Capitolo 3

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Da quasi tre mesi a questa parte la sveglia di Robi suona alle sette in punto. Per sicurezza Robi imposta il cellulare perché la sveglia suoni una seconda volta alle sette e un quarto. Se si alzasse anche cinque minuti dopo arriverebbe in ritardo al lavoro, quindi il secondo squillo è tassativo.

Robi si affida completamente alla sveglia; ha impostato due suonerie diverse, in modo da riconoscere la seconda sveglia senza possibilità di errore. Per esperienza sa di non poter contare sulla madre, sebbene questa si alzi verso le sei e mezza. Una mattina Robi si era riaddormentata dopo lo squillo della seconda sveglia e quando aveva riaperto gli occhi erano quasi le nove. In quell'occasione sua madre le aveva detto che se Robi aveva dormito tanto voleva dire che ne aveva bisogno; le era venuto in mente di svegliarla, ma Robi dormiva così bene che davvero non se l'era sentita.

Quando arriva in cucina Robi trova la colazione già pronta sul tavolo. Generalmente sua madre traffica intorno a lei: è una di quelle donne che trova sempre qualcosa da fare in casa, fosse anche detergere una superficie apparentemente pulita. Se la casa è uno specchio non è certo per merito di Robi, che non rifà nemmeno il suo letto. La madre di Robi non le ha mai permesso di fare nessuno dei più banali mestieri domestici, nemmeno quando Robi era piccola e lavare i piatti poteva passare per un gioco divertente.

Crescendo Robi ha sempre avuto di meglio da fare, sosteneva sua madre; studiare, per esempio, anche se Robi è sempre stata molto lontana dall'essere la prima della classe. A questo proposito la madre ha sempre sostenuto che studiare va bene, ma non troppo, perché ci si può persino ammalare. Per questo l'obiettivo di Robi si è sempre limitato a non essere rimandata a settembre, meritando ogni anno gli elogi dei genitori.

Quando gli insegnanti facevamo notare alla madre di Robi che con un po' di impegno la figlia avrebbe potuto facilmente uscire dal limbo della mediocrità, lei si limitava a sorridere. Robi non studiava granché, e sua madre era segretamente orgogliosa del fatto che pur con così poco impegno Robi raggiungeva quella mediocrità che altre coetanee conquistavano a prezzo di dure ore di studio. Preferiva una figlia mediocre dalle grandi potenzialità, che una figlia prima della classe ma nevrotica.

Quelle poche volte in cui Robi si era offerta di aiutare la madre, questa le aveva risposto che avrebbe avuto tutta la vita per fare i mestieri in casa, e più tardi avesse iniziato, meglio sarebbe stato. Un giorno, china sul pavimento, Robi avrebbe rimpianto i bei tempi in cui era la mamma a sfregare le piastrelle. Ma quel tempo è di là da venire, visti il vigore e la relativa giovane età della madre di Robi, nonché la prospettiva che la figlia rimanga in casa con i genitori ancora per molto, data la mancanza sia di un lavoro stabile, sia di un fidanzato.

Questo è un altro ambito nel quale la madre di Robi si guarda bene dal metterle fretta. A chi le fa notare che la figlia ha già venticinque anni, età in cui lei era già madre da tre, la mamma di Robi alza le spalle e si limita a constatare che i tempi sono cambiati, che Robi sta ancora studiando, e che prima di mettere su famiglia dovrà consolidarsi nel lavoro. E poi Robi è una ragazza assennata e sa bene cosa sta facendo.

In quanto a suo padre, mentre Robi fa colazione lui è seduto in poltrona a leggere la Repubblica sul tablet. Lo sente commentare le notizie, ogni giorno con lo stesso tono ironico di sempre. La moglie in cucina si limita a brevi cenni, come a sottolineare che le notizie sono sì interessanti, ma in famiglia basta una persona informata, ed è contenta di non dover essere lei.

-Sei stanca cara?- chiede la madre di Robi, dopo aver notato l'espressione assonnata della figlia. Non che sia una novità: Robi è sempre assonnata. Anche la notte precedente è andata a letto dopo le due, ma d'altra parte non poteva mancare alla festa di compleanno di Annamaria.

-Se non stai bene puoi rimanere a casa- aggiunge la mamma, accarezzandole i capelli.

-No- risponde Robi finendo il caffè. -Sto bene- aggiunge, pensando già al caffè che prenderà prima di iniziare il lavoro.

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