15. Il matrimonio

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5 giorni dopo

"Siete pronta, principessa." mi comunica la dolce ragazza che mi ha aiutata a vestirmi e a prepararmi al meglio per questo orribile giorno. "Andatevi a guardare." conclude. Cammino verso lo specchio e mi osservo. Devo dire che questo lungo vestito bianco mi dona. Ha una gonna sfarzosa, all'estremità delle maniche e al termine dell'abito c'è del pizzo. Ho dei tacchetti eleganti, sempre bianchi, che neanche si vedono dalla lunghezza del vestito. I miei capelli sono decorati da trecce che vanno a formare una mezza coda, sopra un velo trasparente fissato con la mia corona.

"Grazie." dico alla ragazza di prima. A dire il vero non sono triste. No, non lo sono, perché so che dopo mi aspetterà un qualcosa. Il rumore della campana mi riscuote dai pensieri.

"E' arrivato il momento." afferma mio padre entrando nella stanza. Lo raggiungo e intreccio il suo braccio con il mio. Fuori mi aspetta un lungo tappeto rosso con tanti vasi pieni di fiori. Un sacco di gente, tra cui i miei parenti, mi fissa e mi lancia dei petali bianchi e rossi. Sorrido e saluto tutti, sempre camminando galantemente. Sposto lo sguardo verso il mio spasimante, in questo momento si sta credendo Dio, vuole sposarmi solo per il potere, lo leggo dai suoi occhi.

"Devi sembrare felice. Nessuno deve sospettare." dice con fermezza Dylan. Annuisco.

"Nessuno dubiterà." gli poso un dolce e semplice bacio sulle labbra.

Raggiungo sir William e gli sorrido.

"Sii disinvolta. In quel momento tutti crederanno che non vedi l'ora si sposare Troys." afferma il mio dolce ragazzo.

"Siamo qui riuniti per la celebrazione del matrimonio fra la principessa Meredith e il signor. Troys."

"Sorprenderemo tutti." mi guarda con fermezza, ma con uno sfondo di dolcezza.

"In questo momento stiamo unendo due vite che inizialmente erano sole. Ora vi chiedo se siete disposti ad amarvi ed onorarvi per il resto della vostra vita." facciamo contemporaneamente un cenno di si con la testa.

"Vi starete accanto in malattia e in disagi?" chiede il prete. Annuiamo.

"Nessuno più ci dividerà." afferma abbracciandomi.

"Nessuno." termino.

"Quindi, signor. Troys, volete prendere in sposa la principessa Meredith, amandola ed onorandola per il resto della vostra vita?" chiede.

"Si, lo voglio." afferma William.

"Sai cosa devi dire." dice.

"E tu, principessa Meredith, volete prendere come sposo il signor Troys, amandolo ed onorandolo per il resto della vostra vita?"

Sospiro.

Prendo un attimo di tempo.

"N-no, non lo voglio." termino tutto d'un fiato. Gli ospiti sembrano paralizzati. Mio padre stringe i pugni. Il prete si toglie il mantello dal volto e affrettatamente prende un coltello in mano, afferrandomi la testa. Punta la lama alla gola.

"Non fate nulla, o la principessa morirà!" esclama, urlo.

"Fate quello che dice!" sbraito con le guance rigate di lacrime. Mi lascio trasportare su una carrozza.

Ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere.

"Siamo stati grandi." dice il 'prete Dylan'. Sghignazzando gli poso un bacio sulla guancia.

Dopo ore e ore di viaggio raggiungiamo una nave. Saliamo su di essa. Stiamo finalmente scappando da Londra, stiamo scappando dalle nostre vite, può sembrare un gesto vigliacco, ma mi sono stancata di vivere lottando contro mio padre o contro i sensi di colpa.

Rimango abbracciata a Dylan, l'unico uomo che amo. Chissà se lui mi ama veramente?

L'unica cosa per cui sono triste di andarmene è il fatto che se non vedrò più mio padre, non potrò sapere cos'è successo veramente a mia madre, ma in qualche modo lo scoprirò, magari mandando dei messaggeri ad indagare.

Inoltre, la ferita ormai è guarita del tutto. Guardo l'orizzonte. Mi addormento.

"Principessa mia, siamo arrivati." mi bacia la fronte.

"Wow." affermo vedendo il paesaggio così bello. In lontananza noto una specie di torre altissima, sembra molto bella.

"Andiamo lì!" esclamo come una bambina.

"Certo." mi prende la mano ed iniziamo a camminare osservando i bellissimi luoghi della Francia.

"Volevo dirti che ho messo da parte molti soldi e sono riuscito a permettermi un appartamento poco lontano dalla città, non è nulla di che, però possiamo viverci perfettamente." mi comunica.

"Va benissimo, spero che ancora non si sia sparsa la voce del fatto che io sono la principessa, sennò non abbiamo concluso nulla." abbassa lo sguardo un po' giù di morale, lo accarezzo e lo bacio.

"Scusa, non volevo metterti ansia."

"Tranquilla, non preoccuparti." continuiamo a camminare e camminare, fino a che arriviamo di fronte a quella grande torre.

"La Tour Eiffel." afferma Dylan sorpreso. Ecco il nome.

"Si può salire?" chiedo, voglio troppo farlo. "Non lo so," esita, speriamo. "Vado a chiedere." si allontana un attimo. C'è una marea di gente che cammina e parla. Oddio, la lingua! Come farò? Devo assolutamente impararla.

"Si, si può!" esclama tornando da me. Salto felicissima e insieme raggiungiamo le scalette. Le percorriamo, ammetto che ho molta para, mi passerà. Posso vedere tutto da qui, è indescrivibile la bellezza di questo posto.

Raggiungiamo la cima e poso le mani sulla ringhiera. Mi volto e noto che Dylan ha gli occhi chiusi e suda.

"Soffri di vertigini?" chiedo ridacchiando, striscio la mia mano poggiandola sulla sua. Apre leggermente un occhio.

"Tranquillo, ci sono qui io." Gli prendo i polsi e li metto violentemente sul mio sedere. Subito si rilassa e sorride.

"Ora va meglio." ci baciamo con foga. Il sapore della sua bocca è dolce, nessuno è così perfetto. Vorrei dirgli che lo amo, ma non posso adesso. Magari non ricambia in quel modo. Ho ansia, ma allo stesso tempo sono spensierata, con lui, con le nostre lingue che si sfiorano e vanno perfettamente coordinate. Non vorrei mai staccarmi da lui. Si, sono sicura, lo amo.

Amo questo capitolo, soprattutto per i salti temporali. Spero piaccia anche a voi. Attendete i nuovi capitoli <3. Grazie per il supporto, ah e se ci sono eventuali errori comunicatemelo nei commenti.

My only sunrise || Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora