R12. This love - Pendolo

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Questa one-shot non è scritta a scopo di lucro.

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Maybe you should set me free

Maybe I don't really want you to

Maybe I just wanna be

Be the person that you just can't lose

No, there I go and fall again

***

Luglio


Smettila di fare il pendolo. Dinah le aveva detto proprio così, durante la pausa pranzo. Smettila di fare il pendolo. Inizialmente aveva creduto fosse soltanto il preludio di una qualche battuta salace; un po' ingenuo da parte di un arguta studentessa di Fisica, no? Con un sorriso giocoso si era addirittura azzardata a chiedere se intendesse un pendolo foucaultiano o uno balistico. Pacifico che la polinesiana l'avesse metaforicamente messa al muro. Lauren è anche amica mia, aveva aggiunto.

Era stato allora che Camila aveva compreso, ma nulla le aveva impedito di presentarsi nel collegio riservato agli alunni del dipartimento di Medicina e Chirurgia, sia quella stessa sera, sia quella dopo, sia quella dopo ancora, fino a un passo dall'apertura degli esami estivi.

- Chi è? -.

Diventa sempre così scostante sotto sessione? La cubana bussò di nuovo, senza curarsi di rispondere. Palesandosi, rischiava di non entrare affatto.

Lauren, dall'altra parte, si mosse con cautela verso la porta. Quante persone potevano essere a quell'orario indecente, a poche (pochissime!) ore dal primo appello? Solo una, meditò, girando la chiave nella toppa un paio di volte. Solo lei.

- Ehi, Occhi Verdi -.

- Camz, non posso. Stasera proprio no – l'anticipò.

Camila sollevò un sopracciglio, divertita e al contempo fintamente piccata.

- Chi ha detto niente, chica! Pensi sempre male di me... – protestò, ammiccando.

La corvina si grattò la nuca, imbarazzata: non era proprio il momento adatto, quello!

- Io non penso male di te – confutò timidamente. – Anzi... -.

- Allora fammi entrare. Non te ne pentirai. O vuoi lasciarmi qui fuori perché mi hai rimpiazzata con un'altra? -.

***

Normani, aspirante ingegnere, era parte di quei pochi, abili fortunati che, superati gli esami tramite le prove in itinere, non sapevano che fare durante la sessione se non registrare i voti e bighellonare, a zonzo per il campus. Perciò, sfruttando l'assenza di Camila, aveva optato per una capatina da Dinah, che, al contrario, era campionessa olimpica del cosiddetto salto dell'appello.

- Salute a te, bionda pulzella! – motteggiò, quando la porta si aprì.

La polinesiana si stiracchiò sgraziatamente, sbadigliando.

- Che ci fai tu qui? – biascicò, accigliata; la voce ancora impastata di sonno. Richiusa la porta, ciabattò sino al letto.

- Pensavo che essere la tua ragazza bastasse! -.

- Oh, allora mettiti pure comoda che io me ne torno a dormire -.

- Mufasa! -.

- Che c'è? -.

The Moon told meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora