8. Stelle

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Spalanco di occhi di botto, mi sento tutta sudata. Ho tanta paura, tanta. Come ho potuto sognare una cosa del genere! Tutta la mia vita messa insieme.

E' da più o meno due giorni che non vedo Dylan e già mi manca. Mi manca la sua voce, il suo sorriso, mi mancano i suoi occhi così profondi, le sue carezze. Mi manca tutto di lui.

Guardo fuori dalla grande vetrata, c'è molto buio, saranno le 3 di notte! Mi alzo dal letto e vado in bagno per darmi una rinfrescata. Mi osservo allo specchio, non mi riconosco più. Dei piccoli tintennii si alternano a dei grossi tonfi, sobbalzo. Percepisco che proviene da camera mia. Ho molta paura, più di quanta ne avevo prima.

Il respiro si fa affannato, l'ansia sale. I rumori si fanno sempre più forti. Prendo coraggio e senza pensarci due volte, spacco con un pugno lo specchio. Ho la mano tutta insanguinata, con dei tagli alle nocche. Impreco dal dolore, ma provo a metterlo da parte, prendo un pezzo di vetro e mi avvio verso camera mia.

Lentamente apro la maniglia della porta. Il cuore mi batte a mille, ho una paura indescrivibile, l'angoscia è ancora peggio. Corro provando a trattenere il fiato ed entro nella mia stanza.

Sobbalzo e sospiro di sollievo. Quegli spaventosi rumori erano solo dei semplici sassolini che sbattono sulla mia grande finestra. Mi avvicino di più a essa e scorgo un volto famigliare, lo sapevo, è tornato da me. Gli sorrido e apro la finestra.

"Ma che fai?" bisbiglia. Come cosa faccio? Sto scendendo da lui!

"Non posso uscire dalla porta, mi sentirebbe! Lui ha un sonno leggerissimo." rischio meno in questo modo.

"Okay, bene, um-" esita. "Non è molto alto, um, ti aiuto io." finisce, sembra molto spaventato.

Poso un piede sulla parte sinistra della ringhiera e mi appoggio al grosso cornicione bianco. E' pieno di polvere!

"Aspetta!" esclama, effettivamente è molto più pericoloso di quanto immaginassi. Sgattaiola via velocemente, ma subito dopo ritorna con in mano una scala a pioli.

"Grazie." scendo giù lentamente, con tanta ansia. Quando arrivo agli ultimi due scalini, il pedale cede. Alzo le braccia in aria e faccio uno strilletto di paura. Per fortuna mi sento tenere i fianchi e la schiena, mi volto e rimango fulminata da- dal suo sguardo. Mi sento arrossire di colpo, poi sorrido dolcemente. Lui mi guarda negli occhi intensamente, mi sento a disagio, ma è bella questa emozione se succede con lui.

"G-grazie." balbetto dall'imbarazzo.

"Di nulla. Ti va di andare nei campi, sono bellissimi di notte." mi prende la mano, e senza neanche che io gli risponda, inizia a correre portandomi con se. Si volta e mi guarda ridendo, siccome sono molto impacciata e appena trovo un minimo ostacolo per terra quasi cado. L'aria notturna gli sventola i capelli, sono così carini.

Corriamo da circa dieci minuti e mi manca l'aria. Mi fermo, mi osserva la mano e fa un'espressione stranita.

"Che hai fatto?" mi chiede ispezionando i mie taglietti.

"Nulla, avevo solo paura-" abbasso lo sguardo e poi continuo: "Tranquillo, va tutto bene." appena finisco di parlare si sdraia sul prato. Un po' schifata dalle piccole formiche, lo segui con il gesto. Ci mettiamo a guardare le stelle, sono così luminose e così affascinanti.

"Wow." esclamo.

"Ti sei mai fermata a guardare le stelle, Lady?"

"No, mai, non ho mai dato importanza a queste cose." affermo imbarazzata. Effettivamente dico che vorrei godermi le piccole cose, ma non ho mai pensato di fare una cosa del genere.

"Io ogni notte le guardo. E quando lo faccio-" si blocca. Sento il suo braccio scorrere verso di me leggermente, poi, dolcemente, mi accarezza la mia mano. "Penso a te." termina. Prendo un grosso respiro, sento di nuovo le farfalle nello stomaco. La gioia si è impadronita del mio corpo.

"C-cosa?" chiedo sorpresa e in modo molto timido. Non ci posso credere che lui mi pensa, e poi quando guarda le stelle.

"Si, io penso sempre a te. E se non fosse così, perché ti avrei cercata ogni volta?" finisce, sento che sorride. Faccio un piccolo risolino, ma non rispondo. Finalmente per qualche minuto non penso a quel brutto giorno.

"Credo che ora sia arrivato il momento di tornare a casa." affermo. Credo che lui si sia un po' offeso, a giudicare dall'espressione, ma voglio farmi un po' desiderare, anche se non ne sono pienamente capace.

"Certo, si è fatto troppo tardi!" ci alziamo e iniziamo a tornare nella mia dimora.

Lui mi saluta e se ne va.

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Mi risveglio con la voce di due uomini sconosciuti.

"Lady Meredith Edward, lei è in arresto per omicidio." sobbalzo di colpo ed esco dal letto.

"C-cosa?" come hanno fatto a scoprirlo? Mio padre!

"Lasciate mia figlia! Sono il Re!" sbraita. Lo odio, sono sicura che mi ha messo lui in questo casino!

Mi portano via con forza e mi fanno sedere su un carro trainato da tre cavalli.

"Chi ha testimoniato?" chiedo, ma non ricevo alcuna risposta.

"Chi ha testimoniato!" urlo.

"Stia in silenzio signorina." risponde il poliziotto alla mia destra.

Arriviamo alla stazione di polizia e bruscamente mi portano in una cella.

"Appena ci saranno notizie, verremo a conferirgliele." finisce andandosene. Questo stanzino fa schifo, ha un letto con il materasso sporco, il wc e il lavandino nello stesso posto! Ma la cosa che odio ancora di più è quella che dovrò stare da sola per fin troppo tempo, senza neanche il mio pianoforte.

Sento molti schiamazzi provenienti da altre celle. Ho molta paura, e voglio assolutamente sapere chi ha detto quello che ho fatto.

Sobbalzo quando vedo un uomo avvicinarsi alla mia cella, lo conosco, ha un volto molto famigliare.

"Non osare dire quello che ti abbiamo fatto, o ti ucciderò!" esclama, però, a bassa voce. Ora capisco chi è. Quel pezzo di merda che stava per violentarmi! Mi chiedo solo come possa essere vivo! Evidentemente il colpo di Dylan non era abbastanza forte.

Mi avvicino a lui, gattonando.

"Tu credi che io me ne starò zitta, tu credi che io ho paura di te. Io convivo già con la paura, non mi cambia nulla se aumenti la dose. Se tu proverai a fare qualcosa a me o alle persone a cui voglio bene, ti ammazzerò io con le mie stesse mani." affermo, fissandolo negli occhi. Sono piena di rabbia, ho bisogno di sfogarmi, e so che non riuscirei mai a sconfiggerlo da sola, ma avevo bisogno di dirgli queste cose. Lo odio con tutta me stessa; e non la farà franca.

Eii! Vi sta piacendo la storia? Spero di sì <3. Se ci sono degli errori, avvisatemi nei commenti! Scusatemi!

My only sunrise || Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora