Addii e rimorsi

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Dalla finestra la luce mattutina imperversa violentemente  nella stanza, illuminando fra le mie mani la copertina grigia della mia cartelletta clinica chiusa.

Facendo attenzione a non far cadere tutta la moltitudine di fogli, apro alla pagina del verbale del primario:

''Annuncio ufficialmente che il piaziente potrà  fra tre  settimane  lasciare l'ospedale e ricominciare a frequentare il college.

Il trapianto è riuscito alla perferzione,e con gli ultimi  esami  constaterò gli  effettivi valori della sua  frequenza  cardiaca, portata circolatoria e  la sua gittata sistolica,e quindi, se avranno ripreso un ritmo normale.

Per quanto riguarda la riabilitazione delle gambe e del  braccio dx, s' inizierà il mese prossimo.''

Sono rimasto ricoverato in questo  ospedale per più di mese e dall' ufficiale verdetto del  primario, è già passata una  settimana.

Con il mio braccio destro,ormai  del tutto libero dal gesso e capace di compiere movimenti benchè siano minimi, ripongo la cartelletta sul comodino.

Alla partenza mancano quindici giorni , sarà difficile  riabitunarmi all'idea di ricominciare tutto da capo.

Tutto finito,si ritornerà alla mia monotona realtà.

Niente più esami del sangue, flebo e insipidi brodini la sera ;ma  niente più scappate clandestine in giardino,nessuna Madison affianco.

M'immagino l'effetto che farò  ai miei professori e compagni in classe,quando mi risiederò  dietro a un banco di scuola con una carozella, a sospirare nostalgico la vita tranquilla dell' ospedale, senza test o intterrogazioni a sorpresa. Tanto meno voglio pensare a Jack, un problema alla volta.

Già, come farò a salutare Madison? Dirle addio, sarebbe come pugnalarmi, ma dirle ciò che provo sarebbe ancora peggio! Potrebbe rovinare tutta la nostra amicizia  ma soprattutto potrebbe metterla a disagio e io non voglio  ferirla...

-...La amo troppo!

-Buongiorno Sam, sono tornata!

Avvampando,guardo verso la porta.

-ahh sii ciao Madison.

-Stavi parlando con me prima? Cos'è che dicevi?
Non lo avrò mica detto ad alta voce? !

-Io...? Niente!

-Hai mugugnato qualcosa!

- Stavo solo sospirando,sai, non ho la voglia di ritornare al college.

-Ah si, a proposito di

partenze...

Madison  si siede affianco a me, sulla parte  destra del mio letto, passandosi la mano destra sul braccio sinistro, in segno d'agitazione.

-Ti ricordi tre o quattro settimane fa quando eravamo andati per la prima volta al parchetto?

-E come faccio a dimenticarmelo!

Urlo esaltato, forse un po' troppo, visto che Madison si  è alzata  spaventata spalancando gli occhi.

-okay, quel giorno ti stavo raccontando qualcosa di importante ma vedendonti con lo sguardo  assente, intterruppi subito la discussione, rimandandola al giorno successivo sperando che ti saresti ripreso ma invano.

Il fatto sta che non te l'ho più raccontata perché...

Mentre deglutisce, i suoi occhi lucidi  si gonfiano.

-Sei cambiato,lo so che ti conosco da poco, ma io ho l' impressione di avere una persona diversa davanti a me,che non ride più, non mangia ed io per questo mi preoccupo.

Siamo amici, giusto? A me puoi dirlo!  Sono per caso io?

-No Madison, che dici! Tu non c'entri niente,anzi io ti am....

...miro così come sei! Non è problema importante, perfavore non sentirti così.

-Allora se non è grave, me lo potresti dire?

Certo che è grave, ma non posso dirtelo, abbiamo fatto un patto!

-Allora?  Perchè fai scena muta? Pensavo che ci eravamo promessi di dirci tutto e di essere presenti l'uno  per l'altro,essere amici veri.

Io posso dire di esserlo stata per te  ogni volta ma, a quanto pare,  costantemente tu non mi hai mai ascoltato o cercato di essere presente,''Io ci sarò'' un corno! Scommetto che non sai neanche che giorno è oggi!

Madison incrocia le braccia e con aria di rimprovero mi fissa con uno sguardo di ghiaccio, le sopraciglie incarcate e i le labbra serrate.

La sua tristezza si era tramutata immprovisamente in una incotenibile  e mortificata rabbia.

-Certo, è il tuo ...lo so eh, .... buon  compleanno!

-Sono una cogliona,  come ho potuto ...! Non te lo ricordi! Cogliona, cogliona!

Non avrei mai dovuto aprirmi con te, per un'attimo stranamente ho creduto di avere conosciuto un vero amico, una spalla su cui appoggiarmi che mi avrebbe potuto aiutare.

Svegliaaa... oggi lascio l'ospedale! Ero venuta a salutarti e a prendere il mio borsone, prendo il pullman per andare  in Scozia da mia zia!

Tu e il tuo stupido cuore, siete degli infami!

Madison sbraita isterica e con le lacrime che le rigano le guancie, prende il suo borsone di tela verde dall' armadio per  avvicinarsi alla porta.

In questo tempo  rimango zitto, dato che sarebbe bastata una sola mia parola per far degenerare la situazione.

-Samuel, se ora tu mi dai una valida  ragione per  questo tuo comportamento di queste ultime settimane , avrai la grazia di non andare all'inferno ...io aspetto,è l'ultima possibilità.

Il mio cuore pulsa agitato come per spingermi a dirlo ma rimango allo stesso muto.

NON POSSO.

-Fanculo Carnison, addio!

Sbattendo la porta con un rumore tonfo, Madison uscì così dalla stanza così come  dalla mia vita. E il cuore non sa  capacitarsi di ciò.

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