Capitolo 1

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Non è una notte buia e tempestosa. Questo dato di fatto scardina l'assunto in base al quale gli avvenimenti epici, per venire considerati tali, abbiano bisogno di essere accompagnati dall'allerta della Protezione Civile.

E invece niente perturbazioni all'orizzonte; neppure un temporale improvviso e dispettoso sfuggito al Servizio Meteo. La notte è di una chiarezza manzoniana, e senza vento peraltro. Se non ci fosse di mezzo il famigerato inquinamento luminoso, forse si potrebbe dire che il cielo è trapunto di una distesa infinita di stelle.

Roberta, detta Robi, conosce bene la situazione, perché ha avuto modo di controllare. Sdraiata nel letto, gli occhi chiusi, sa che dietro il buio della sua stanza, dietro la tenda di cotone sbiadito, dietro la serranda scrostata ci sono le stelle. Le sembra quasi di vederle, le stelle, più numerose e brillanti di quanto non siano in realtà, e questo è un pietoso inganno della sua fantasia. Ha già visto troppe stelle, nella sua vita, perché la mente rinunci a travisare la banale realtà. Qualche volta, certo, può servire, ma non sempre è necessario. Questa notte comunque non è richiesto.

Ne potrebbe persino venire fuori un falso ricordo e tra qualche anno Robi potrebbe raccontare a se stessa che la notte in cui ha deciso di andarsene di casa c'era un mucchio di stelle, tante come non se vedono più.

Decide che, potendo scegliere, come falso ricordo sarebbe meglio una notte buia e tempestosa.

Mentre la sua mente inventa le stelle Robi riconosce che a casa con i suoi sta bene. Poi si rende conto che ci sta bene davvero, ed è proprio questo il problema. Ci sta troppo bene.

Le sue amiche non fanno altro che lamentarsi; sentendole parlare si potrebbe credere che la loro convivenza con mamma e papà sia un supplizio insopportabile, mentre lei è costretta ad ammettere - a se stessa prima che alle sue amiche – quanto mamma e papà le siano comodi. Ora dormono nella stanza accanto; Robi è sicura che stiano dormendo, mentre lei potrebbe rimanere sveglia per ore. Per Robi il sonno profondo e pacifico dei suoi genitori è sempre stato la dimostrazione che il loro atteggiamento calmo e pacato, la flemma con la quale affrontano la vita, non sono una posa, ma l'espressione autentica della loro personalità.

Tra l'altro mamma e papà dormono perché sono le due e un quarto, e a questo punto Robi è rientrata a casa da non più di mezz'ora. Forse ai tempi delle sue prime uscite serali la mamma rimaneva sveglia ad aspettarla, fingendo di essere completamente assorbita da un romanzo avvincente, tanto da non essersi resa conto che nonostante l'ora tarda la figlia non era ancora tornata a casa; Robi non se lo ricorda, e potrebbe benissimo essere che fin dalle sue prime uscite serali la mamma si addormentava – come sempre e senza difficoltà - dopo il TG della notte.

In quanto a suo padre, lui crolla molto prima.

Per concludere, Robi non ha mai dovuto affrontare estenuanti negoziati per strappare il permesso di rientrare oltre una data ora, e di conseguenza non ha mai dovuto subire rimproveri e sanzioni disciplinari nell'infelice eventualità di un ritardo. Non ha mai dovuto giustificarsi per un brutto voto o rimanere in punizione le rare volte in cui ha marinato la scuola. E non ci sono state scenate nemmeno quando le è stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza. Robi è pronta a giurare che i suoi genitori non siano mai ricorsi alle punizioni corporali, e anche se la memoria potrebbe trarla in inganno non riesce a immaginarsi la mamma che le tira uno schiaffo o il papà che le molla una sonora sculacciata.

In ogni occasione in cui avrebbero potuto perdere la pazienza è stato come se fosse prevalsa la consapevolezza che le circostanze avrebbero anche potuto essere peggiori; in fondo si era tutti molto fortunati che si trattasse solo di uno stupido incidente di percorso, come ce ne sono tanti in tutte le famiglie.

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