"Torna da me.Sia pure come un'ombra, sia pure come un sogno."
-Euripide
Taehyung's POV
Dopo tre estenuanti giorni trascorsi nella stanza riservata alle celebrità della clinica, sarei finalmente tornato a casa dai miei compagni.
Quel poveretto di Jimin, invece, avrebbe dovuto attendere almeno altre quattro settimane, prima di poter tornare alle amorevoli cure dei Bangtan... e di Seon.
<< Jiminie >> salutai il biondo scoccandogli un veloce bacio sulla guancia, prima di stiracchiarmi col braccio sano, aspettando in trepidante attesa che qualcuno venisse a prendermi per ricondurmi alla mia umile dimora.
<< Taetae >> biascicò il mio amico, intontito dai farmaci per placare il dolore.
Il collare ortopedico teneva ben fermo il suo collo, rendendogli i movimenti alquanto ostici, ma le abrasioni che gli contornavano il volto fino a qualche giorno prima, avevano lasciato il posto a leggere crosticine che in breve tempo sarebbero sparite.
Dalla piccola sedia, collocata in un angolo della stanza, raccolsi tutti i miei indumenti, e radunai i miei effetti personali sparsi alla rinfusa sul comodino in ferro; un disordine quotidiano, che secondo i ragazzi ed il nostro amorevole manager -i quali avevano introdotto appositamente tali oggetti nella mia camera-, avrebbe potuto ricreare un'atmosfera che ricordasse il più verosimilmente possibile quella domestica, gioiosa e frizzante, al fine di rallegrarmi e di farmi sentire – almeno in parte- a mio agio, in un luogo tanto freddo e...silenzioso.
La borsa in pelle nera giaceva ai piedi di quello che, fino a poco prima, era stato il mio giaciglio; il sottile materasso duro come pietra, ora spoglio, indicava la prontezza e l'efficienza delle inservienti, accorse nella stanza non appena venne comunicata loro la notizia delle mie dimissioni.
Avevo trascorso una buona mezz'ora ad attendere il ritorno dell'infermiera che aveva accompagnato Jimin ad effettuare alcuni controlli di routine, la quale, con un sorriso smagliante, mi aveva assicurato che lo avrebbe riportato in tempo per il mio ultimo saluto, prima che lasciassi definitivamente la clinica; ma ormai mancavano meno di cinque minuti all'arrivo di Seon e di Jimin nemmeno l'ombra.
<< Toc-Toc! >> trillò Seon, facendo comparire il capo dalla porta socchiusa.
<< Come sta il mio piccolo alieno? >>
<< Felice di tornare a casa! >> le corsi incontro zoppicando, per poi stringerla in un caloroso abbraccio.
<< Di tornare a casa o di vedere lui? >> domandò ammiccante, uno scintillio malizioso nei suoi occhi celesti.
Raggelai sul posto: non le avevo mai rivelato di essere innamorato di un ragazzo... men che meno di uno dei Bangtan.
<< C-c-ome... >>
<< Come lo so? >>
Annuii, senza neppure trovare il coraggio di controbattere a quella sua tipica aria saccente, come in trance.
<< Sono una buona osservatrice, ma non preoccuparti: resterà un nostro segreto. >> cinguettò, lasciandomi sulla guancia un sonoro bacio, il cui schiocco risuonò per tutta la camera d'ospedale.
Seon raccolse il borsone da terra, ed issandoselo in spalla uscì nel corridoio a passo terribilmente svogliato, senza neppure assicurarsi se la stessi seguendo o meno. Restando dietro di lei di alcuni passi, ben presto potei comprendere la ragione di quell'insolita apatia, emersa tanto repentinamente: tutti i suoi colleghi sbucarono -quasi come zombie- da ogni singolo angolo della clinica, fermandola e riempendola di domande, in particolar modo, riguardo alla reale motivazione che si nascondeva dietro al suo allontanamento e quello di Krys.
Volevo sdebitarmi nei confronti di colei che si era presa cura di me e di Jimin tanto pazientemente – e in maniera estremamente professionale! ...
<< Seon, dobbiamo correre! Sejin è qui fuori che ci aspetta e... >> senza neppure concludere il mio sceneggiato, afferrai Seon per un braccio e la trascinai fino nell'atrio principale, dal quale potemmo raggiungere l'uscita con estrema facilità, e sgattaiolare fuori dalla struttura senza ulteriori intoppi.
Una sferzata d'aria gelida m'investì in pieno, facendomi rabbrividire.
<< Fiuu... >> sospirò Seon, strabuzzando gli occhi per l'incredulità.
<< Questa gente non sa neppure dove stia di casa, la riservatezza! >> esclamò stizzita, lisciandosi la gonna nel riacquisire la sua proverbiale compostezza.
<< Grazie Tae >> mormorò, prima di voltarsi di scatto, diretta verso la sua auto.
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Jeong|| KSJ
Fiksi Penggemar|| IN PAUSA || Erano passati anni da quando Seokjin aveva visto Seon l'ultima volta e il ricordo dei suoi occhi stravolti dal dolore lo tormentavano ancora, così come l'immenso amore che continuava a provare per lei. E ora grazie all'inatteso aiuto...