Io ci sarò

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Rimango immobile a contemplare il giardino mentre Madison su una panchina alla mia sinistra, pulendola dalla neve.

- C-che posto è questo?

Le domando.

-Benvenuto al giardino del Queen Elisabeth hospital, nonchè il mio luogo preferito!

-Caaaspita.

Una piccola nuvoletta di stupore fuoriesce dalla mia bocca.

La neve della mattina, aveva totalmente imbiancato il parco, gli spogli ma imponenti pini sembrano inchinarsi a nostro cospetto dalla quantità di neve che ricropre gli interi rami centenari.

Gli arbusti sottostanti fare lo stesso che, come se fosse una buffa danza, iniziano a ondeggiare per il forte vento gelido che soffiava, nel piccolo paesaggio innevato intravedo fra gli alberi l'ospedale, una costruzione monumentale che sembra atteggiarsi e farsi beffe di quel minuto giardino.

-Sai...

Aggiunge sospirando Madison.

-ogni volta che mi ritrovo con le spalle al muro giungo qui, potrebbe essere banale, la lo trovo il più rassicurante e imtivo che al momento mi possa permettere.

Madison riprende lentamente fiato come per allontanarsi dalla sua rabbia.

-Ogni momento di crisi l'ho vissuto qui, su questa panchina, ogni elemento di questo parco mi faceva trasportare per un attimo in un posto parallelo. Inizialmente rimanevo qua da sola finché le infermiere non si accorgevano della mia assenza e mi ritrasportavano in stanza ma adesso sono in compagnia...

Mi dice schiacciandomi l'occhiolino.

D'un tratto arrossisco,un'ondata e il caldo mi avvolge.

Ma cosa mi prende?!

So solo che adesso vorrei sprofondare nella neve.

-Samuel Carnison, non starai mica arrossendo?

-NOOOOOOO, scherzi!

Madison scoppia in una irrazionale risata e ciò mi risolleva il mio secondo cuore.

Vederla ora sorridere e non soffrire mi rende più sereno.

Le sue risa, sono talvolta così potenti, da far scrollare la neve dagli alberelli di fianco, talmente buffe da unirmi anch'io, finchè non sento rigarmi le prime lacrime sulle guance.

-Oddio! Non ho riso così tanto di gusto in vita mia e il bello che non so neanche il motivo!

-Io neppure!

Amette lei, asciugandosi gli occhi dalle lacrime.

-Sam,...scusa per prima ma, ero proprio incazzata nera, avevo bisogno di sfogarmi ma ora mi sento decisamente meglio ed è anche merito tuo! Da quando ti ho visto la prima volta ho subito capito che in stanza non mi sarei sentita più sola, perciò io per questo ti ringrazio, tantissimo.

-Hey,prego,l'importante ora è vederti felice e ogni volta che ne avrai bisogno io, per te, ci sarò.

Sospirando, madison appoggia il suo capo sulla mia spalla sinistra.

Dal quel momento la ragione mi abbadonò:

Dal basso una stretta morsa mi paralizza fino ad arrivare in gola, facendomi trattenere il respiro. Piccole farfalle si librarono nel mio stomaco ed entrai in uno stato di trance con gli occhi fissi su...

Madison.

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