13. Pregnant.

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WAIT A MOMENT!

Questa storia è di una ragazza di efp , mi ha dato il permesso di pubblicarla qua, questo è il link del suo profilo http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=148977

Detto questo vi lascio al capitolo

Harry sgrana gli occhi sconvolto, poi scoppia a ridere, e io con lui. Tutto il bar torna a quello che stava facendo prima e io mi alzo, ancora ridendo e mi siedo al mio posto.
"Sai che sei proprio scema?" dice, io annuisco convinta, lui ridacchia. Poi una ragazza si avvicina, i capelli biondi -palesemente ossigenati- raccolti in una coda perfetta, le gote rosse e lo sguardo imbarazzato. La sta disarmando. Vorrei dire che fanno ancora lo stesso effetto a me, anche dopo che li conosco da quasi due mesi. "I-Il conto" dice incespicando nelle sue stesse parole.
Harry le sorride, prende lo scontrino che ha in mano, afferra alcune banconote e una penna, scribacchia qualcosa sul retro dello scontrino e consegna tutto alla ragazza. Lei gira lo scontrino e legge quello che c'è scritto dietro e avvampa, lo guarda e lui le fa l'occhiolino mentre io li fisso incuriosita. Poi realizzo che lui le ha dato il suo numero di telefono, sento qualcosa alle base dello stomaco che brucia, me lo associo a tutto il cibo che ho appena ingurgitato.
"Sciupafemmine." dico non appena la ragazza se ne va, e gli faccio la linguaccia. Lui alza le mani in segno di resa. "Colpevole." dice. Io ridacchio. "Torniamo al castello, si staranno preoccupando."
Detto questo si alza e io mi alzo con lui, e insieme camminiamo verso l'uscita. Per caso la sua mano sfiora la mia, e sento una scossa a fior di pelle, che mi fa rabbrividire. "Qualcosa non va?" mi chiede.
Io scuoto la testa. Cosa significava quel brivido? Forse è solo paura, dopotutto sono stata stuprata da poco. Il ricordo di Austin mi entra nel cervello, le lacrime che non riesco a fermare scendono sulle mie guance. Sento due braccia calde avvolgermi. "Ehi, va tutto bene. Ci sono qui io adesso ok? Nessuno ti farà male." mi sussurra. Mi rannicchio tra quelle braccia confortanti e il suo odore fresco di menta riesce a calmarmi. Le lacrime hanno smesso di scendere, ma sono ancora scossa dai singhiozzi. "Torniamo alla moto ok? Devo fare una chiamata." mi dice Harry, io annuisco. Camminiamo verso la sua moto, parcheggiata poco lontano. Io mi appoggio alla moto, e tengo il casco in mano, mentre Harry si mette lontano abbastanza da non farmi sentire la chiamata.
Lo vedo armeggiare con il suo iPhone, poi portare il telefono all'orecchio. Batte freneticamente il piede, mentre la sua bocca si muove velocemente. Non riesco a leggere il labiale, perché parla troppo veloce. Sta diventando rosso di rabbia, e questa cosa non mi piace. A un certo punto perde la pazienza e sbraita. "E' STATA STUPRATA!!" urla. Io divento rossa. Non gli avevo per caso detto di non farne parola con nessuno? O forse l'avevo solo pensato. Fatto sta che adesso lo sanno tutti, o almeno la persona con cui sta parlando. Mi guarda insicuro, forse a capito di aver sbagliato, e io abbasso lo sguardo. Lui chiude velocemente la chiamata. "Sali." mi dice. E' parecchio nervoso, quindi cerco di non contraddirlo. Infilo il casco e saliamo sulla moto. Guida veloce, così dopo un po' siamo arrivati. Ma quello non è il castello, questa è casa dei ragazzi. Il pensiero di Zayn mi travolge all'improvviso. "Sta tranquilla. Lui non c'è. E'... partito. Per un po'." dice Harry, che è già giù dalla moto, mentre mi sfila il casco. Io scendo, e sto quasi per cadere, ma lui mi afferra con dolcezza e mi rimette in piedi. "Tutto a posto?" mi chiede, il naso che sfiora il mio, e i ricci che mi solleticano la fronte. Siamo talmente vicini che ci vuole un niente per annullare lo spazio fra noi, ma all'improvviso sento una voce familiare. "CHARLIE!!" urla. Mi giro, e vedo l'inconfondibile testa rossa di Liz, che fa capolino dalla porta. Mi avvolge in uno dei suoi abbracci frantuma ossa, che ti tolgono fino all'ultima briciola di ossigeno dai polmoni. Io sorrido e la stringo altrettanto forte, mi era mancata la mia migliore amica. "Non sai quanto ci siamo preoccupati." mi dice guardandomi negli occhi, io abbasso lo sguardo. "Scusa." Questo plurale mi incuriosisce. Ci siamo preoccupati. Alzo lo sguardo e vedo per la prima volta il suo abbigliamento. Una camicia a quadri che ha tutta l'aria di aver passato una notte intera le copre a malapena il sedere, i piedi nudi, le gote rosse, gli occhi ancora lucidi e i capelli rossi tutti arruffati pettinati in fretta con le dita. Sorrido. Finalmente si sono decisi. Liz intercetta il mio sguardo e arrossisce violentemente, improvvisamente interessata alle dita dei suoi piedi. Sulla soglia della porta, vedo Liam, anche lui a piedi nudi, e con indosso solo i pantaloni, dato che probabilmente la camicia che sta indossando Liz è la sua. Accanto a lui c'è Niall, che indossa quella canottiera che odio vedergli addosso, perché è sempre troppo in giù e gli copre a malapena i capezzoli, e sta mangiando una ciambella grande almeno quanto la mia faccia. Poco dietro spunta anche la testa di Louis, che va in giro con un paio di pantaloni spaventosamente larghi e cerca gli altri, con aria meravigliata si avvicina alla porta e vede che tutti gli altri sono lì, poi vede anche me e mi sorride. Sorrido a mia volta. Come ho fatto senza di loro tutto questo tempo? Però manca il ciuffo sempre a posto di Zayn, anche di prima mattina, la sua carnagione color cappuccino, e il suo perenne girare in boxer, il suo odore forte di cacao. Mi manca, ma non posso perdonarlo.
Cammino verso gli altri e li abbraccio, prima Niall, che mi fa un sorrisone, con la bocca sporca di zucchero. Poi abbraccio Louis, che mi regala un altro dei suoi sorrisi smaglianti che farebbero sorridere chiunque. Alla fine abbraccio anche Liam, poi gli do una pacca sulla spalla. "Era ora ragazzone." dico con un ghigno stampato in faccia, lui all'inizio mi guarda confuso, poi capisce a cosa alludo e diventa paonazzo, interessandosi anche lui improvvisamente alle dita dei suoi piedi.
Ridacchio, poi sento la porta chiudersi, e una mano avvolgermi la schiena. Gli altri ci guardano incuriositi. "Charlie, devo dirti una cosa. Saliamo?" mi chiede Harry, mentre gli altri sono in totale silenzio. Non si sente neanche Niall masticare. Annuisco e saliamo verso le camere da letto. La prima è quella di Louis, che è piena di giocattoli, neanche ci vivesse un bambino lì dentro. Poi c'è quella di Niall, arredata in modo sobrio, ma piena di briciole ovunque. Poi la stanza di Liam, che di solito è sempre in ordine, è un casino assoluto, con i cuscini per terra, le lenzuola accartocciate, e una piccola macchia di sangue si vede poco sotto il centro del letto, tutto questo mi fa sorridere, saranno perfetti insieme. Poi c'è una stanza che riconoscerei fra mille, l'odore di cioccolato che ne esce è inconfondibile, è socchiusa e si vede una sagoma sul letto. La stanza è in perfetto ordine, a parte il letto matrimoniale, che ha due cuscini sovrapposti sul lato sinistro, perché io con un solo cuscino non riesco a dormire. Riesco a sentire ancora una lieve traccia di odore di limoni. E' il mio profumo. Non ha cambiato niente da quando me ne sono andata. Lui si gira, e per un attimo i suoi occhi scuri incontrano i miei. "Charlie." dice, quasi sorpreso. Harry stringe la sua presa su di me. Lui si alza dal letto e ci viene incontro. "Vattene." ringhia Harry. "Non me ne andrò. Voglio parlare con Charlie." dice Zayn. Ha la barba incolta, non se la fa da giorni. Da una settimana o giù di lì.
"Lei non ha niente da dirti." replica Harry duro. "Lascia decidere a lei. Charlie... Ti prego." dice, gli occhi quasi lucidi. Io abbasso lo sguardo. Le lacrime pungenti lottano per uscire, ma io le caccio indietro. Alzo di nuovo lo sguardo. "Vattene." dico. Non riesco quasi a riconoscermi, il mio tono sembra severo. Lui abbassa lo sguardo, come un cane bastonato, e scende le scale. Cammino e arrivo all'ultima stanza, quella di Harry. Entro e mi butto sul letto, stringendo forte il cuscino.
Harry entra e chiude la porta dietro di se, poi sento un peso sul letto, e le sue braccia che mi circondano la vita. Restiamo così per una manciata di secondi. Poi mi giro, e mi accoccolo sul suo petto. "Che ti va di fare?" mi chiede. "Non lo so. In realtà vorrei stare qui a non fare assolutamente niente, e a piangermi addosso, ma non credo che apprezzeresti vero?" gli chiedo, alzando lo sguardo. I suoi occhi verdi mi incontrano, dolci come non lo sono mai stati. "No, direi di no." dice sorridendo. "Invece ti va di preparare un dolce con me?" chiede sorridendo. "Anche tutto il pranzo." dico sorridente. Mi piace cucinare. E' una cosa che riesce a togliermi dalla testa tutti i pensieri. Così, mi alzo dal letto, togliendomi dal calore corporeo di Harry, e scendo le scale. Zayn è ancora davanti la porta, che sta chiacchierando con Liam. Alzano lo sguardo. Io ho gli occhi puntati su quelli di Zayn. Non posso cedere. "Addio." dico. Non so come riesco ad ottenere una voce ferma, dato che sento tutto il mio corpo tremare. Lui esce dalla porta, lo sguardo sconfitto. Una volta che la porta si è chiusa ricomincio a respirare. "Hai fatto bene." dice Liam guardandomi. Indossa la camicia che fino a pochi minuti fa aveva Liz, ma ha ancora i piedi nudi. Io sorrido, e cerco di nascondere il tremito.
Scendo le scale ed entro in cucina, dove c'è Liz che mi aspetta. Sta guardando un libro di cucina con aria sofferente, io rido. "Charlie!" esclama. "Elizabeth, posa quel libro, o rischiamo di morire tutti quanti avvelenati." dico ridacchiando. "Con piacere Charlotte. Non ne capisco assolutamente niente." e ridiamo insieme. Mi è mancata da morire la mia migliore amica. Mentre cuciniamo, -cucino, perché Liz si limita a passarmi gli ingredienti- riusciamo a parlare un po' di tutto. Di Zayn, di Austin, di Harry, di mia madre. Poi arriva l'argomento Liam e i suoi occhi si illuminano. "Quindi la mia migliore amica non è più vergine? Complimenti." dico, mentre aggiungo la panna alle tagliatelle e gli asparagi. "Ma che dici? Noi non abbiamo fatto niente." dice arrossendo furiosamente. "Non avete fatto niente? La stanza di Liam era un casino, i tuoi capelli erano un casino. Avete anche lasciato il letto scoperto, e si vedeva la macchia di sangue che hai lasciato." dico guardandola male. "Stupida me! Dovevo coprire il letto! Chissà che avranno pensato gli altri." dice torturandosi le mani.
"Liz, avranno pensato che finalmente vi siete decisi!!" dico alzando leggermente il tono. Lei non la smette di torturarsi le mani. "Allora dimmi ... E' stato dolce?" le chiedo. I suoi occhi brillano di nuovo. "E' stato dolcissimo. Ci è andato piano, perché aveva capito che non ne sapevo niente. E mi ha aiutato." dice sorridendo. "E come ti è sembrata la tua prima volta?" le chiedo. Pensai che la mia prima volta è stata uno schifo. Ryan. Quel nome mi torna di nuovo in mente rimbombando.
"E' stato fantastico. E' stato dolce. Ed è stato travolgente." dice, con lo sguardo perso. Le è piaciuto davvero. Lei e Liam sono perfetti insieme. Anche io però sono persa nei miei pensieri. I flashback riguardanti Ryan mi travolgono. "Stai pensando a Ryan?" mi chiede Liz, svegliandomi dai miei pensieri. Io annuisco, e torno ad occuparmi della pasta. Credo sia abbastanza cotta, così inizio a metterla nei piatti. "Non pensarci ok? Hai Harry adesso." mi dice, accarezzandomi amichevolmente la spalla. Ho Harry... Non avevo mai visto la cosa da questa prospettiva. All'improvviso ricordo il sapore delle sue labbra sulle mie. Era dolce, e volevo sempre averne di più. Ma non potevo. Prima non potevo. Ma adesso è un'altra storia. Cosa succederebbe se ci baciassimo adesso? Avrei di nuovo lo stesso sguardo duro che mi diceva che nessuno deve sapere niente? Non lo so. Sono troppo confusa per ora. Apparecchio il grande tavolo di vetro, per 6 persone. Il suo posto è li. Vuoto.
Trattengo di nuovo le lacrime, e chiamo gli altri. Arrivano tutti in un batter d'occhio. E cominciamo a mangiare. "Finalmente si mangia qualcosa di buono!" esclama Liam. Liz lo fulmina con lo sguardo.
"Non prendertela amore, ma non sai davvero cucinare." dice lasciandole un bacio pieno di panna, lei si lecca le labbra, e i due si guardano negli occhi. La tensione fra di loro è palpabile, credo che potrebbero saltarsi addosso da un momento all'altro. "Ho capito che vi è piaciuto, ma se proprio dovete andate in camera." sbuffo. Loro avvampano e tornano a concentrarsi sul loro piatto di pasta.
Comincio anche io a mangiare. Sento una fitta proprio nel basso ventre. I dolori cominciano a farsi sentire. Cerco di non dargli conto, ma cominciano a farsi sempre più forti. E a quanto pare sono sbiancata. "Charlie, va tutto bene?" chiede Niall preoccupato, lasciando da parte il piatto ormai completamente vuoto. "S-Si." un'altra fitta mi prende il basso ventre. "Charlie?" stavolta è Harry a parlare. "Io sto.." dico. Stavolta non riesco a sopportare la fitta lancinante che viene non appena cerco di muovere le gambe. "Ti porto all'ospedale." dice. Non mi da tempo per replicare. Mi prende in braccio e mi porta fino alla sua Range Rover. Mi distende sul sedile, che adesso è completamente calato. "Passerà ok?" mi dice rassicurante. E mi da un bacio sulla fronte. Sale dal lato del guidatore e mette in moto la macchina. Dopo circa venti minuti siamo davanti all'ospedale, e dovete credermi che sono stati i venti minuti più lunghi della mia vita. Lui mi porta in braccio dentro l'ospedale, e quando ci riconoscono ci fanno entrare subito in una stanzetta. L'odore di antisettico è fortissimo.
Harry si mette a parlare fitto con il dottore, che poi inizia a controllarmi. Io non oppongo resistenza.
Un paio di minuti dopo riesco a capire quello che si dicono, e le parole del dottore mi lasciano stupita. "E' difficile da dire, ma credo sia incinta."

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