25. Lasciarsi andare

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"Talia, stiamo per arrivare." Una mano le stava scuotendo leggermente la spalla, risvegliandola da quel sonno turbolento, che però l'aveva aiutata a recuperare le forze. La ragazza aprì gli occhi e guardò l'uomo di fianco a lei concentrato sulla guida del velivolo e lui le lanciò uno sguardo distratto. "Sei sicura di voler tenere segreto quello che è successo? Io non..."

"Ho preso una decisione, Tony, e rimarrà quella." L'uomo la guardava dispiaciuto e con gli occhi carichi di pietà: era proprio quello il problema, una persona sapeva quello che era successo ai suoi zii e lei non riusciva già più a sopportare il suo sguardo.

"Come vuoi."

"Quindi, che facciamo con questa? Dobbiamo scaricarla." Incalzò Talia indicando il contenitore improvvisato che conteneva la folgore.

"C'è un posto nella proprietà del complesso che è stato progettato per trattenere qualcosa di molto, molto potente, secondo me potrebbe andare bene." Tony teneva lo sguardo fisso all'orizzonte, da cui ora si riuscivano ad intravedere dei profili di grattacieli illuminati dalla luce del tramonto.

"Quanto potente?"

"Più che potente è anche molto arrabbiato." Disse soffocando una leggera risata che poi si spense subito guardando Talia. "Comunque al massimo la distruggeremo, tanto in teoria non dovrebbe più servire." Talia annuì, mentre Tony iniziava le manovre di atterraggio quando ancora il complesso sembrava un luogo lontano. Talia rimase immobile, con i gomiti appoggiati sulle sue ginocchia e le mani giunte a reggerle il mento, incantata senza guardare nulla di specifico di fronte a lei, ma con un peso sul cuore che non riusciva a togliersi. Il suo volto era segnato dalla morte, che creava delle rughe innaturali sulla sua fronte e intorno alle labbra; era pallida, come se non avesse mai visto la luce del sole e i suoi occhi, circondati da profonde occhiaie nere, erano ancora un po' gonfi e arrossati. Non si rese nemmeno conto che, oramai, Tony aveva terminato la procedura di atterraggio e le toccava la spalla amorevolmente.

"Talia, sei sicura di stare bene?" la ragazza alzò lo sguardo spento verso l'uomo e annuì.

"Si, dammi un minuto solo." Tony sospirò rassegnato e si allontanò da lei portandosi dietro la cassetta contenente la folgore, ma non aprì il portellone. Talia chiuse gli occhi e si fece un giuramento: tutto il dolore che stava sentendo in quel preciso istante, tutta l'angoscia, la rabbia, la morte, la tristezza, doveva reprimerlo e usarli come un nuovo carburante per andare avanti, perché ora lei aveva un obiettivo che avrebbe raggiunto a costo della sua stessa vita. Prese un respiro profondo e, come un automatismo, il suo viso si distese e la ragazza, con ancora stretta nelle braccia la cornice argentea, si alzò e raggiunse il fianco di Tony abbozzando un sorriso. L'uomo impallidì nel vedere quanto rapidamente avesse cambiato umore e che, i lineamenti corrucciati che le stavano corrompendo il viso, erano improvvisamente tornati quelli della solita Talia. Decise di ignorare questa cosa e, premendo sul pulsante, aprì il portellone e rivelando tutta la squadra che li aspettava a braccia conserte. Camminarono entrambi rapidamente fuori dal velivolo mentre gli altri iniziarono a tempestarli di domande; Tony si strinse la cassetta rossa e oro per evitare che qualcuno nella foga la colpisse per sbaglio.

"Si. Si ho capito, va bene adesso dobbiamo sbrigare delle cose..." fu la prima cosa che Talia sentì e a pronunciarla fu proprio l'uomo accanto a lei.

"Stark, non azzardarti più a chiuderci così come degli animali!" urlò Sam tutto infuriato.

"Non sai quanto ci avete fatto preoccupare!" disse Wanda prendendo un braccio di Talia.

"Che è successo?" incalzò Natasha.

"Gradiremmo una risposta però, siamo stati chiusi qui senza una risposta per tutto il giorno. Ora voi tornate e continuate a camminare senza risponderci nemmeno?" Bucky cercò di fermarli in qualche modo, ma Talia pensò che il non rispondergli fosse troppo sospetto e si bloccò di colpo. Per un secondo sentì le gambe vacillarle e pregò affinché il tremore della sua voce non la tradisse, prima di girarsi verso il resto della squadra con un mezzo sorriso.

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