11. Un favore

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Ghostkeeper – Klangarussell & GIVVEN

Il giovedì è il giorno peggiore della settimana

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Il giovedì è il giorno peggiore della settimana.

Era un pensiero che accompagnava Zaira fin da bambina, quando ancora era costretta a rimanere a scuola per il rientro pomeridiano proprio di giovedì, e che aveva continuato a farle compagnia nel corso degli anni successivi; anche in università, per qualche strana congiunzione astrale, riusciva sempre a risultare il giorno con più corsi da seguire, e di solito erano i più complessi.

"Almeno oggi le prime due ore non ci sono..." pensò con uno sbadiglio, inzuppando un biscotto integrale nel caffelatte. La Nutella, purtroppo, l'aveva finita con Elia lunedì mattina.

Era ancora concentrata sulle riflessioni dedicate al giovedì, che quella volta sarebbe stato più cupo del solito, vista la mancanza di Ginevra a causa di un paio di linee di febbre e una tosse secca che la costringevano a letto da un paio di giorni, quando sua madre entrò in cucina, un tailleur indosso e i capelli raccolti in una coda alta. Zaira, ancora in pigiama, la osservò sottecchi, chiedendosi come fosse possibile essere così perfette di prima mattina.

"Buongiorno" mormorò, mentre la donna si versava del caffè.

"Ciao. Ma non sei in ritardo?" L'altra le si sedette di fianco, afferrando un biscotto dal pacco. "O sono già finite le lezioni?"

Zaira storse il naso. "Guarda che il semestre è iniziato da meno di un mese" disse. "Oggi entro più tardi. Il prof è a fare misure da qualche parte."

Sua madre annuì appena, per poi mettersi a sorseggiare il caffè. La ragazza, però, notò che stava facendo la faccia, quella sfoggiata quando aveva intenzione di intavolare una conversazione imbarazzante; pregò di sbagliarsi, giusto perché non voleva il giorno partisse male già di suo, ma l'altra si schiarì la gola e schioccò le labbra un paio di volte.

"Vorrei conoscerlo" disse, appoggiando la tazzina sul tavolo. "Quindi digli che la prossima settimana è invitato a cena. Venerdì, pensavo. Sai se gli piace il sushi?"

Zaira abbassò lo sguardo sul caffelatte, il pensiero che il giovedì stava per confermarsi di nuovo una giornata orrida a bussarle sulle sinapsi.

"Allora?" la incalzò la donna. "E non dire che non ti stai vedendo con nessuno. La Rottenmeier ieri sera mi ha fatto una testa infinita sulla confusione che avete fatto domenica." Le scoccò un'occhiata rapida, piegando le labbra in un sorriso divertito. "Oltretutto, fatti dire che non sei molto brava col correttore."

Zaira si portò in automatico la mano sul collo, in un'ammissione silenziosa che fece scoppiare a ridere la madre.

"Devo preoccuparmi di diventare nonna troppo presto?"

"Mamma!" Zaira si sentì arrossire fino alla punta delle orecchie, l'assurdità del momento che le impediva di trovare una qualsiasi replica sensata e in grado di chiudere la conversazione. "Ti ricordo che uso di nuovo la pillola già da un anno" si risolse a borbottare, per poi bere dalla tazza.

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