Capitolo 2

124 33 33
                                    




"È inutile che tu mi dica scappa, perché il destino segue la mia mappa"

-"Irraggiungibile", F. Carta e Shade


Seon Mi's POV

La porta si aprì con uno scatto; quel suono non fece altro che attirare su di me quattordici paia di occhi che spaziavano da un caldo color cioccolato fino ad arrivare ad un bellissimo -seppur artificiale- azzurro, carichi di incredulità e curiosità al tempo stesso.
Avrei giurato di averne visti almeno un paio levarsi al cielo...
Bene.
Espirando pesantemente, entrai nella stanza, cercando di evitare lo sguardo del ragazzo che un tempo avevo chiamato amore.
<< È così che si lavora qui? Ad averlo saputo avrei fatto l'Idol al posto dell'infermiera! Mi sarei risparmiata ore in laboratorio e avrei ballato di più >> commentai, portandomi al centro della stanza.
Non ottenendo nessuna risposta, iniziai a squadrare ad a uno a uno tutti i presenti: erano davvero stupendi...che fine avevano fatto i sette ragazzini che avevo lasciato anni prima?
<< Noona? >> chiese mio fratello spalancando gli occhi e saltando in piedi, correndo ad abbracciarmi incredulo.
<< No mago Merlino! Certo che sono io Kookie! >> risposi ridendo, ricambiando l'abbraccio leggermente imbarazzata.
<< C-c-cosa ci f-fai tu qui?! >> continuò il mio fratellino, sciogliendo l'abbraccio e tenendomi le mani tra le sue.
Stavo per rispondere quando comparve sulla soglia Sejin.

 
<< A questo posso rispondere io >> disse, appoggiandosi allo stipite della porta.
<< Poiché ultimamente state diventando ingestibili, pigroni e scansafatiche, ho ritenuto indispensabile chiamare rinforzi... e sono riuscito a trovare l'unica ragazza dell'intera Corea del Sud che non potrete corrompere coi vostri bei faccini: la nostra cara Seon Mi >> chiarì Sejin, sorridendo sornione ai ragazzi, per poi concludere con: << Lei vi aiuterà a ritornare in forma e a rimettervi in riga. >> e detto questo, si congedò.

 
Mi girai nuovamente verso i ragazzi e accennai un timido sorriso: ero sola di fronte a quel gruppo di ragazzi meravigliosi...e tremendamente demotivati.
Mi guardai attorno, staccando lo sguardo dai ragazzi per non mostrar loro l'imbarazzo che doveva aver mutato la mia espressione.
Dovevo trovare un modo per rompere il ghiaccio senza sembrare un'isterica.
La solita isterica...
<< Ragazzi >> iniziai, tornando a fissare i loro occhi, che ricambiarono il mio sguardo con espressione annoiata.
<< Non posso assolutamente mettere in dubbio che vi sentiate molto stanchi e sotto pressione, basandomi su quel che mi è stato riferito dal vostro manager... >> qualcuno m'interruppe sbuffando.
Kook.
<< Andiamo sorellina...quello spara una manica di stronzate! >>.

Lanciai un'occhiata di fuoco in direzione della fonte dalla quale avevo udito tale -spiacevole- sentenza: il mio adorabile fratellino, che prese a girare nervosamente per la sala, incrociando le braccia al petto e continuando ad alzare e ad abbassare il capo.

Mi trattenni dal corrergli incontro e mollargli un ceffone: stimavo molto Sejin e non amavo sentire qualcuno parlare di lui a quel modo.
Cercai di riacquistare un minimo di compostezza.

<< TUTTAVIA >> continuai dunque, inserendo nella parola più enfasi di quel che avrei sperato.
<< non capisco per quale motivo Sejin voglia rifilarvi una specie di babysitter per tenervi fuori dai guai! Avete quasi trent'anni ed è...francamente imbarazzante! >> affermai, incrociando le braccia al petto e spostando lo sguardo da un membro del gruppo all'altro, squadrandoli tutti da capo a piedi.
Quasi tutti...

In genere non avevo mai avuto problemi nell'esprimere quel che pensavo di fronte alla gente; col tempo avevo imparato a trovare le giuste parole, al fine di non urtare i sentimenti dei miei interlocutori, evitando così, spiacevoli reazioni.
Ma in quel momento, sentii l'agitazione travolgermi come una potente sfiammata, che dallo stomaco divampò fino al mio viso, imperlandolo di sudore; le tempie presero a pulsare violentemente, in perfetta sincronia con il mio battito cardiaco, improvvisamente accelerato, e per alcuni istanti, mi parve quasi di non sentirmi più le mani.
D'istinto, mi voltai di scatto verso la porta, pronta a scattare fuori dalla grande sala e correre a rotta di collo giù per le scale, fino a quando, senza fiato e con i piedi doloranti, avrei raggiunto il mio caldo e confortevole appartamento, al riparo da quei ragazzacci con la testa fra le nuvole...
Al riparo dai suoi occhi.
Dei sette ragazzi che torreggiavano imponenti sopra di me, solo uno aveva ricevuto una mia fugace occhiata.

<< E per quale motivo hai accettato allora? >> chiese uno di loro in tono scontroso.
Già... perché avevo accettato?
Non lo sapevo nemmeno io.
<< Yoongi, l'ha assunta Sejin... >> continuò un altro, che sfoggiava una vistosa chioma color lavanda.
Abbassai lo sguardo, divorata dall'imbarazzo: dovevo trovare una risposta che fosse sufficientemente convincente, almeno da non farmi apparire come l'ennesima coach senza polso che sarebbe fuggita ancor prima di cominciare. E soprattutto, detestavo il fatto che Sejin mi avesse dipinta in maniera tutt'altro che positiva: se per i membri dei BTS non fossi stata altro che una creatura leggendaria, probabilmente mi avrebbero immaginata con l'aspetto terrificante di un mostro crudele e senza pietà.
Presi un lungo, profondo respiro.

<< Beh, non ho accettato "solo perché mi ha assunta Sejin" >> risposi stizzita, citando le parole del ragazzo che, malgrado l'aspetto etereo, aveva sputato -seppur involontariamente - parole taglienti come lame affilate.
<< Semplicemente >> mi schiarii la voce, prima di buttar fuori tutto d'un fiato la mia unica -falsissima- frase motivazionale.
<< sono assolutamente sicura del fatto che se ci impegneremo tutti, in maniera costante, riusciremo a risolvere questa situazione in men che non sia dica...e voi sarete in forma smagliante per il tour mondiale che vi aspetta! >>. Conclusi abbozzando un sorriso, che non fu ricambiato affatto.
Nessun sorriso, nessuna esclamazione compiaciuta, neppure un applauso d'incoraggiamento -suvvia, che t'aspettavi Seon? Di diventare "l'eroina che avrebbe salvato il pianeta" forse?!-, nulla di tutto ciò: sguardi impassibili e perplessi lastricavano il mio sentiero, che mi avrebbe condotta dritta verso il castello del fallimento.

Jeong|| KSJDove le storie prendono vita. Scoprilo ora