-Ciao mia cara, come va?
Robi trasale nel trovarsi davanti Michele. Sta uscendo dallo spogliatoio ed è sola.
-Bene grazie- taglia corto lei, cercando di passargli accanto.
Lui però la chiude contro il muro del corridoio.
-Sai cosa non mi piace di voi altri? Fate comunella. Vi coalizzate contro di me.
-Non è vero- risponde Robi, ed è sincera. Lui è un problema per tutti loro, ma loro non sono minimamente in grado di coalizzarsi contro di lui, altrimenti sarebbe un problema risolto.
-Pensavo che tu fossi più seria delle tue colleghe. Invece sei esattamente come loro.
Per un attimo Robi pensa che lui abbia saputo dell'appartamento.
-So di Veronica- le dice con il suo solito sorriso laido. -So anche che tu l'hai accompagnata a farsi svuotare. Fa una bella coppia con Lea, madre di un figlio di padre ignoto. Anche tu hai qualche sordido segreto?
-A quanto pare questi non sono segreti- risponde Robi con calma.
Lui smette di sorridere. -Voi donne mi fate schifo- dice scandendo bene le parole. -Siete tutte delle troie. Non valete niente.
-Questa è un'opinione personale- risponde Robi senza abbassare lo sguardo.
Michele la spinge contro il muro e lei sente la sua erezione contro il fianco. -Pensi di essere tanto furba?- le sibila nell'orecchio. -Invece non lo sei affatto. Te lo dico io. Ne ho viste tante come te. Tu credi di sapere tutto, di potere dire di no, ma a me non si può dire di no. Ha capito? Io quel tuo fare da brava ragazza te lo faccio pagare caro.
Improvvisamente si sentono dei rumori provenienti dalla porta in fondo al corridoio. Robi approfitta della distrazione di Michele per tiragli una ginocchiata all'inguine, quindi si dirige rapidamente verso l'uscita.
Robi esce dal centro commerciale verso le cinque. Dopo aver passato mezz'ora nel bagno al primo piano a recuperare un po' di calma, anche se le tremano ancora un po' le mani.
Ogni giorno calcola il tempo che le serve per arrivare a casa e ogni volta le sembra di non arrivare mai. Oggi il viaggio è quasi eterno.
In metropolitana trova un posto e si siede. Non ha voglia di ripassare per l'esame di settimana prossima, ma qualsiasi cosa va bene pur di non pensare a ciò che è appena successo sul lavoro. Apre il libro e inizia a leggere, anche se non riesce a fissare nella mente una sola parola.
Lungo la strada si ferma a comperare qualcosa per la cena e quando finalmente arriva a casa, sbatte la porta, butta tutto per terra, si siede sul divano e si prende la testa tra la mani.
Ormai le giornate di Lorenzo girano intorno alla vita di Roberta.
Aspetta che lei sia andata a dormire per rispolverare qualche vecchio sito di filmati porno, che gli servono al mero scopo di scaricare la tensione. Perché per quanto seguire Roberta lo appassioni sempre di più, e lei sia davvero una persona interessante – o almeno così gli sembra di capire per quel poco che la conosce – non gli basta per arrivare all'orgasmo.
Qualche volta fa così tardi da essere ancora sveglio alle cinque e mezza, quanto Roberta si alza, va in bagno, fa colazione ed esce di casa. Allora va a dormire e si sveglia più o meno quando lei torna dal lavoro.
In un certo senso le sue giornate hanno assunto un ritmo rassicurante, e a Lorenzo sembra di avere finalmente uno scopo.
Si siede in poltrona con la tazza di tè in mano e dà un'occhiata all'Harbor Scene, tanto per non perdere le buone, vecchie abitudini.
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Visioni private
Ficción GeneralLorenzo è ossessionato dalla pornografia, ma è deluso dalla scarsa qualità e dalla evidente artificiosità dei film porno; decide così di organizzare uno spettacolo privato: acquista un appartamento, lo attrezza con un sofisticato sistema di video-so...