Mi sveglio e mi prendo un colpo.
Non capisco perché accanto al mio giaciglio, sotto le mie stesse coperte, c'è una donna nuda e abbronzata, con una massa di fluenti capelli chiari sparpagliati sul materasso.
Poi ricordo del giorno prima, e la consapevolezza mi cade addosso come un macigno troppo pesante da portare.
Per me e Marco hanno selezionato sei ragazze, di cui tre italiane. Non le abbiamo scelte noi, loro ci hanno scelto e in un batter d'occhio.
All'inizio volevano tutte me, perché mi hanno visto più bello e giovane di Marco, a primo impatto. Ma ben presto una donna latina dall'aria sicura se l'è portato via, e io sono finito con Vera Hartmann. La ragazza armata a rapporto da Milligan. La coincidenza mi è piaciuta, sono stato bene con lei. Ma ora ho la testa piena di aria fritta.
Vera sa perfettamente quello che vuole. Sa combattere, cacciare e darsi da fare. È un membro perfetto di una comunità calibrata a puntino. Siamo letteralmente stati costretti a consumare appena dopo l'unione civile, al centro statistico. Ho guardato Marco e Samantha scegliersi due sorrisi enormi stampati in faccia.
Marco mi ha battuto una pacca sulla spalla per farmi gli auguri.
In quel momento, non sono riuscito a rispondere. Mi sentivo un rospo viscido in gola, che non andava giu. Lui era tranquillo e deciso. Felice come un bambino al luna park. E io l'ho odiato.
Detto ciò, faccio il punto della situazione: sono praticamente sposato con una perfetta sconosciuta, che dorme con un mitra sotto al materasso ed è muscolosa quanto me.
'Fase della frequentazione' un corno. Ci hanno fatti accoppiare come vacca e bue da monta. E non mi è neanche dispiaciuto più di tanto. Penetrare Vera è stata una sorta di liberazione, per me, mi sono sentito bene come se avessi fatto pace con me stesso.
Ma non è tutto qui. Qualcosa, dentro di me, formicola.
Come se fossi uscito di casa senza chiavi e avessi lasciato un fornello accesso. Un fornello acceso negli occhi di Marco. Un fornello che forse lui ha già spento al posto mio.
Non ci vediamo da ventiquattro ore e io mi sento rodere l'intestino. Non scherzo. Sento come se dovessimo ancora collaborare insieme, stare a contatto. Ma Milligan è stato fin troppo chiaro. Secondo me, ci ha guardato così brutto perché ha immaginato qualcosa. L'intesa fra me e Marco era palpabile, si poteva tagliare col coltello.
"Mmh..."
Sento un soave rantolio contro la mia spalla.
"Buongiorno", guardo Vera e sorrido. Lei si stropiccia tutta la faccia con le sue mani affusolate e tatuate.
"Giorno" borbotta, ma è di buonumore. Con lei sono stato un signore. Mi sono assicurato che lo volesse davvero, che fosse fisicamente e mentalmente pronta al sesso, ed eventualmente alla gravidanza.
Mentre io non lo sono affatto. Si può dire che stanotte sono stato il suo attrezzo. E l'idea di diventare di nuovo padre contro la mia volontà mi mette i brividi.
Gli occhi chiari di Vera mi guardano con affetto. "Tutto bene, Alessandro?"
"Dio, ti prego, chiamami Alex. 'Alessandro' è quello che ha fatto incazzare o la mamma o l'ex fidanzata."
Lei scoppia a ridere, il suono mi piace. "Hai ragione" concede, sgusciando fuori dalle coperte e iniziando a rimettersi mutante e tenuta da lavoro.
"Sei bellissima" la rassicuro. So che ogni donna vorrebbe sentirselo dire e io lo penso davvero, quindi perché no?
"Anche tu. Un bel pezzo di manzo fresco!" Vera mi lascia un bacio sul collo. "Oggi comincerai l'addestramento per il gruppo d'esplorazione. Sei pronto?"
"Sono il soggetto ideale per quello" ripeto quello che mi hanno detto, dopo aver verificato i miei parametri vitali e storici. Nel senso che ho raccontato ai responsabili della colonia quanto e come sono sopravvissuto, e mi hanno assegnato il cartellino di soggetto ad alto tasso di sopravvivenza.
Ho omesso di dire loro quanto cazzo in culo ho preso, naturalmente. Quanto spesso aspettassi Marco a casa come una brava casalinga, mentre lui era a caccia. Come fossi stato salvato da lui più di un paio di volte e quanto me la facessi addosso dal desiderio di suicidio, prima di incontrare lui.
"Fa' attenzione." Conclude Vera, si sistema il panciotto antiproiettili e il mitra sulla schiena. È una donna meravigliosa.
La fase del mio 'addestramento' è durata meno di due giorni, 'tacci loro. Mi hanno praticamente insegnato a sparare al centro di cartoni antropomorfi e detto: "Toh! Ora sei pronto per la ricognizione anti-infetti fuori dalle mura!". E oggi mi hanno spedito nella foresta con la squadra. È proprio un'organizzazione all'italiana, insomma.
Volete sapere qual è stata la parte più tosta del mio tirocinio militare? Avere un certo Marco Silvestri come collega.
Esatto, è stato selezionato per il mio stesso mestiere. Gli uomini dai trenta ai quaranta con un tasso di sopravvivenza superiore a otto sono tutti qui, nella sezione esplorativa.
Non avrei mai pensato che Marco potesse cambiare atteggiamento nei miei confronti così, dal giorno alla notte. Si limita a dirmi l'essenziale solo quando richiesto dalle circostanze, e a lanciarmi occhiate indecifrabili e... a non avvicinarsi mai a me.
Ci sto male.
Mi fa stare di merda. È palese. Non so cosa gli passa della testa... Ha paura della discriminazione, della cella. La 'pederastia' come la chiamano qua, nel medioevo, ci è stata esplicitamente interdetta. Ma non per l'omosessualità in sé, bensì per una questione di promiscuità. Non ce l'hanno solo con gli omosessuali, ma anche con gli eterosessuali che tradiscono i partner. Non si deve fare, o la comunità rischia di cadere nel caos, nel vortice dell'AIDS e nel collo di bottiglia genetico. I preservativi non si trovano, ovviamente. Quindi siamo tutti con le spalle al muro: dobbiamo per forza essere fedeli per la vita alla nostra donna. E lei a noi.
È un incubo.
Chissà che cosa ne pensa Marco. Lui che mi ha adorato per mesi, che era tutto quello che avevo e ora ho tutto e niente. Vivo in un dualismo che mi spezza: dovrei sentirmi sinceramente grato, ma la mia testa va da tutt'altra parte. Dalla parte di chi ha manipolato la mia mente e il mio corpo per tutto questo tempo. Io mi sentivo la 'donna' di Marco. Mi sentivo protetto e adesso non più. Ora sono qua a guardare Samantha che ha preso il mio posto.
Il mio posto.
Marco era il mio luogo. La casa che ho perso e...mi rifiuto di accettarlo.
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Fame di carne
AdventureAlex e Marco credono di essere gli ultimi rimasti sulla Terra. Si abbracciano appena s'incontrano, non credono ai loro occhi. Hanno vagato singolarmente per anni, disperati, soffrendo la mancanza di contatto fisico. Più che per gioco, il sesso tra...