10

3.1K 83 21
                                    

Non crediamo ai nostri occhi. Non può essere vero.

Avevo torto, torto marcio. Non era affatto uno specchietto per le allodole: Münsing è una fottuta roccaforte in attività.

Io e Marco siamo senza parole e ci lasciamo trascinare dagli eventi, dalle cose, dalle persone.

Un muro alto almeno dieci metri si erge di fronte a noi, esausti dalla camminata sotto al sole cocente. Del filo spinato lo percorre, e le due torrette di controllo sono di recente costruzione. Le due figure umane che passeggiano e quando ci avvistano si fermano, mi erano sembrati zombie. Invece no.

"Chi va là? Chi siete?" urla una voce tedesca.

Non so quale Dio ci stia proteggendo, ma Marco ha lavorato in Germania, anni fa, mastica un po' di lingua locale.

"Siamo italiani. Apriteci, cazzo!" e la parolaccia di gioia la aggiunge in madrelingua, per condire il concetto.

Ci son voluti due secondi e mezzo per sincerarsi che non siamo infetti. E non posso descrivere quello che sento in questo momento. Sollievo e gioia, perlopiù, ma anche timore per l'ignoto...

I cancelli si aprono e io e lui facciamo i passi che ci dividono dal futuro. Dal nostro destino. E la colonia di superstiti è proprio come l'ho sempre immaginata e sperata.

Un'ampia area recintata e brulla, di suolo bruciato e mezzo cementificato, pullula di esseri umani di un po' tutte le età. Tende, container, vecchia tecnologia militare, tutto esattamente come nei film!

Io e Marco camminiamo scortati dalle due sentinelle, che ci hanno palpeggiato braccia, busto e schiena in modo amichevole, anche per assicurarsi il conteggio delle nostre armi.

"C'è un nucleo italiano, qui" spiega la sentinella uno, e quasi mi piscerei sotto dalla felicità.

Italiani superstiti. La nostra gente, la nostra cultura è ridotta in briciole, sì, ma non tutto è perduto!

"Per favore, portateci da loro" li prega Marco. Acconsentono.

Intorno, la gente si ferma a guardarci e inizia ad applaudire. Uomini, bambini, donne.

Donne.

Donne! Donne con capelli lunghi, gambe snelle, rigonfiamenti sul petto, facce glabre come fatine... Donne! Sto per implodere... Regaliamo sorrisoni a destra e a manca, con le lacrime agli occhi. Anzi, inizio proprio a piangere di felicità.

Quando arriviamo nella tenda di destinazione, un tizio a caso inizia a sorreggermi chiedendomi se sto bene. Me lo chiede in italiano.

"Sì, fratello!" frigno come un bambino che aveva perso i genitori al supermercato, e li ha appena ritrovati.

Anche Marco non sta in piedi dalla gioia e dal sollievo. Crolla a sedere su una grossa cassa di rifornimenti, mentre un tipo di mezza età con la divisa americana si avvicina con una cartellina block notes.

"Benvenuti, ragazzi. Pochi convenevoli, prima vi registrate, prima potrete inserirvi nella nostra comunità e portare profitto." La sua testa pelata e il sorriso baffoso ci rassicura ulteriormente.




"Marco Silvestri e Alessandro Costa. Oh, siete una vera benedizione per la nostra colonia."

Milligan, si chiama così il tipo pelato, e mi fa un sacco ridere. Mi ricorda il gatto vietnamita dei video divertenti su youtube... quando ancora c'era il tempo di ridere in modo spensierato.

Fame di carneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora