XIV

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Hai visto T/n? Ce l'abbiamo fatta... Anzi in realtà tu ce l'hai fatta... Spero davvero che ciò che hai scritto nella lettera sia vero...
Pensava Emma orgogliosa, e un po' preoccupata, guardando l'orizzonte:"La nostra prima alba liberi... È davvero fantastico" esclamò poi guardando l'albino, che annuì di rimando.
Il corvino intanto continuava a pensare all'immagine scolorita e priva di emozioni della c/c che poco prima gli si presentò davanti agli occhi incitandolo a fuggire anche per lei che non ci era riuscita... Non è reale, NON È REALE. Non può essere vero, T/n non mi ha davvero abbandonato così. Io- Io so che lei sta bene. Me lo sento. Non si sarebbe fatta sconfiggere dalla mamma e da degli stupidi demoni senza cervello, lei è intelligente, riflessiva e razionale. Ci sono buone probabilità che in realtà lei sia scappata, ma senza farcelo sapere... Infondo non avrebbe potuto. Pensava il ragazzo con lo sguardo perso nel vuoto, mentre intanto passava tra le dita della mano destra la catenina legata al suo collo, che, come la c/c gli aveva chiesto prima di essere spedita, non si era mai tolto da allora.
I ragazzi continuarono a scappare a lungo, più si allontanavano e più correvano. Stavano tutti correndo fino allo sfinimento, mentre intanto Emma cominciava a perdere leggermente velocità anche a causa della ferita all'orecchio sinistro.
Norman, che si trovava a capo della fila, proprio affianco alla rossa, vedendola così debole cominciò a preoccuparsi:"Emma sei sicura di farcela? Se vuoi possiamo fermarci. Tanto tra poco dovremo fermarci a priori perché i bambini più piccoli sono stanchi morti" disse accarezzandole la spalla, mentre la ragazza negó un paio di volte col capo:"Nah, ce la faccio tranquillo" rispose rilassata ricominciando ad aumentare il passo, facendo sì che l'albino gli andasse dietro, seguito da tutti.
A metà fila Don e Gilda controllavano che nessuno fosse troppo stanco o rimanesse indietro, ma assalito da un senso di preoccupazione, il ragazzo parlò con lei:~Sei stanca? Ti vedo un po' pallida Gilda...~ chiese sussurrando, mentre la ragazza si girò verso di lui:~No, sta tranquillo Don. Sono solo un po' impaurita. Voglio dire, fino a tre mesi fa vivevamo tranquilli, con l'illusione di essere in un orfanotrofio, mentre ora stiamo scappando da dei demoni... Però in realtà sono carica a molla~ rispose sussurrando a sua volta, sorridendo eccitata e spaventata allo stesso tempo. Il ragazzo a questa risposta ebbe un leggerissimo brivido alla schiena, ma se non altro si tranquillizzó molto.
Il corvino intanto era al fondo della fila, e oltre a controllare i bambini, guardava alle spalle della fila, assicurandosi che non ci fosse nessun demone.
Vista la sua posizione, quando la fila si fermò di colpo, facendolo sbattare con il viso contro le spalle di uno dei bambini che aveva davanti, si preoccupò di tutte le cose che potessero aver causato questa interruzione.
Norman prese in braccio la rossa ormai priva di sensi, e facendo sedere tutti i bambini, arrivati anche loro al limite, si sedette a sua volta, facendo appoggiare la schiena di Emma alle sue ginocchia. Il corvino vedendola in quella condizione, per quanto sia immorale dirlo, si sentì sollevato al pensiero che non fossero quindi stati attaccati da un demone, o qualcosa di simile.
Mentre riposavano, chi gli arti e chi gli occhi, Ray rimase vigile per controllare la situazione attorno al luogo dove erano accampati. L'albino dopo tre ore, ormai a notte inoltrata, gli diede il cambio, e il ragazzo ebbe quindi il tempo materiale di appoggiare la schiena al tronco di un albero.
"Ray? Ray mi senti?" gli chiese una voce femminile, e aprendo gli occhi si trovò davanti la c/c intenta a svegliarlo:"Buongiorno Ray" le disse poi tranquilla allontanandosi da quello che dopo capì essere un letto, o meglio, il suo letto. Il corvino si alzò un po' scosso, e si diresse verso dove la ragazza poteva essere andata.
Raggiunse una stanza buia, molto spaziosa, ma senza finestre e con soltanto la porta:"Ray devi svegliarti. Non mi importa se vuoi stare qui con me, devi svegliarti. Siete in pericolo, e poi mi rivedrai te lo prometto, ma ora devi svegliarti." concluse la ragazza di fretta, lasciando sbigottito Ray, che non capiva come facesse a sapere ciò che pensava, e che fossero in pericolo.
Nonostante ciò, si fidava di T/n, e quindi fece ciò che gli suggerì quella presenza che aveva interrotto il sonno tranquillo.
Aprì velocemente gli occhi, scoprendo di essere leggermente sudato a causa dell'ansia.
Passando oltre a questo particolare irrilevante, si alzò in piedi e, ricordando ciò che gli aveva detto la ragazza, si guardó intorno attentamente per qualche istante.
Nel frattempo si era fatta ormai mattina, e quindi i bambini più piccoli cominciavano ad avere fame e sete.
I ragazzi pensarono quindi di fare un'esplorazione con l'unico scopo di trovare provviste, ma considerando il pericolo che poteva incombersi sui bambini mentre loro non ci sarebbero stati, decisero di partire tutti insieme.
Vagando qua e là per la foresta, trovarono delle strane piante commestibili, e delle fonti d'acqua.
Continuarono quindi a camminare a passo abbastanza spedito per arrivare nella famosa pianura citata da T/n in entrambe le lettere.
Il corvino, al fondo della fila, continuava a guardarsi attorno, controllando quello che sarebbe potuto essere il pericolo citato dalla c/c nel suo sogno. Subito dopo sentì e vide di sfuggita una figura abbastanza grossa e grottesca correre molto veloce, come se fosse inseguita, e subito dopo, un profilo umano, probabilmente femminile, avvolto dall'ombra, che gli correva dietro, avendolo quasi raggiunto.
Al corvino si geló il sangue, ma essendo stato talmente veloce decise di non preoccuparsene, era quasi certo che fosse solo la sua immaginazione che gli giocava un brutto scherzo.

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