Idiota.
Ero un idiota.
Avevo portato uno sconosciuto in casa mia.
Senza chiedere il permesso.
Ma cosa mi saltava in testa?
Però, nel profondo, sapevo di aver fatto la cosa giusta.
Per quel che valeva, la mia coscienza poteva dirsi a posto ed in pace con se stessa.
Certo, quel mio gesto accrebbe anche la mia autostima.
Dopotutto, non era da tutti liberare un ragazzino ed ospitarlo.
O forse si?
Beh, certo era che non era da me.
Avevo mostrato un po' di coraggio, e infondo, ne andavo fiero.
Ma più stavo sotto la doccia, più i minuti passavano, più le gambe mi tremavano all'idea della situazione in cui mi ero cacciato.
Non volevo pensarci, comunque.
Quel che era fatto era fatto.
Dovevo solo fare in modo che si rimettesse in forze, aiutarlo, guadagnarmi la sua fiducia e non dare nell'occhio e Buon Dio, mi pareva impossibile.
Ma no, no, non potevo semplicemente lasciarmi la questione alle spalle.
Non potevo, non in una situazione simile.
I miei dubbi si affievolirono quando tornai in camera.
Mi sentii un po' più sicuro perché, dopo aver aperto la porta, un sottile fascio di luce proveniente dal corridoio andò a posarsi proprio sul mio letto, proprio sul viso di Frank, che fece una smorfia, infastidito.
Ma, nonostante quello, lo vidi lì, con gli occhi chiusi, che dormiva tranquillo, e sorrideva.
Sorrideva.
Da quanto non dormiva sogni tranquilli, quel ragazzino?
Da quanto non sorrideva nel sonno?
Vederlo così rilassato, mi diede una spinta in più.
Avevo solo rotto delle catene, gli avevo solo offerto il mio letto.
Non avevo fatto niente di speciale, niente di così importante.
Eppure, era servito a qualcosa.
Non solo a donargli la libertà.
Avevo solo rotto delle catene, gli avevo solo offerto il mio letto, e in cambio, lui sembrava già più felice.
Quella, fu la mia ragione per non tirarmi indietro.
-
Non mi ero mai reso conto di quanto dormire per terra potesse essere scomodo e orribile nei confronti della propria schiena.
I cuscini e le lenzuola ammorbidivano il pavimento, certo, ma era di gran lunga meno comodo del dormire in un letto.
Peccato che il mio letto era occupato.
Beh, per qualche notte, avrei potuto fare uno sforzo.
Mi svegliai, il drin drin della sveglia che mi rimbombava nelle orecchie.
Controllai l'ora.
Le sei.
Avevo deciso di alzarmi mezz'ora prima per poter parlare con Frank, spiegarli cosa fare mentre io ero a scuola, dove andare, ma soprattutto, dove non andare.
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I'll keep you safe. (frerard)
De TodoFrank ha vissuto l'inferno, non parla, ha paura. Gerard é solo un codardo che non vuole deludere i suoi cari. Sono venuti a contatto con due realtà completamente diverse. Frank ha un passato da dimenticare. Gerard un futuro da dedicargli. Possono, d...