Le mie insicurezze

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È incredibile, conosco Sangio da un paio di ore, però mi sembra di conoscerlo da tutta la mia vita.
È così gentile, mi capisce al volo e sa sempre che cosa dirmi al momento giusto.

Sangio: "Cosa ti è successo in passato per farti pensare queste cose e per avere tutte quelle insicurezze che dici di avere?"
Ecco, ha colpito il mio punto debole, non so cosa dire, quindi rimando la cosa a più tardi.
Gli accennai anche del fatto che Maria mi aveva dato il permesso di far dormire ogni tanto Leo in camera mia, in modo da non farmi sentire così tanto sola.

Fortunatamente dopo cena la voce della Mery ci disse di radunarci verso le gradinate, in modo da sentire il regolamento della casa.
Stavo camminando, quando Leo mi disse: "Sta sera quando andiamo a dormire mi devi dire tutto"
Io: "Tutto a che proposito?"
Lui indicò con la testa Sangiovanni ed io di rimando divenni rossa e sorrisi.
Io: "Non c'è nulla da raccontare!"
Leo: " Se, se...sarà come dici tu"

Quanto detto da Leo mi aveva fatto star bene, perché questo significava che non me lo stavo immaginando, ma che stava accadendo realmente!
Però non so quello che sta succedendo...non ho mai avuto un ragazzo e più in generale non ho praticamente mai avuto qualcuno che si preoccupasse di me o che volesse trascorrere del tempo insieme, fatto eccezione per Chiara e alcuni miei compagni dell'accademia di danza che frequentano.
Ancora una volta ero l'ultima ad arrivare e ancora una volta Sangio mi fece cenno di sedermi accanto a lui.
Ero felicissima di questa cosa, infatti, saltellai fino al posto.

Maria: "Ora che anche Bambi si è seduta possiamo iniziare"
Risate di tutti
Io: "Ehi Mery, dovrei essere io Bambi?"
Maria imitò il mio accento romano: "Ebbè certo, sennò te, chi?"
Passarono alcuni secondi e poi continuò dicendo che sul tavolino della stanza dove ci trovavamo c'era una lettera che avremo dovuto leggere.
Si propose Rosa come volontaria, e nel mentre che leggeva le regole notai delle occhiatacce da parte sua.
Io ero confusa, perciò cercai con gli occhi Checco e lui fece altrettanto.
Pensai che quello che mi aveva detto prima fosse corretto, però non me lo riuscivo a spiegare, insomma, Rosa era una bomba, mentre io ero solo io.
Mi ero rannicchiata su me stessa e Sangio notando questa cosa mi aveva preso la mano stringendola con la sua.
Ero sorpresa da questo gesto, non me lo aspettavo proprio.

Rosa: "Quindi organizzatevi come meglio preferite per quanto riguarda le faccende domestiche, basta che queste vengano fatte"
Detto questo Rosa posò il foglio e tornò a posto.
A quel punto Leo prese la parola, ormai tutti avevano già capito che lui sarebbe stato il "papà della casa".

"Credo che la cosa migliore da fare sia un sistema a turni, in questo modo ognuno dovrà fare solo delle piccole cose ogni giorno"
Tutti annuirono e così Leo prese un foglio dove scrisse tutte le faccende necessarie per il corretto funzionamento della casa.
Era un sistema basato a coppie di 2, che sostanzialmente si occupavano di fare sempre le stesse cose.
Sgranai gli occhi quando vidi che io ero in coppia con Sangio per quanto riguarda l'apparecchiare e lo sparecchiare il tavolo a pranzo e a cena.
Non so perché, ma avevo come la sensazione che qua ci fosse lo zampino di Checco...
In ogni caso, Sangio sembrava felice di questa cosa.

Il foglio fu appeso e tutti si dileguarono.
Sangio: "Bene, sembra che il destino ci voglia insieme"

SONO MORTA E STO SOGNANDO, QUESTA È L'UNICA POSSIBILITÀ!

Io: "Già"

COSA DIAVOLO RISPONDI COSÌ??? SONO UN CASO PERSO

Incominciai a fare la mia risata nervosa e sentii Sangio unirsi a me

Sangio: "Comunque se te la senti mi devi sempre rispondere alla domanda che ti avevo fatto prima" disse con un tono dolce accompagnato da uno sguardo tenero.
Io: "Mannaggia! Se per te va bene possiamo andare in camera mia a parlare?"
Sangio: "Certo! Ma davvero, se non te la senti possiamo rimandare..."
Io: "No, no, sono sicura! Non so perchè, ma sento di poterti dire tutto..." pensavo di aver detto quest'ultima cosa solo nella mia testa, però la faccia soddisfatta di Sangio mi fece capire che avevo parlato a voce alta.

Ecco, un'altra figura di m.....a!

Ci dirigemmo in camera mia e mi misi seduta sul letto facendo posto anche a Sangio.
Lui si mise accanto a me, a quel punto presi un respiro profondo e lo guardai negli occhi con la speranza che quel contatto mi trasmettesse coraggio ed infatti così è stato.

"Da piccola credevo in me stessa e mi vedevo anche bella...tutto è cambiato in prima media quando i miei compagni di classe hanno iniziato a prendermi in giro su qualsiasi cosa:

Per il mio aspetto fisico
Per i miei denti
Per il mio atteggiamento da bambina
Perchè non uscivo con loro dal momento che dopo scuola avevo sempre danza per un minimo di 6 ore
Perché mi consideravano stupida viste le mie difficoltà a scuola

Da li è nato tutto, la sicurezza che avevo si è come volatilizzata nel nulla.
Infatti, ho iniziato a truccarmi per coprire tutti gli innumerevoli difetti che ho, con la speranza che non venissi più presa in giro per il mio viso.
Da quando ho iniziato non sono più uscita senza.
Inoltre la felicità che mi contraddistingueva non esisteva più per la maggior parte della giornata.
Gli unici momenti dove potevo essere me stessa era a danza, però anche li venivo presa in giro, visto che non avevo nessuna predisposizione fisica.
Quello che mi ha segnato più di tutto sono state le parole e tutti i dispetti subiti.
Ad esempio mi ricordo come una volta in 2 media avevo chiesto alla professoressa di andare in bagno, al mio ritorno trovai il mio giacchetto preferito, che era appoggiato sulla sedia, completamente tagliato e con su scritto delle cose orribili.
Quel giorno tornai a casa in lacrime e confessai tutto a mia madre e lei andò a parlare con i miei insegnanti, sperando di risolvere tutto, ma così non è stato.
Infatti, i professori davano la colpa alla danza e non ai miei compagni, perchè a parer loro il problema era dato dal fatto che non avessi tempo per uscire e fare amicizia con loro.
Al ritorno di mia madre a casa lei mi raccontò tutto ed io la pregai piangendo di non portarmi via la danza, perché ormai era l'unica cosa che mi rimaneva.
Fortunatamente mia madre credeva in me e non nelle cose dette dai professori, così continuai a ballare, tuttavia gli episodi di quel tipo si ripetevano praticamente ogni giorno
Così ho iniziato a credere di non dover essere la persona che ero e perciò avevo iniziato a modificare i miei modi di fare.
Notai da subito che i miei compagni mi preferivano in quell'altro modo, però quel modo di fare mi rendeva perennemente infelice.
Non mi sentivo me stessa e sfogavo tutto questo nel ballo, infatti, tutti i giorni rimanevo in sala più tempo del dovuto per liberarmi da tutti i problemi che mi circondavano.
È stato in quel momento che ho iniziato ad isolarmi delle persone, perchè non mi andava più di fingere di essere una ragazza che non ero..."

Finito di parlare iniziai a piangere, quello che avevo detto non lo sapeva nessuno, fatta eccezione per i miei genitori e per Chiara.
Raccontare tutto questo ad alta voce mi aveva riportata a quegli anni, nella mia testa si susseguivano tutte le scene e anche altre di quei brutti momenti.
Stavo tremando...
Cavolo stavo avendo un attacco di panico, non riuscivo a respirare, mi sembrava che il cuore mi stesse per uscire dalla cassa toracica, avevo la testa che martellava: mi sentivo di morire.

Nota autrice
Buongiorno ragazz* buon inizio settimana!
Siete curiosi di leggere il prossimo capitolo?

Un sogno divenuto realtà // sangiuliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora