Capitolo 11

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"Dicono che siamo come gocce in mezzo al mare
Senza un faro che ci illumini e ci dica dove andare
Ma io potrei sorprenderti
Proprio adesso che sei qui
Davanti a me"

-Annalisa, "Se avessi un cuore"

Seon-Mi's POV

Alternavo i lamenti con la cadenza del rumore dei miei passi sull'asfalto.

Cinquanta metri.

Quella mattina avevo deciso di cimentarmi nella mia maratona personale, nella vana speranza di poter cancellare l'increscioso inconveniente –per modo di dire- accaduto poco meno di quarantott'ore prima a casa dei Bangtan.

Il passo cadenzato stava prendendo via via un ritmo sempre più irregolare, costringendomi quindi ad arrestare la mia corsa senza meta in prossimità di un piccolo bar, ben nascosto tra le stradine secondarie.

Mi chinai per riprendere fiato.

Dieci.

Fu solo a quel punto che una voce interiore mi costrinse ad ammettere che, dopotutto, una destinazione c'era eccome...

Le immagini del mio sabato pomeriggio alcolico continuavano a balenarmi in mente, alternandosi all'espressione esterrefatta e ferita di Jin, il bel viso travolto improvvisamente da un'insormontabile onda di dolore sordo, di quelli che attanagliano il cuore e non ti lasciano respirare.

Ora sai cosa si prova...Anche se avrei preferito non fartelo provare mai.

La situazione era simile a quella avvenuta anni prima, ma differiva completamente per un piccolissimo dettaglio: io e Jin non stavamo più insieme.

Dunque, non ero forse libera di intrattenere qualsiasi genere di rapporto con chiunque volessi?

Già, eppure...

Da quando, pochi giorni prima, Jin era nuovamente piombato nella mia vita –o, per meglio dire, io ero inaspettatamente ripiombata nella sua-, la mia irremovibile presa di posizione circa la relazione tra me e il mio ex ragazzo, sembrava avesse iniziato a vacillare, proprio come accade a quelle fortezze dall'aria imponente costruite per difendere strenuamente quello che si trova all'interno, ma che, a battaglia conclusa vengono per sempre dimenticate fino a divenire lo spettro di loro stesse, sgretolandosi in balia del tempo e della noncuranza.

E dunque, numerosi interrogativi avevano iniziato a prendere il sopravvento.

Provavamo ancora qualcosa l'uno per l'altra?

Lui provava qualcosa per me?

Dalla sua espressione -orribilmente traumatizzata-, potei facilmente intuire che dovesse essere proprio così, malgrado non avesse cercato d'interagire con me neppure una sola volta, nel corso dei giorni precedenti...

E, dal canto mio, provavo ancora qualcosa per lui?

Non mi era indifferente, senza ombra di dubbio... e al resto preferivo non pensare.

Mi sentivo stanca come non mai.

Aprii la stretta porta a vetri della piccola caffetteria, lasciando che la calda armonia dei caratteristici profumi –croissant caldi e caffè tostato- di quel luogo accogliente e dall'atmosfera rilassata inebriasse le mie narici...ma per la prima volta, nessun senso di calma sopraggiunse; al contrario, il vulcano gorgogliante dentro di me sembrava ormai sul punto di esplodere in una violenta e improvvisa eruzione.

Complice l'aver intravisto diversi volti conosciuti, disseminati per il locale...

Presi posto ad un piccolo tavolino, il più isolato possibile; quindi, ordinai il mio magico elisir; non mi avrebbe di certo aiutata a rilassarmi, anche se...

Jeong|| KSJDove le storie prendono vita. Scoprilo ora