03. Un caffè (I)

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Fino a quando il cielo esiste – Mox (feat. Fulminacci)

Ogni volta che Zaira discuteva con Michele, il ragazzo finiva sempre per dirle di smetterla di essere così insicura e certa che tutto sarebbe andato solo nel peggiore dei modi

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Ogni volta che Zaira discuteva con Michele, il ragazzo finiva sempre per dirle di smetterla di essere così insicura e certa che tutto sarebbe andato solo nel peggiore dei modi. Lei accoglieva i rimproveri con un discreto fastidio, sia perché non le pareva di essere così disfattista, sia perché era convinta che intimarle di smettere non fosse il giusto modo per spingerla a migliorarsi. Comprendeva che le intenzioni dell'amico fossero più che buone, ma, d'altro canto, sapeva che per compiere certi passi ci voleva del tempo e una quantità di pazienza capace di rasentare l'infinito.

Ginevra, al contrario di Michele, era ancora lontana dall'amara fase in cui era scivolato il ragazzo, tanto da continuare a sopportare Zaira senza mai lasciarsi sfuggire un giudizio troppo duro e permettendole di sfogarsi fino a quando lei stessa non si trovava ad avere la nausea. Sotto un certo punto di vista, doveva concordare sul fatto che a volte fosse fin troppo esagerata.

Al contrario di quanto si era immaginata la notte precedente, però, l'attesa del fotografo misterioso la rendeva distaccata da uno stato di ansia ingestibile e parlantina incontrollata; al suo posto, infatti, era calata una gelida risoluzione, unita all'idea che non poteva permettersi ulteriori figure delle sue, stampatasi in testa al posto delle nozioni che stava provando a ripetere a Ginevra sotto lo sguardo divertito di Davide.

"Quindi quando arriva il bel fotografo?" chiese quest'ultimo con tono canzonatorio, ricevendo in risposta un'occhiata torva da parte di entrambe le ragazze. Oltre a deconcentrarle, senza neppure dar loro consigli per quell'esame che aveva passato con un ventinove, metteva il dito nella piaga

"Ormai tra un'ora" sibilò in risposta Ginevra. "Non ti sei ancora stufato di chiederlo?"

"No." Davide le rivolse un sorriso beffardo. "È molto divertente vedere che sei più in ansia tu di lei."

Zaira notò l'amica arrossire fino alla punta del naso, mentre il ragazzo scoppiava a ridere, incurante delle occhiatacce degli altri occupanti dell'aula studio. Anche lei si aprì in sorriso nervoso, pensando che, in effetti, Ginevra era all'apparenza la più agitata delle due. Quando si erano incontrate la mattina Zaira si era trovata sommersa dai commenti dell'altra, che erano continuati durante la pausa pranzo e tra gli attimi strappati allo studio per riposarsi; aveva voluto sapere tutto, come se ci fosse stato un granché da raccontare, poi l'aveva pregata di rimanere calma e, infine, le aveva promesso che in caso di bisogno sarebbe corsa a recuperarla e prendere a calci l'altro.

Zaira aveva provato a placarla, sorpresa dalla foga mostrata, ma col passare delle ore aveva iniziato a trovare il suo sincero interesse dolcissimo, tanto da farle venire voglia di abbracciare l'amica e dirle che non c'era bisogno di preoccuparsi. Nonostante non fosse più di tanto intera, era lontana dalla fragilità che gli altri percepivano.

"Michele, invece?" chiese intanto Davide, stiracchiandosi. "Dà buca all'evento del secolo?"

Ginevra gli tirò una manata sulla pancia, mentre Zaira alzò gli occhi al cielo. "Arriva tra una ventina di minuti... Era occupato in laboratorio."

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