8. La profezia

124 6 0
                                    

            "Tu sei Persefone, giusto?" disse Talia e poté sentire il resto della squadra abbassare lentamente le armi.

"Si, sono io, sono venuta con delle risposte, ma dobbiamo entrare, solo così tuo padre potrà proteggerci." Talia annuì e a passi rapidi si avviarono tutti all'interno del complesso e quando Talia si chiuse le porte alle spalle poté vedere un velo d'ombra coprire leggermente l'edificio. Mentre camminavano tutti in silenzio verso il salotto, Tony batté le dita due volte contro il centro dell'armatura e questa si richiuse all'interno di quel piccolo contenitore luminoso. La tensione nel salotto si poteva tagliare con il coltello, nessuno si sedette, erano tutti pronti ad attaccare, tranne Persefone che prese posto sulla poltrona centrale della stanza. Talia incrociò le braccia e si appoggiò con la schiena al muro di fronte a dov'era seduta la dea e la guardava attendendo che lei iniziasse a parlare; dal canto suo, Persefone aveva occhi solo per Talia, non guardò nessun'altro per tutto il tempo.

"Ti ho portato dei doni da parte di tuo padre." Disse infine la dea e con un gesto della mano apparve sul tavolo da caffè un grande scrigno in legno, decorato in oro, avvolto in una nuvola di fumo nero che sparì pochi secondi dopo. Talia si avvicinò allo scrigno e lo guardò senza toccarlo, su di esso era posata una busta e scritto in un perfetto corsivo vi era il suo nome sopra. "La lettera mi ha detto di dirti di aprirla solo quando ti senti pronta, lo scrigno puoi aprirlo ora."

"Una vita assente e ora mi fa dei regali che fa recapitare a sua moglie, un po' cliché non trovi?" disse Talia sforzando un sorriso; la dea la guardò rattristita e si sporse in avanti.

"Devi capire che tuo padre ti ama come non ha mai amato nient'altro nella sua esistenza." Disse Persefone con voce grave.

"Ah si? Allora perché mi ha lasciata? Perché mi ha abbandonata se come dici tu lui mi ama così tanto?" urlò Talia, che si sentì gli occhi leggermente bruciare ma si sforzò di non fare uscire le lacrime.

"Lo ha fatto per proteggerti." Rispose Persefone cercando di farla ragionare.

"Proteggermi? Proteggermi! Lasciandomi nelle mani di quel mostro mi ha protetto secondo te?" Talia sentiva le vene sul collo quasi scoppiarle da quanta rabbia stava cacciando fuori in quel momento. Tutti gli altri la osservavano in silenzio, senza muovere nemmeno un muscolo.

"Lui non sapeva..." provò a dire Persefone.

"Ma lui poteva vedere giusto? Lui mi ha sempre tenuta d'occhio da lontano, non è così?" Talia pronunciò quelle parole facendo tornare il tono della voce normale e Persefone annuì con gli occhi leggermente lucidi.

"Devi capire perché tuo padre ha fatto quello che ha fatto, dopo aver perso tua sorella e tua madre non poteva perdere anche te."

"Perché?" chiese Talia e vedendo la confusione sullo sguardo della dea proseguì "Perché Zeus ha fatto quello che ha fatto? Voglio sapere perché le ha uccise e perché vuole uccidere me." Disse con una voce fredda come un pezzo di ghiaccio non togliendo gli occhi dall'elegante donna seduta sulla poltrona.

"Ora ci arrivo, prima di dirti cosa vuole Zeus, devo spiegarti delle cose." Talia stava per protestare ma la dea la interruppe prima che ci potesse riuscire "Fidati è meglio così. Apri lo scrigno." Talia controvoglia ubbidì e, spostando la lettera sul tavolino, aprì lo scrigno. Ci fu un attimo di tensione nella stanza, ma poi Talia vide il contenuto e lo tirò fuori: era un lungo mantello nero con una chiusura dorata che immaginò dovesse chiudersi intorno al collo. Era di una fattura finissima e tutto ricamato nei minimi dettagli. "Provatelo." Disse la dea con un largo sorriso sulle labbra e Talia slacciò la chiusura d'oro e tenendolo per i lembi se lo fece roteare intorno per appoggiarselo sulle spalle. Chiuse con una mano la chiusura in oro intorno al collo e con due mani prese i lembi del cappuccio e se lo tirò su: le calzava a pennello. "Quello è il Mantello dell'Oscurità di tuo padre, doveva essere il regalo per i tuoi 18 anni. L'ho modernizzato un po' prima di portartelo."

I MaledettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora