
"Rose, quanti anni hai?" D'un tratto Louis con la sua voce, a volte acuta, interruppe il silenzio e io lo ringraziai. Stavo cominciando a soffocare.
"Da come mi hanno detto il prossimo ottobre, cioè tra poco meno di un anno, ne compirò 18."
Solo dopo mi accorsi di non aver mai parlato né con Louis né con Ed della mia amnesia.
Sperai con tutta me stessa che non l'avesse notato, ma quando alzai il volto per vedere il suo le mie speranze crollarono.
La sua espressione è confusa e in cerca di spiegazioni.
"Cosa vorrebbe dire 'da come mi hanno detto'?"
"I-io non...tipo un mese fa ho avuto un incidente e.." Sospirai un attimo. Da quel momento non avevo veramente parlato con qualcuno e forse poteva aiutarmi sfogarmi un po' con una persona che mi avrebbe ascoltato.
"...e l'incidente mi ha procurato un'amnesia retrograda. Praticamente la parte del cervello che conservava i ricordi, le persone che conoscevo e le esperienze che ho vissuto è stata danneggiata e adesso non ricordo niente. Semplicemente il nulla."
Louis mi guarda come tutti quelli a cui ho raccontato la storia mi hanno guardata. Odiavo quello sguardo pieno di pena e compassione per me. Non volevo che le persone provassero pena per una povera ragazza orfana che non ricordava niente del suo passato.
"Mi dispiace..."
"Non voglio la tua compassione Lou, ma grazie."
Sorrise. Forse per il soprannome o forse per il mio sforzo inutile di sembrare una persona forte.
"Lou...mi piace." Sorrise contento.
"Di sicuro meglio di occhi blu!"
Ridiamo entrambi dimenticandoci per un momento dei tanti problemi intorno a noi.
"È il soprannome più bello di sempre Rosie!"
"Se lo dici tu."
Gli sorrisi mentre riprendevo fiato dalle troppe risate.
"Allora mi dai il permesso di chiamarti occhi blu?"
"Certo Lou, ma un giorno dovrai spiegarmi il significato di questo soprannome."
"Un giorno magari..."
La conversazione continuò e noi cercavamo disperatamente un soprannome decente per Edward, ma non riuscivamo a sorpassare gli standar dei nostri due soprannomi così ci arrendemmo poco dopo.
Io mi sdraiai nel comodo letto e Louis prese posto di fianco a me.
"Lou posso chiederti una cosa?"
"Tutto quello che vuoi Occhi blu."
"Com'è il liceo?"
Non glielo dissi, ma avevo molta paura. Più del normale, ma forse per me era abbastanza normale.
"Non è niente di cui tu debba preoccuparti adesso." Mi guardò, ma io continuai ad osservare la crepa grigia nel soffitto che interrompeva l'anonima parete bianca.
"Ti dirò tutto quello che c'è da sapere tra qualche giorno."
Gli sorrisi e tornai con lo sguardo sul vecchio muro.
Mi sentivo felice in quel momento e per una volta quelle mura non mi parevano tanto di solitudine.
"Hai già comprato la roba che serve?"
"No e non saprei nemmeno che cosa comprare visto che nessuno me ne ha mai parlato."
Mi sorrise divertito anche se non ci trovavo niente di divertente.
"Possiamo accompagnarti io e Edward!"
Louis si alza improvvisamente dal letto e prende la mia mano facendomi alzare.
"È da troppo tempo che non usciamo da qua."
"Non..non so se la Evans ci lascerà andare."
"Non importa, dai."
Riflettei un attimo. Poteva benissimo metterci in punizione tutti e tre per questo.
Se gliel'avessimo chiesto ci avrebbe detto di no.
Forse potevo chiederglielo io. Magari avrebbe risposto di si.
"Posso chiederglielo io.."
Gli dissi incerta prima che potesse tirarmi in corridoio con lui.
"Ti dirà di no e lo sai."
"Ho un'idea!"
Non ero molto sicura, ma bisognava provare.
"Se gli diciamo che usciamo con Margo?"
Louis smembrò rifletterci un attimo e poi mi sorrise debolmente.
"Anche se vai contro una regola non ti succede niente. Hai paura per la punizione? Ti ho già detto che non ti farà niente. Fidati di me."
Notai che i suoi occhi erano molto più chiari. Stupendi come sempre. Provai invidia nei suoi confronti. Ho sempre desiderato avere gli occhi blu.
I miei sono di un grigio freddo e non so se è per colpa della mia personalità, ma non trasmettono emozione.
"Vado a chiamare Edward."
Cominciò ad avviarsi verso il corridoio che portava all'ala sud.
"Aspetta Lou!" Lo raggiunsi il prima possibile. "Dov'è Ed?"
"Penso sia in camera sua.."
"Vado a chiamarlo io."
Non riuscivo a nascondere la mia agitazione.
Credo di potermi fidare di Lou, ma comunque l'ansia prevale.
Louis nota la mia preoccupazione e si ferma prima di continuare la sua corsa.
"Io vado ad avvisare Ed è tu scendi da Margo. Probabilmente starà cucendo nel salone."
Mi sorride prima di prendere la direzione opposta verso l'ala maschile.
Lo guardo allontanarsi e scendo veloce le scale.

Unbroken h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora