Heylà persone.
Quindi, uhm, questo è il primo capitolo.
(premetto che questo sarà l'unico spazio autrice che farò a inizio capitolo, gli alti saranno alla fine come per l'altra storia)
Spero tanto che come inizio vi piaccia.
Chi ha letto l'avviso che ho scritto su I'm not o-fucking-kay, suppongo abbia capito, bene o male, di cosa parlerà questo capitolo. E quindi saprà come sarà, grossomodo, il secondo, visto che è proprio quello che avevo messo come anticipazione.
Eniuei quell'accenno al secondo capitolo l'ho eliminato, così, uhm, chi vuole sapere come sarà non potrà farlo, perché boh.
Per chi non lo avesse già fatto, vi prego di passare a leggere la mia altra storia.
Grazie.
||A||
Non ero mai stato coraggioso.
I miei diciannove anni erano ormai stati celebrati, e in questo lasso di tempo, non ero mai stato coraggioso, nemmeno una volta.
In questo lasso di tempo, avevo finto di esserlo.
Mikey aveva finalmente compiuto i suoi tanto desiderati sedici anni.
In questo lasso di tempo, aveva sempre creduto che suo fratello fosse un eroe.
Non era mia intenzione farmi adorare, mentire per essere apprezzato.
Volevo solo infondere un po' di sicurezza al mio fratellino.
Nemmeno lui era mai stato coraggioso.
Ma si era aggrappato al desiderio di diventare come me, impavido e senza paura.
Quando, nei temi di scuola, mi chiedevano "Qual è la tua più grande paura?"
Rispondevo solo: "Io non ho paura."
E, tornando a casa, sventolavo il foglio con quelle due semplici frasi in faccia a Mikey, che mi guardava pieno d'orgoglio e ammirazione.
Non gli importava se, in penna rossa, scritto a caratteri cubitali, troneggiava un 4 in cima al testo.
A lui importava solo la mia risposta.
Gli importava solo sapere che non avevo paura.
Che non avevo paura, e che per questo l'avrei potuto proteggere da tutto e tutti, e che sarei potuto essere una guida per lui.
Lui che aveva già tanti di quei problemi, tante di quelle paure da far invidia a un bimbo di quattro anni terrorizzato dai mostri che abitavano nel suo armadio.
Come poteva un fratello maggiore quardare negli occhi un ragazzino del genere e dirgli "Sono un fottuto codardo, Mikey"?
Non potevo.
Non potevo deluderlo.
Però il problema persisteva: non ero coraggioso, di conseguenza, non potevo fare cose coraggiose.
Quando queste ultime si presentavano, discretamente le scacciavo via.
"E' troppo pericoloso, Mikey."
"E' meglio di no, Mikey."
"La mamma si arrabbierebbe, Mikey."
"Potresti farti male, Mikey."
"Non è consigliabile, Mikey."
Nonostante tre anni non fossero poi una differenza così abnorme, bastavano per potermi considerare come un modello e un soggetto a cui dar ascolto.
STAI LEGGENDO
I'll keep you safe. (frerard)
De TodoFrank ha vissuto l'inferno, non parla, ha paura. Gerard é solo un codardo che non vuole deludere i suoi cari. Sono venuti a contatto con due realtà completamente diverse. Frank ha un passato da dimenticare. Gerard un futuro da dedicargli. Possono, d...