arianna sta per cantare a bergamo.
è da ieri che non parliamo ed è da ieri che non mi guarda nemmeno in faccia.
credo sia arrabbiata perché non le ho risposto (o magari perché non le ho fatto i complimenti per il concerto, chi lo sa).
sale sul palco velocemente ed iniziano tutti ad urlare.
alberto è accanto a me e sta sorridendo alla vista di arianna, è davvero tanto affezionato a lei.
io semplicemente provo a non piangere. credo sia da bambini, devo smetterla.
finisce di cantare un'ora dopo. è esausta e alberto e gli altri chiedono a me, ambro e jenny di portarla in albergo. loro devono rimanere lì ancora un po'.
chiamiamo un taxi e non so in che modo riusciamo a salire senza farci vedere dai fan.
ambro e jenny scherzano, mentre io e arianna stiamo totalmente zitte.
io perché sono imbarazzata e lei perché desidera dormire (di fianco alla sua amata).
non ho niente contro jenny, io e lei andiamo d'accordo, anche se non parliamo spesso.
in generale non sto parlando proprio con nessuno, è già tanto che dico come sto a mio zio.
"volete una birra?" domanda ambro sorridendo come suo solito.
jenny risponde di no, arianna pure.
guardano me per avere una risposta, che naturalmente non arriva.
"bea?" chiede ambro.
scuoto la testa e gli sorrido.
"bene, allora casa"
"ma casa dove, che è un albergo di merda" sbotta arianna alzando gli occhi al cielo.
"stai calma amo" dice lui sussurrando, quasi per paura di farsi sentire.
arrivati a destinazione pago il tassista e scendiamo.
ambro e jenny corrono in bagno, mentre noi restiamo appoggiate al muro.
"perché hai pagato, non potevamo farlo noi?" chiede arianna con un tono duro e distaccato.
"è la carta di zio" dico quasi sussurrando.
arianna spalanca gli occhi e si gira a guardarmi. sicuramente non si aspettava una risposta da parte mia.
sembra tranquillizzarsi, ma poco dopo torna seria. "ok, ti do comunque i soldi dopo".
"dalli ad alberto se proprio ci tieni".
mi riguarda e sta volta ricambio lo sguardo.
"parli quindi? hai ancora l'uso della parola?"
riabbasso lo sguardo mentre provo a non cadere per colpa di uno scalino.
sembra accorgersi del mio disagio, quindi cambia totalmente modo di parlare.
"hey, mi dispiace, non volevo". mi abbraccia e mi sussurra all'orecchio: "cosa ti prende? perché sei così triste?".
esattamente in quel momento, mentre arianna mi culla con le sue braccia, mi parte la rabbia.
non so perché. la spingo, dico "non sono cazzi tuoi, spostati" e mi avvicino alla reception, aspettando che il ragazzo mi consideri.
"mi dica"
"vorrei le mie chiavi" dico incazzata. arianna intanto si avvicina lentamente a me, per vedere cosa stia facendo.
"a nome di?"
"alberto paone"
"ecco a lei, buona serata"
"sì, grazie ciao".
mi domando perché non mi abbia chiesto i documenti, ma va bene così.
mi allontano velocemente e vedo anche jenny e ambro guardarmi spaesati. ma loro da dove sono usciti?
"beatrice, ma che cazzo hai?". aumenta, anzi aumentano il passo pensando di poter calmarmi. il problema è che non ci riusciranno mai.
arrivo davanti la stanza, precisamente la 97, e uso velocemente le chiavi.
"aspetta, cosa cazzo fai? mi spieghi perché fai così?"
"non ci parli da giorni" dice ambro.
"da ieri" lo corregge jenny.
"bea, che succede?" domanda ancora arianna.
chiudo gli occhi e sbatto la porta, lasciandoli davanti alla mia camera a bocca aperta.
qualcuno bussa, ma non rispondo.
dopo qualche secondo si allontanano, intenti ad andare a dormire, giustamente.
alle due e mezzo arriva alberto. si sdraia di fianco a me e si addormenta subito. io invece non riesco a chiudere occhio. mi sento terribilmente in colpa per averla trattata così e non so come scusarmi, dato che odio farlo
ecco che mi arriva una notifica."ciao, come stai adesso?"
"ciao arianna, bene tu?"
"un po' così"
"così come?"
"non lo so. comunque, ci sarà il momento in cui mi dirai perché stai trattando tutti male? pure il tipo alla reception, porello"
sorrido all'ultimo messaggio, perché prova a sdrammatizzare in qualsiasi momento.
"non so se arriverà in realtà ahahah. non importa, non è nulla di serio, sto solo un po' arrabbiata col mondo"
"un po', bea? madonna, ti stavo abbracciando, pensavo fosse un gesto dolce, ma mi hai letteralmente spinto. mi sono pure fatta male, mannaggia a te"
"scusa non volevo, davvero".
"non ti preoccupare. piuttosto, vedi di sfogarti con qualcuno, che so alberto, ambro, la bionda, CON ME!! ti farà bene, ti dico solo questo. se non lo fai ne parlo con tuo zio"
"minacci?"
"sì ;)" dopo questa risposta me la immagino sorridere. non so perché, ma sembra che io la conosca da anni. il punto è che non la conosco proprio.
"ovviamente gli dico che non stai bene, non che mi hai spinto al muro e mi hai quasi rotto la schiena:)))))))"
"non mi far sentire in colpa"
"oh no, era proprio quello il mio intento:0. comunque niente, vado a dormire che ho sonno. domani sei pure tu a roma vero?"
"dove vuoi che sia, ariete??:-|"
"dai! cosa ne so io, chiedevo. non chiamarmi ariete. allora domani io e te andiamo a berci una bella granita in un posto carino. ambro parte per anzio, jenny va a milano e quindi saremo sole, posso tradirla se vuoi (mi ha appena tirato un calcio, per la cronaca)."
lei ci scherza ma non sarebbe mica una cattiva idea. ovviamente scherzo anche io, non riuscirei a fare un torto alla bionda.
"ahahah, okk, se proprio ci tieni".il telefono inizia a squillare. chissà chi sarà. perché proprio lei?
"non avevo voglia di scrivere" ammette ridendo.
sento jenny sussurrare qualcosa, tipo -che scema che sei-. subito dopo probabilmente si baciano.
rido anche io, per finta.
"perdi le parole anche in chiamata?"
"no ariete"
"ma la smetti?" quasi urla.
"stai zitta arianna, svegli mezzo hotel" dice jenny tirandole uno schiaffo non so dove.
"quindi domani usciamo?"
"sì ariete".
ridacchia e sbuffa.
"va bene, ho capito, vuoi che chiami ambro e che ti porti ad anzio con lui"
"sai che non sarebbe male come idea?!" dico scherzando. conoscendomi non avrei palesemente voglia di prendere un treno domani, data la mia stanchezza.
non vedo l'ora di sdraiarmi sul mio letto.
"sì sì, certo. stronza. che dovevo dire, mi fai dimenticare gli argomenti"
"il motorino" dice jenny.
"ah sì, domani danny mi riporta il motorino quindi, se non hai paura dei motorini, volevo portarti a fare la spesa. io lo chiamo sfruttamento".
"la spesa?"
"sì, devi darmi una mano".
"e non può portarci mio zio in macchina?".
sta in silenzio per qualche secondo, per poi rivivere.
"ok, sì, credo sia meglio così. vado a letto, sto morendo dal sonno. a domani"
"ciao ragazze"
"ritenta, credo che sarai più fortunata" dice.
"eh?"
"cos'è ciao ragazze?"
"buonanotte bellezze, a domani"
"dammi la buonanotte per bene"
"buonanotte arianna"
"buonanotte beatrice".
dopodiché chiudiamo la telefonata, non so chi lo abbia fatto per prima.
"santo dio, sei proprio sottona" dice mio zio.
salto in aria, non mi aspettavo che fosse sveglio.
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bella addormentata nel bronx // ariete
Hayran Kurguarianna sta per iniziare il suo primo tour. qualche giorno prima della partenza, però, conoscerà la nipote di alberto, il suo manager e batterista fidato. cambierà tutto nella sua vita, in modo positivo e non.