capitolo nove

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alberto mi sveglia alzando la musica a cento.
mi alzo dal letto e corro nel suo studio, pronta a sgridarlo.
appena apro la porta però mi blocco.
"ciao bea" dice marco salutandomi con la mano. lo stesso fanno alessio e arianna.
sì, arianna è di fronte a me.
senza salutare corro in camera e nascondo il mio diario. non vorrei che leggesse tutto quello che ho scritto su di lei.
qualcuno bussa alla porta: è marco: entra in camera sorridendo, come se gli avessi dato il permesso.
"ciao bambola, come stai? bella stanza"
"grazie marco, sto bene. che ci fate qui?"
"proviamo qualcosa. perché corri via?"
"dovevo nascondere una cosa"
"cosa?"
in quel momento qualcuno bussa alla porta, nonostante sia aperta.
"ciaoo" dice arianna. con lei c'è alessio che a differenza sua entra saltellando.
"bea, avete le birre?"
"sì ale, sono in frigo".
sfreccia via ad una velocità assurda, mentre io e marco scoppiamo a ridere.
arianna invece sta sorridendo.
le faccio segno di entrare. mi accorgo che ha le converse e qualcosa dentro di me si placa. ora sono decisamente più tranquilla.
si avvicina e mi saluta scombussolandomi i capelli.
"come va?"
"è ok, a te?"
"sto bene, più o meno".
marco sta toccando i miei oggetti che sono sulla scrivania.
"posso aprire questo cassetto?"
spalanco gli occhi e urlo "no".
"hai nascosto qui il tuo diario segreto?" chiede lui scherzando.
"ma di cosa parli?" chiedo, sperando che non apra il cassetto e lo ritrovi davvero.
è esattamente quello che fa.
"tenete la birretta". alessio entra allegro con quattro lattine di birra. ce le offre e sorride.
nel frattempo mi rigiro verso marco. ha gli occhi spalancati e il mio diario in mano.
"non lo hai letto"
"ops". lo rimette dentro e si butta sul letto.
"marco, ma sei scemo!"
"non lo dico a nessuno, dai"
ari e ale ci guardano confusi.
"cosa c'era scritto?" domanda la ragazza alzando un sopracciglio.
"niente" urla marco ridendo.
mi fa l'occhiolino e si leva le scarpe.
"la prossima volta lo nascondo meglio"
"non ti fidi di me?"
lo fulmino con lo sguardo per farlo stare zitto.
alessio nel frattempo prova ad avvicinarsi al cassetto, ma lo blocco in tempo.
"ti ammazzo"
"oh, scusami capo". anche lui si leva le scarpe e si butta sul letto.
io e arianna rimaniamo in piedi a guardarli mentre bevono le loro birre felici e contenti.
"è così top secret?" mi domanda mentre i due sono troppo occupati a ridere per un video su instagram.
"sì" ammetto
"sai che prima o poi lo leggerò?"
"per carità" dico sbattendomi una mano sulla fronte.
la vedo ridere e la cosa mi rallegra abbastanza.
"levati le scarpe, mettile qua".
mentre passa mi lascia un bacio sulla guancia che mi fa diventare rossa come un pomodoro. marco nel frattempo mi guarda sorridendo.
potrei ucciderlo da un momento all'altro.
"ragazzi devo uscire, vi prego di non rompetemi casa. torno per cena, ok? bea, cucini o ordini qualcosa per pranzo?" mi chiede mio zio entrando un camera.
"cucino io" dice marco facendogli la linguaccia.
"no marco, mi incendi casa"
"dai albe, non è vero smettila". mette il broncio e alza il dito medio.
"nel dubbio vi lascio la carta, a dopo".
se ne va e ci lascia soli. ma perché non mi ha avvisato?
"bene, sono solo le dieci, cosa facciamo?".
ci ritroviamo a ballare le canzoni nelle playlist di arianna saltando per tutta la sala.
sembriamo dei bambini.
arianna è bellissima. mi fa girare ovunque, non mi lascia un secondo.
vorrei tanto lasciarle un bacio veloce, ma qualcosa mi dice di stare ferma.
marco non fa altro che guardarci, anche se
prova a non farlo notare. lo odio.
ma perché ha aperto il mio fottuto diario? ma poi a me come diavolo è venuto in mente di scriverci sopra? diciotto anni, quasi diciannove.
mi squilla il telefono e mi allontano da tutti per un secondo.
il numero non ce l'ho segnato, ma rispondo comunque.
"pronto?"
"bea?"
"sì? chi è?"
"sono alessandro, ambro, come stai?"
"oddio ciao, sto bene e tu?"
"tutto bene. posso farti una domanda?"
"vai" dico.
"arianna è con te?"
"sì, perché?"
"sta bene?"
"mi sembra di sì, stiamo ballando con ale e marco. è tutto ok?"
"sì, credo"
"che succede?"
"niente tranquilla, stalle accanto. ti voglio bene, grazie tante".
chiude la chiamata e mi appende.
arianna entra in bagno: "tutto apposto?"
"sì, tu stai bene piuttosto?"
"sì, perché?"
"così". faccio spallucce e provo ad uscire dalla stanza.
lei però mi ferma.
"chi era?"
"come?"
"chi era al telefono, dico"
"ah, nessuno tranquilla".
mi guarda con una faccia da -ti prego, dimmelo- e crollo.
"ok, era ambro".
sembra risvegliarsi. spalanca gli occhi immediatamente.
"come fa ad avere il tuo numero? cosa voleva?"
"non so come faccia ad avere il mio numero, mi ha chiesto come stessi te"
"ti ha chiesto come sto io?"
"tu, sì".
abbassa lo sguardo e sussurra un "lo odio".
si siede sulla lavatrice, cosa che mi fa ridacchiare un po'. torno seria quando la vedo triste.
"che succede arianna?"
"io e jenny abbiamo chiuso".
resto a bocca aperta. "no, mi dispiace". mento.
non è vero, forse un po' mi dispiace. odio vederla così.
"che è successo? se vuoi"
"niente, lei mi riteneva troppo gelosa e non riusciva più a respirare o a vivere tranquillamente. non importa, tanto nell'ultimo periodo litigavamo e basta e lei non prova più niente per me".
"te l'ha detto?"
"già".
la abbraccio. lei non mi scansa, anzi mi stringe a sua volta.
non sta piangendo ma capisco che è distrutta.
"torniamo di là?" chiedo, provando a farla distrarre un po'.
annuisce, quindi le prendo la mano e la faccio scendere dalla lavatrice.
"gli altri lo sanno già?" le chiedo chiudendomi alle spalle la porta del bagno.
"si" risponde.
non le lascio la mano. appena entriamo in sala marco si fionda su di noi correndo.
"arianna, tutto ok?".
la sua faccia è triste, ma annuisce comunque.
"eddai rega, torniamo a ballare ve prego" chiede lei.
obbediamo e ci rimettiamo a ballare, come se non fosse successo niente.
vorrei tanto abbracciarla.
come se mi abbia letto nella mente mi cinge i fianchi da dietro. mi giro e la abbraccio meglio. dopodiché ci lasciamo trasportare dalle note di "cigarette daydreams"

bella addormentata nel bronx // arieteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora