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"Lexa! Madi!" Bellamy aprì la porta della sua camera da letto, che stranamente era chiusa a chiave. Di solito lui o Clarke non chiudevano a chiave la porta delle loro camera, almeno che non si trovassero dentro, ma comunque non gli importò molto, perché la chiave era ancora nella serratura, quindi gli bastò girarla e spalancare la porta.
Vide Lexa e Madi che si alzarono velocemente dal pavimento e si misero all'impiedi. Dato che la porta era stata chiusa a chiave da fuori, voleva dire che qualcuno le aveva chiuse dentro. Si chiese da quanto tempo fossero lì e se qualcuno se ne fosse accorto.
"Papà!" Urlò Lexa vedendolo davanti a lei, la sua voce non mostrava molto felicità, quasi come se fosse indifferente a quello che era appena successo.
Bellamy provò ad andargli incontro, ma sentì qualcosa pungergli il collo e poi un dolore. Capì che qualcuno l'aveva colpito e infatti, subito dopo, si sentì svenire.
"No!" Sentì Madi urlare, ma poi buio.
Lexa, che ormai stava già andando ad abbracciare Bellamy, fece un passo indietro quando si ritrovò Josephine davanti. Aveva nella mano qualcosa di strano, era la cosa con cui aveva colpito al collo Bellamy, il quale ora era sdraiato a terra privo di sensi.
"Eravate così sicure che mi potesse uccidere" Josephine fece un sorriso falso, seguito da un ghigno, come per far vedere la sua vittoria.
"Cosa intendi fare?! Uccidere tutta la nostra gente in modo tale che nessuno ti scoprisse?!" Chiese arrabbiata Madi, aveva perso sua madre e ora non poteva perdere anche suo padre, perdipiù per colpa di una che rinasceva ogni volta in un corpo diverso, che rubava a delle persone.
In tutto ciò però, né lei né Madi, capirono il perché proprio Clarke. Tra le tante persone perché proprio lei?
"Probabile" Josephine alzò le spalle, sempre continuando a sorridere. Era soddisfatta di tutto quello che stava accadendo.
Prese Bellamy per un polso e lo trascinò contro il muro. Gli appoggiò la schiena sul muro e con una corda che prese da un cassetto, gli legò il braccio ad una gamba del letto.
Poi si avvicinòa Madi con un altro pezzo di corda in mano, probabilmente aveva intenzione di legare pure lei e Lexa.
Madi si spostò appena sentì Josephine vicino a lei.
Josephine estrasse velocemente un coltello dalla sua tasca e glielo puntò alla gola.
"Madi lasciati legare" La pregò Lexa e quando Josephine ricercò di afferrare il polso di Madi, lei lo riallontanò, non seguendo quello che gli aveva detto Lexa.
"Ti prego" Lexa guardò Madi, come per dirle che non poteva perdere anche lei e lei finalmente si lasciò legare il polso, ma alla scrivania.
Poi Josephine si avvicinò a Lexa, che, al contrario della sorella, si fece legare all'altra parte della scrivania con molta facilità.
"Perché proprio lei? Perché proprio mia madre?" La voce di Lexa richiamò l'attenzione di Josephine, che ormai stava per uscire dalla stanza e richiuderli di nuovo a chiave.
Josephine non rispose a parole, ma prese il suo coltello e senza pensarci e due volte, si tagliò il braccio, facendo gocciolare qualche goccia di sanguenero sul pavimento.
"Natblida" Disse Madi, capendo che lei e Lexa non avrebbero mai e poi mai dovuto dire a qualcuno di lì il colore del loro sangue.
"Se voi li chiamate così" Questa volta Josephine uscì, senza che nessuno avesse tempo di farle altre domande o di interromperla.
Lexa sbuffò e si risedette sul pavimento, fissando il vuoto. Non sapeva proprio cosa fare, non poteva più sperare su Bellamy, dato che ormai era messo nella lori stessa situazione o forse anche peggio.
L'unico modo era uscire da quella stanza e a Lexa venne in mente un'idea per farlo.
"Madi prendi" Lexa avvicinò la sua gamba a Madi e Madi non capì che cosa volesse fare.
"Cosa?" Chiese ancora stupida da quel che lei le stava chiedendo, cosa doveva prendere dal suo piede?
"La caviglia. Nella caviglia c'è un coltello" Lexa si sforzò per arrivare la sua gamba a Madi, perché lei era messa in una situazione troppo scomoda per prenderlo.
Madi alzò i pantaloni dalla caviglia di Lexa e trovò un mini-pugnale agganciato con una corda alla caviglia.
Lo slegò con la mano libera e poi fece per usarlo per slegare la corda, ma sentì un rumore che la interruppe.
Bellamy mugugnò e molto lentamente, aprì gli occhi.
Si guardò intorno e ci mise un po' per capire che si trovava sul pavimento della sua camera da letto.
"Hey... tutto ok?" Disse alzandosi bene dritto, rivolgendosi alle ragazze.
"No... cioè si... cioè noi stiamo bene, ma..." Iniziò Lexa, non sapeva come dire a Bellamy l'accaduto con Clarke.
"Ma? Cosa?" Bellamy capì dalla voce che qualcosa nom andava.
"Quella con cui sei stato tutto il giorno e che ti ha chiuso qui dentro, non è la mamma" Lexa iniziò a dirlo lentamente, aveva paura di come avrebbe potuto reagire.
"Cosa? Scusate, ma... allora chi è?" Bellamy era super confuso, in che senso quella persona non era Clarke.
"Si chiama Josephine Lightbourne ed è la figlia di Russel" Bellamy guardò Madi, non capendo ancora cosa centrasse con Clarke.
"Quello che Madi intende dire è che queste persone, di Sanctum, hanno il sanguenero e hanno un mindrive nella testa, così quando muoiono, gli basta spostarlo nella testa di un altro sanguenero e prendersi il suo corpo" Lexa cercò di spiegare il meglio possibile, così sarebbe potuta tornare a liberarsi.
"Quindi..." Bellamy stava ancora cercando di mettere in ordini i pezzi del puzzle.
"Quella persona ha preso il corpo di mamma..." Madi iniziò, ma non se la sentì affatto di continuare, non avrebbe mai voluto dare lei una notizia del genere. Anzi, non avrebbe mai voluto che ci fosse i bisogno di darla.
"...uccidendola" Continuò Lexa con un tono secco. Era ferita, come se il dolore l'avesse già uccisa e ora non riusciva a esprimere emozioni.
Bellamy si bloccò. No. Quello che stavano dicendo Lexa e Madi non è vero. È tutto falso. Giusto?

Povero Bellamy 🥺 Mi dispiace troppo per lui in questo capitolo, che spero vi sia piaciuto (scusate se ho pubblicato tardi oggi, ma c'era la festa d'istituto e sono tornata a casa ora)💓

uli

Waiting for dad //Sanctum// ~Bellarke fanfiction~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora