R8. Easy - Sbavature, smagliature

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Questa one-shot non è scritta a scopo di lucro.

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The stretch marks all around my thighs

Kiss 'em 'til I change my mind about everything else

[...] All I know is you, heal me when I'm broken [...]

All I know is you, saved me and you know it

***

Miami, Florida


Quando si affacciò alla camera della sua primogenita e la udì sospirare gravemente, Sinuhé provò un interno moto di tenerezza. Ah, le insicurezze dei giovani baccelli! Sapeva bene che, complimentandola, non avrebbe ottenuto altra risposta di un acido Lo dici perché sei mia madre!

- Mila, tesoro... - proferì allora, dolcemente.

- Sì, mamma? -.

- Lauren è appena arrivata, ti aspetta di sotto -.

Camila lisciò nervosamente la gonna a pieghe del proprio vestito e – Perché non sale mai, dico io? – lamentò, più a causa dell'ansia che la divorava che per un effettivo fastidio.

Sinuhé soffocò una risatina dietro la palma della mano.

- Sai che dice sempre che non vuole scavalcare l'autorità dei genitori. È proprio una perla d'educazione! – chiosò, con tono limpido.

Ma la figlia scosse la testa. Si affacciò di poco oltre la soglia e – Sali pure! – gridò, tesa come tutt'e quattro le corde di un violino. – E tu, mamma, sciò! – impartì. - ...per favore – aggiunse, più riverente.

Lauren abbandonò il borsone sportivo accanto al divano su cui sedeva la piccola Sofia e attese pazientemente che la signora Estrabao-Cabello ridiscendesse, prima di divorare la rampa di scale in quattro balzi felini. Era o non era una fulgida promessa del softball? Sgusciò, quatta, all'interno della camera, ma quando i suoi occhi si posarono su Camila, ogni indugio scomparve. Notando ella fare altrettanto, la fissò a lungo in silenzio.

- Beh? – interrogò, dopo un pugno di minuti. – Non dai un bacio alla tua splendida ragazza? – motteggiò, appoggiandosi a uno degli stipiti della porta.

Per tutta risposta, la cubana virò di nuovo verso lo specchio a figura intera, sbuffando sonoramente. Incurvò le spalle verso l'interno, come se volesse raggomitolarsi su se stessa per nascondersi e poi scomparire in una nuvola di fumo, e riprese a scrutare ogni grinza del proprio aspetto.

Lauren le si avvicinò, depositando un soffice bacio sulla sua tempia.

- Che c'è che non va? – domandò, carezzandole la schiena. Con un cenno del capo alluse allo specchio che stazionava loro innanzi.

- Sono orribile – bofonchiò Camila. Coricò la testa contro quella della corvina, arricciando le labbra nell'ennesima smorfia. Da esse sfuggì un sospiro frustrato. – E so già che sfigurerò accanto a te -.

- Non posso credere che tu lo stia dicendo davvero -.

- Sì, Lo! È un'ora che sto così e ho sempre meno voglia di venire al promenade di stasera -.

- E io che figura ci faccio ad andare da sola? -.

- Sicuramente una migliore di quella che faresti insieme a me -.

- Oh, andiamo – la rimbeccò Lauren. Indicò lo specchio con cenni eloquenti. – Stai davvero dando tutto questo potere a una superficie riflettente? -. Strinse la vita sottile della minore tra le braccia, dondolando lievemente. - Non c'è nulla in te di cui tu debba vergognarti o creare un problema -.

The Moon told meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora