Mi spalanca le porte della stanza, sembra uno sgabuzzino.
"Cosa mi devi far vedere?" chiedo incuriosita. Mi avvicino a degli oggetti pieni di polvere e ci soffio sopra. All'interno di una vetrina ci sono dei calici di oro finto, ne prendo uno in mano e lo osservo per bene: ha molti dettagli verdi e rossi.
Carter inizia ad avvicinarsi a me, lentamente. Indietreggio precipitosamente, ammetto che mi viene molta paura quando un ragazzo prova a fare qualcosa con me, eccetto Dylan.
Sbatto improvvisamente contro il muro, sto iniziando a sudare.
"Siete così sexy." afferma mentre inizia a sfiorarmi il petto. Un brivido percorre tutto il mio corpo. L'affanno inizia a salire, ho paura, non riesco più a sentirmi al sicuro con un ragazzo che non conosco neanche, ma che gli prende!
"Non credo sia una buona idea." dico chiudendo gli occhi. Passa la mano fra i miei capelli e libera l'orecchio.
"Si, lo è." sussurra.
"Neanche ci conosciamo!" esclamo, sempre con l'affanno.
"E' da quando ci siamo guardati che c'è una speciale intesa fra di noi." dice, forse si, ma è solo una cosa carnale, sentimentalmente non provo nulla per lui. Devo andarmene, io penso solo a Dylan.
"N-non posso." mi guarda stranito.
"Cosa non potete fare?" mi chiede fissandomi negli occhi, poi passa alle labbra. Si passa la lingua bagnandosi le sue, un brivido percorre il mio corpo.
Mi divincolo e passo sotto il suo braccio. Fa un risolino malizioso.
"Principessa, sapete che più fate così, più incrementate la mia voglia di voi?" afferma mentre io mi incammino verso la porta, sorrido a me stessa e me ne vado.
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Dopo aver danzato con mio padre ed il mio futuro marito esco dall'edificio e mi incammino verso casa, fino a che intravedo dei capelli mori scombinati. Riconosco subito chi è. Corre verso di me e mi stampa un bacio sulla guancia, arrossisco.
"Ciao!" esclamo.
"Siete bellissima, principessa." mi lascia un altro bacio sulla punta del naso.
"Grazie, mio principe." ci abbracciamo.
Mi prende la mano e iniziamo ad incamminarci dove lui mi porta, chissà!
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"Ti ricordi di questo campo?" chiede, certo, il nostro primo bacio.
"Ovvio." e lo bacio senza pensarci due volte. Le sue labbra sono perfette con le mie, si fondono insieme e creano un paradiso. Ci sediamo a terra.
"Dylan, ti devo raccontare una cosa." affermo con un po' di ansia per la sua reazione.
"Dimmi."
"Um-" esito. Prendo un respiro e continuo: "oggi un mio cavaliere mi ha portata in una stanza e ci ha provato con m-me." dico tutto d'un fiato. Lo guardo e noto che alza in continuazione gli occhi al cielo.
Si alza in piedi e inizia a camminare con pugni stretti. "Che ti ha fatto?" mi chiede arrabbiato nero.
"Be', mi toccava e io poi me ne sono andata." sbotto e lui sbuffa esasperato. "Ma tranquillo, non mi ha fatto nulla." provo a fermarlo prendendogli il polso e lui scansa il braccio facendomi cadere.
"Oddio mio, scusami." mi porge la mano e sbuffo. "Non la farà franca." continua a camminare, ora sbattendo i piedi.
"Dai, Dylan, tranquillo! Non ha fatto nulla di grave!" gli urlo contro, ma lui non sembra volermi ascoltare. Sto iniziando a sudare dall'ansia, chissà cosa gli fa!
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"Buongiorno signore." esclama Carter rivolgendosi a Dylan. Mi sta salendo un'ansia incredibile.
"E' lui?" mi chiede il mio pastore, guardandomi negli occhi.
"No-" mento, fa un sorrisetto e scaglia un pugno al mio pretendente. Sobbalzo e strillo.
"Dylan, smettila!" continua a tirargli dei pugni sul viso e nello stomaco. Provo a prenderlo dalle spalle ma lui divincola.
Carter lo calcia un paio di volte fino a che Dylan cade a terra.
"No, Dylan!" urlo. Inizio a sentirmi le guance rigate di lacrime.
Il cavaliere lo colpisce forte sulla guancia e sull'occhio, Dylan prova a salvarsi ma non ci riesce. Ho paura per tutti e due. Sospiro e chiamo aiuto, ma siamo nel nulla.
Inizio ad intravedere del sangue dalla bocca di Dylan, strillo provando a distrarlo, ma niente.
"Lo stai uccidendo!" urlo ancora più forte, questa scena l'ho già vissuta. Carter si alza e si sistema i capelli.
"Per oggi può bastare." afferma andandosene. Dylan è per terra quasi senza sensi. Gli vado incontro piangendogli addosso.
"S-sto b-bene." mormora con un occhio gonfio, il naso e la bocca pieni di sangue e tutto sudato.
"Oh dio, Dylan." lo accarezzo, poi mi alzo e lo provo a trascinarlo verso casa sua.
"Aspetta, Dylan, chiamo mio padre. Tu resta qui, torno subito." inizio a correre urlando il nome di mio padre. Ho tanta paura, spero si risolva tutto. Non voglio vedere il mio Dylan morire lentamente o velocemente che sia. Ho bisogno di lui nella mia vita. Come gli ho detto un giorno lui è il mio unico sorriso.
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"Dimmi, figlia."
"Padre! Padre! Aiutami per favore! Dylan è gravemente ferito, dobbiamo portarlo in un ospedale!" strillo piangendo, sospira e fa cenno di sì con il capo.
Corro verso l'ospedale e aspetto che arrivino. Scoppio in lacrime al solo pensiero di lui che soffre.
Li vedo entrare dentro con Dylan in una specie di barella, lo poggiano con calma sul lettino e io subito corro a tenergli la mano.
"T-tranquilla, va tutto bene, Meredith." e fa un sorrisino dolce. Esco dalla stanza e mio padre mi spintona con la spalla per entrare, chiude a chiave. Sono un po' preoccupata, perché si chiude da solo in camera con Dylan?
Cerco di origliare, mi avvicino con l'orecchio alla porta.
"Caro Dylan, io ti aiuto solo perché in questo modo mia figlia non soffre, ma sappi che ti odio più di qualsiasi altro."
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My only sunrise || Dylan O'Brien
FanfictionLondra, 1902. Lady Meredith, figlia del re Albert Edward, oltre alle sue passioni per il pianoforte e la lettura, ha un hobby particolare: osservare dalla grande vetrata della sua camera un giovane pastore. La Belle Epoque dovrebbe essere un period...