10. Decisioni

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Torno a casa spensierata più che mai, un suo solo tocco mi fa sentire bene. Sto riuscendo a tornare a vivere dopo quell'accaduto, anche se è difficile, molto.

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"Figlia, sei tornata!" esclama mio padre, so che l'idea di farmi evadere è stata sua, ma questo non vuol dire che ora mi sta simpatico.

"Già." però, in modo molto freddo, lo abbraccio.

"Padre, vorrei parlarti di quello che penso sul mio futuro, per organizzare le cose!"

"Certo." afferma sedendosi, lo seguo con lo stesso gesto.

"Ho pensato di- um- ecco- di sposarmi dopo l'incoronazione, così sarò più matura per il momento, e potrò conoscere meglio sir Troys." lui fa una faccia stranita, ma poi sorride. Voglio sposarmi il più lontano possibile.

"Va bene, figlia. Farò in modo che succeda così." mentre se ne sta per andare lo blocco.

"Padre- io non sono innamorata del signor Troys-" mi blocco, ha un'espressione confusa e arrabbiata.

"Cosa vuoi dire?" alza il tono della voce.

"Che io sono innamorata di- di Dylan." sbotto tutto d'un fiato. Sospira rumorosamente e poi sbatte le mani sul tavolino.

"Tu ti sposerai con sir Troys, quel pastore può andarsene al diavolo! Lui non è il tuo destino, è povero e senza un livello sociale, e- e in più-" sembra perplesso, ma non vuole continuare.

"E in più? Rispondi, padre."

"Lascia stare! Non fare storie e vai in camera tua."

Lo odio, non cambierà mai! Poi che cosa mi voleva dire?

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Mi sistemo i capelli e senza farmi vedere esco di casa; corro fino a trovare la casetta di Dylan, entro senza neanche bussare e- e non c'è?

"Eccomi!" esclama sbucando fuori dal bagno. Sobbalzo, che paura!

"Mi hai fatta prendere un colpo!" urlo ridendo, sghignazza, ma poi torna serio.

"Ti devo parlare." afferma abbassando lo sguardo. Oddio, forse non mi vuole più vedere! Oppure non gli piaccio! Che paura.

"Si-"

"Siediti qui." mi porge la mano per aiutare a sedermi. Ho tanta paura. "Degli uomini mi danno la caccia, creo siano gli scagnozzi di tuo padre." sbotta un po' giù di morale.

"E io- io credo di andarmene." finisce. Ma cosa intende!

"Andartene dove!" esclamo preoccupata, molto preoccupata.

"In- in Francia." rimango allibita, non ci credo. Se ne vuole andare? Mi lascerà da sola, lui è il mio unico sfogo!

"Vengo anche io!" urlo. Lui fa una faccia stranita, poi si mette a ridere.

"E come? Tuo padre mi ammazzerebbe se lo venisse a sapere." sbotta, effettivamente ha ragione, ma l'unica cosa che voglio è restare con lui, per sempre.

"Lo so, ma faremo in modo che non lo sappia! Per favore... ho bisogno di te." mi stringe fra le sue braccia, mi coccolo sul suo petto. Il cuore mi si riempe quando sto con lui.

"Anche io ho tanto bisogno di te, Meredith." mi porge il pollice sotto il mento e mi alza il volto. Lentamente poggia le sue labbra sulle mie. Mi sento a casa con lui.

Si sdraia sul letto e io mi poggio sul suo corpo. Lui mi accarezza dolcemente la schiena e mi bacia la testa. Sorrido. Sorrido perché mi fa sentire protetta e al sicuro. Sorrido perché mi fa sentire amata. Sorrido perché finalmente ho trovato una persona che ci tiene davvero a me.

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Mi sono addormentata tra le sue braccia. Mi stiracchio. Guardandomi intorno, ancora stordita, noto che mi ritrovo con i piedi sulla sua pancia e il viso che esce dal materasso, sghignazzo. Mi posiziono come ero prima e gli lascio una lunga scia di baci sul viso.

Sbuffa e si gira, facendomi cadere.

"Un attimo!" sbiascica, è così carino.

"Dai, Dylan! Svegliati! E' pieno pomeriggio." esclamo a bassa voce per non dargli fastidio. Si stiracchia e appena mi vede, un sorriso smagliante si impropria del suo viso.

"Sei bellissima anche appena sveglia. Meredith tu sei- tu sei perfetta." afferma. Appena sorrido, smetto. Sto per dire una delle cose che per me valgono di più. Prendo un grosso sospiro.

"Tu, invece, sai cosa sei?" scuote la testa. "Tu sei il mio unico sorriso." finisco tutto d'un fiato. Alzo la testa e senza pensarci due volte affondo le mie labbra nelle sue. Assaporo la sua bocca, così dolce. Non mi interessa che ci siamo appena svegliati, quindi non ci siamo lavati i denti, no, non mi interessa. Voglio solo sentirlo mio, anche per pochi secondi, è l'unica cosa che pretendo. Ho Un'intera lista di sogni da realizzare, ma quello di stare accanto a Dylan è il primo.

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"Dylan, ti devo dire una cosa." devo parlargli di Troys, per forza.

"Dimmi." dice, appena esce dal bagno.

"Um- io mi s- io mi sposerò." sbotto. Che schifo, solo a pensarci. Silenzio più totale, si siede s sospira rumorosamente.

"C- cioè?" chiede confuso, molto confuso.

"Mio padre mi ha presentata a questo uomo, William Troys, benestante e di un'alta classe sociale, vecchio, e mi ha promessa sposa con lui." mi scende una lacrima, si avvicina a me e dolcemente la asciuga.

"Troveremo una soluzione, insieme, come sempre." mi bacia in guancia e me l'accarezza. Mi sciolgo.

"G-grazie." lo stringo forte.

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Qualcuno bussa forte alla porta.

"Chi è?" chiede Dylan.

"Sono Juliette! E' qui Lady Meredith?"

"Entra!" esclamo. Apre la porta, è tutta sudata ed ha l'affanno.

"Lady, Lady!" esita per prendere il respiro. "Scappa! C'è vostro padre che vi sta cercando!" urla, senza pensarci due volte, oltre a ringraziarla, esco e corro, corro verso il bosco per nascondermi. Mi butto a terra, non respiro più da quanto mi sono sforzata.

L'ho sempre detto, io non sono libera, io sono tutto il contrario. Mio padre non mi lascerà mai in pace. Avrei preferito che mia madre mi avrebbe accudita, sarei stata meglio. Sospiro e le mie lacrime pervadono il mio viso. Non sopporto più questa sofferenza, per scacciarla esiste un solo ed unico modo, Dylan.

My only sunrise || Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora