12. Marry me Starbucks!

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WAIT A MOMENT!

Questa storia è di una ragazza di efp , mi ha dato il permesso di pubblicarla qua, questo è il link del suo profilo http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=148977

Detto questo vi lascio al capitolo

Attenzione: In questo capitolo è presente una scena di stupro, quindi se siete di stomaco delicato è consigliato non leggerla.

"Non voglio vederti mai più" urlo. E non voglio davvero. Le lacrime scendono copiose sulle mie guance non accennando a fermarsi. Stava con me solo per una scommessa. Voleva solo portarmi a letto. Mi sento uno schifo. Adesso capisco anche tutti gli avvertimenti dei ragazzi. Harry ha cercato più volte di dirmi la verità sulla nostra storia, e per questo Zayn l'ha anche picchiato.
Mi strappo la collana dal collo e la lancio per terra, poi apro una porta a caso e la chiudo a chiave.
Mi accascio contro il legno freddo e inizio a singhiozzare. "Charlie! Aprimi ti prego!" lo sento urlare.
Non voglio più sentire la sua voce. Mai più. "Mhh... Che succede?" mugugna qualcuno.
Alzo lo sguardo e vedo Niall stravaccato sul suo letto. Mi alzo e mi butto tra le braccia del mio migliore amico. "Charlie?" chiede assonnato. Io continuo a singhiozzare, incapace di parlare.
Si mette seduto e mi guarda negli occhi. "Tesoro che succede? Perché stai piangendo?" mi chiede passandomi gentile una mano sulla guancia asciugandomi le lacrime. Io per tutta risposta gli indico la porta. I pugni contro la porta non smettono. "L'hai scoperto?" mi chiede. Io annuisco.
"Come ha potuto? Diceva di amarmi! E invece era una tutta schifosa finzione per portarmi a letto." riesco a formulare tra i singhiozzi. "Senti Charlie..." fa per dire Niall.
"No, ti prego. Non lo difendere, voglio solo tornare a casa." dico asciugandomi le lacrime con le maniche della felpa di Zayn. Che odora ancora di lui. Ricomincio a piangere.
"Portami a casa Niall." dico scossa violentemente dai singhiozzi. Non voglio più sentire nessuno.
"Va bene. Due minuti e ce ne andiamo." dice. Si alza dal letto e indossa un pantalone di tuta e una canottiera che erano poggiati su una sedia, poi mette le supra e una felpa e mi aiuta ad alzarmi.
Mi circonda con un braccio e usciamo dalla porta. Zayn è seduto dall'altra parte del corridoio.
"Non muoverti." ringhia Niall quando lui fa per alzarsi. Io abbasso lo sguardo, non ce la farei a guardarlo negli occhi. Scendiamo le scale e Niall prende le chiavi della macchina, senza staccarsi un attimo da me. Usciamo e l'aria fredda mi investe. I miei piedi nudi sferzano la terra. Mi sono dimenticata di mettermi le scarpe. Tutto è rimasto nella stanza di Zayn. Il vestito, le scarpe e i miei slip. Niall se ne accorge, e mi prende in braccio, trasportandomi fino alla macchina.
Io mi accoccolo nell'incavo del suo collo e piango silenziosamente. Lui non dice una parola.
Apre la portiera e mi deposita sul sedile. Mi appoggio alla portiera e chiudo gli occhi. Quando Niall mette in moto io mi sono già addormentata.
Quando arriviamo al castello sono in uno stato di dormiveglia. Sento la portiera del guidatore aprirsi, e poi chiudersi di nuovo. Poi sento la mia aprirsi, e due braccia calde che mi afferrano, poi la portiera chiudersi. Mi sto muovendo, cullata dai movimenti del mio angelo custode.
Perché Niall è davvero il mio angelo custode. C'è sempre quando ne ho bisogno.
Lo sento chiacchierare con qualcuno dalla voce profonda, ma le voci raggiungono ovattate le mie orecchie e non riesco a sentire cosa dicono. Ci muoviamo ancora. Poi mi sento posare sul qualcosa di soffice, e l'odore familiare della mia stanza mi riempie le narici. Sento delle labbra calde posarsi sulla mia fronte. "Goodnight sweetheart." riesco chiaramente a sentire Niall dire queste parole.
Poi cado in uno stato di sonno profondo.

E' passata la mia prima settimana senza Zayn. Non mangio, bevo e dormo molto poco. Zayn continua a chiamarmi circa 20 volte al giorno, e mi manda in media 15 messaggi. Ci sono anche un paio di chiamate dei ragazzi e di Liz. E anche un paio di messaggi. Non ho toccato niente.
L'unica cosa che riesco a ingoiare è l'acqua, e ogni tanto della coca-cola. Mia madre è troppo impegnata per me. Ormai la notte la passo a piangere. Piango fino ad addormentarmi, e mi sveglio circa due o tre ore dopo. A volte sono venuti anche qui a palazzo. Ma ho detto alle guardie di non fare entrare nessuno. Non mi va di rivedere nessuno. Ho fatto mandare via perfino Liz.
Mi alzo dal letto e vado a farmi una doccia. Ho perso parecchi chili. Mi si vedono le ossa. Mi sento distrutta. Indosso una tuta pulita e torno in camera mia. Sento qualcuno entrare nella mia stanza.
Mi giro e vedo Austin. "Che vuoi?" chiedo sgarbata. "Ooh, principessa. Non si risponde così. Credevo di averti insegnato bene." dice guardandomi negli occhi. "Austin, non costringermi a chiamare le guardi. Che vuoi?" dico di nuovo. "Non sono questi i toni che si addicono a una principessa non credi?" dice avvicinandosi minaccioso a me. "Avvicinati di un altro passo e giuro che ti licenzio." dico andando piano indietro, ma finisco per sbattere contro il muro. "Dai, non fare la difficile. Sanno tutti che ho una cotta per te. Ma non mi sono mai potuto avvicinare. Eri intoccabile. Eri ancora minorenne. Poi quando finalmente hai compiuto 18 anni è arrivato quel pakistano e mi ha rovinato la festa. Non dovresti piangere per lui." dice avvicinandosi e inchiodandomi al muro. "Vattene." dico.
"Sai che non me ne andrò. Voglio averti principessa. E adesso finalmente posso farlo." dice con tono basso. Tremo. Ho paura. Cerco di urlare ma lui mi tappa la bocca baciandomi. Lo mordo forte cercando di farlo ritrarre, ma finisce solo per arrabbiarsi di più. "Dovremmo fare un bel lavoretto con te principessina." dice. Nel suo sguardo brilla una scintilla. Ho paura. Ho tanta paura. Prende dello scotch e me lo mette sulle labbra, impedendomi di urlare, ma posso ancora respirare.
Cerco di dimenarmi ma lui mi tiene ferma con le braccia. Se prima avevo qualche speranza, ma adesso non ho più forze nei muscoli. "Avanti fai la brava, o dovrò legarti." dice. Io sgrano gli occhi.
Legarmi? Se prima avevo paura adesso sono letteralmente terrorizzata. Però non la smetto di dimenarmi. "Allora non ne vuoi proprio sapere di stare ferma eh?" dice cupo. Da non so dove esce una fascetta di plastica, abbastanza larga, e mi lega i polsi. Mi prende in braccio e mi porta sul letto.
Si stende sopra di me, facendo poggiare la sua erezione fra le mie gambe. "Senti questa? E' solo per te" mi sussurra all'orecchio. Lacrime cominciano a scendermi lungo le guance.
"Oh, quanto vorrei baciare le tue labbra, ma ti sei comportata male." dice guardandomi negli occhi.
Mi strappa la maglietta e sgancia il reggiseno. "Quanto sei bella Charlotte. Peccato tu abbia perso peso per quello là. Eri perfetta, ma mi accontenterò." dice piano. Continuo a piangere.
Vorrei urlare di smetterla, ma non posso farlo. Sta torturando i miei seni. Mi fa male.
Sento la sua erezione contro la coscia, e mi spavento. Tremo per quello che potrà farmi.
"Non ce la faccio più ad aspettare." dice. Così mi abbassa la tuta insieme agli slip fino alla coscia, poi libera la sua erezione dai pantaloni e mi penetra con un gesto secco. Cerco di urlare.
Ma le mie labbra sono incollate dallo scotch. Brucia, e fa male. Si muove velocemente, e ogni spinta è una fitta lancinante. Piango, i miei occhi sono completamente appannati. Lui si muove in fretta, e in poco tempo viene dentro di me. Sento il suo seme disperdersi dentro di me. E mi sento sporca.
Mi sento profanata. "Credo che adesso andrò da tua madre e darò le dimissioni. Sarebbe stato bello anche per te se non ti fossi opposta tanto cara mia." dice. Poi prende un paio di forbici e si avvicina di nuovo a me. "E non voglio che tu racconti a nessuno di questo. O qui finisce male principessina, non solo per te." Il terrore scorre nelle mie vene. Taglia la fascetta di plastica che mi imprigiona le mani, e strappa con violenza lo scotch facendomi sanguinare il labbro inferiore. Piango, e non riesco a proferire parola. Lui se ne esce tranquillo dalla stanza chiudendo la porta dietro di se. Riesco ad afferrare il telefono dal mio comodino. Digito il numero di Niall, sbagliando tre volte, ma poi finalmente riesco a chiamare. Appena capisco che ha risposto non gli do il tempo di parlare.
"Niall vieni qui. Austin mi ha stuprata. Ti prego, ho bisogno di te." dico, i singhiozzi non accennano a fermarsi. Chiude la chiamata. Benissimo, adesso anche lui è arrabbiato con me. Sono sola.
Sono senza amici, sono senza ragazzo e adesso sono anche senza una dignità. Dove si è mai sentita una principessa che è stata stuprata? Sarà un disonore per tutta la mia famiglia. Sono un disastro.
E non mi sono neanche saputa opporre, perché non avevo le forze. Mi sento inutile. Sento delle voci fuori dalla porta, ma non mi interessa. Sento la porta aprirsi. Ricomincio a tremare.
"Austin basta ti prego. Ti prego. Giuro che non dirò niente a nessuno." singhiozzo. Le lacrime scendono più forti di prima. Invece di sentire le mani fredde e ossute di Austin, sento due mani calde e morbide che mi sfiorano la spalla. E poi due braccia forti che mi stringono a se.
"Non sono Austin." dice una voce bassa. La conosco. "Harry?" chiedo stupita. Che ci fa qui?
"Voglio solo farti stare bene. Ho risposto io alla chiamata. E sono corso qui." dice quasi leggendomi nella mente. Io mi giro e mi accoccolo contro il suo petto. E continuo a piangere.
"Shh, smettila. Nessuno ti farà più del male ok? Ci sono qui io adesso." dice accarezzandomi piano i capelli. Le sue carezze mi confortano. E mi addormento lì, tra le sue braccia, cullata dal suo calore corporeo e dal suo odore di menta che mi invade il cervello.

Quando mi sveglio lui è ancora lì. Il suo braccio mi stringe protettivo. Sta dormendo.
Le labbra carnose sono socchiuse, i ricci sparsi sul mio cuscino e le ciglia gli sfiorano delicatamente le guance. E' davvero bello. E in questo piccolo abbraccio mi sento al sicuro. Sento della farfalle che mi svolazzano nello stomaco. Cosa mi sta succedendo?
"Buongiorno principessa." mugugna lui, con gli occhi ancora chiusi. "Buongiorno superstar." dico accennando un sorriso. "Ti senti meglio?" mi chiede aprendo finalmente gli occhi e puntando il suo sguardo su di me. "Adesso si, grazie." dico arrossendo. "Allora si va a fare colazione da Starbucks. Sei troppo magra!" dice mettendosi seduto. Io lo guardo ancora assonnata, con gli occhi gonfi dal pianto. "Susu! A fare a doccia!" dice lui prendendomi la mano e cercando di alzarmi.
"Solo se la vieni a fare con me." sento dire alla mia voce. Charlie, che cazzo stai dicendo?!
Mi rimprovera la mia vocina interiore. Vedo che Harry ha gli occhi sgranati. "Scherzo." dico.
Lo vedo sospirare di sollievo. Gli sorrido e lui mi sorride di rimando. "E adesso vai." dice.
Mi metto definitivamente in piedi e vado sotto la doccia. "Ti aspetto qui." urla da dietro la porta del bagno, che ormai ho chiuso a chiave. Mi lavo per bene e faccio anche lo shampoo.
I capelli sono più indisciplinati del solito, così li raccolgo in una comoda treccia. Vado nella cabina armadio, e vedo che tutte le cose che indossavo prima mi stanno larghe. Così apro un armadio che non aprivo da secoli. "Fidati di me." la sua voce riecheggia nei miei ricordi. Cerco di scacciare via quel pensiero inopportuno e guardo i pochi vestiti che ho in quel piccolo armadio. Opto per un paio di jeans chiari, una camicetta a quadri blu e le mie converse. Esco dalla cabina armadio e vedo Harry nel mio letto che gioca con il cellulare. Mi metto accanto a lui.
"Mi avevi promesso una colazione." dico appena vicino al suo orecchio. Lo sento irrigidirsi.
"G-Giusto. Andiamo." dice alzandosi in un batter d'occhio. Mi metto le mani in tasca e lo seguo.
Lo vedo fare un occhiolino a Jason. "Visto che sono riuscito a farlo uscire?" dice soddisfatto.
La mia guardia del corpo gli rivolge uno sguardo contrariato, ma sta sorridendo.
"Che succede con Jason?" chiedo. "Mi ha dato il permesso di entrare nella tua stanza solo a condizione che fossi riuscito a farti uscire." dice lui facendo spallucce. Io sorrido.
Quel'uomo alla fine mi vuole bene. Ci sono cresciuta. Non posso fare a meno di pensare a tutto il mio staff. Jason, che mi ha protetto sin da piccola, Josh, che da grande mi ha insegnato a saper prendere le giuste decisioni, Jeff, che mi accompagna dove vuole, Marie, che è stata la mia tata e mi ha insegnato tutto quello che so. Ce ne sarebbero tanti da dire. Anche se non glielo dimostro sono tutti molto importanti per me. Siamo arrivati davanti a una moto grande e nera. Harry mi sta porgendo un casco. "Avanti, mettilo." mi dice. "Vuoi dire che andremo con quella?" dico sgranando gli occhi. "E' una moto Charlie, non un apparecchio mortale." dice mettendo il suo casco.
Alla fine mi decido e lo indosso. Harry sale su quell'aggeggio infernale e mette in moto.
"Salta in sella. E tieniti forte, o potresti volare via." dice. Sorrido e salgo dietro di lui. Mi stringo forte e poggio la testa sulla sua schiena, inspirando il suo odore di menta. Attraverso la felpa riesco a sentire i suoi addominali scolpiti. Partiamo, e in men che non si dica siamo arrivati.
Entriamo dentro il negozio. "Siediti lì, io vado a ordinare." mi dice. Faccio come mi ha detto, e mi siedo in un angolino, lontano dagli occhi indiscreti. Afferro il mio cellulare e vedo tutte le chiamate perse e i messaggi non letti. Cancello tutto. Poi scrivo un messaggio.

Sono ancora viva, non preoccupatevi per me. Sono con Harry adesso. ;D -C

Lo invio a Liz, Niall, Louis e Liam. Che in questi giorni mi hanno cercato. Dopo un po' arriva Harry con le ordinazioni. Ha ordinato due frappuccini al cioccolato con crema e meringhe, ciambelle, treccine con le gocce di cioccolato, biscotti di tutti i tipi e un piatto di crepes con la nutella. Sbianco davanti a tutto quel cibo. Lui poggia tutto sul tavolo. "Si mangia!" dice contento. Iniziamo a mangiare. Ho spazzolato più di tre quarti del cibo che ha portato, e lui certamente me l'ha lasciato fare. "Allora, non hai niente da dire?" mi chiede. Io mi alzo e mi inginocchio davanti a lui. Mi guarda scioccato. Io urlo "Sposami Starbucks!".

I did not ask to be a princess!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora