capitolo otto

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sono indecisa: non so se andare a parlarle o stare qui sul divano a farmi gli affari miei.
non voglio essere un accollo, ma non voglio nemmeno che ce l'abbia con me, volevo solo aiutarla.
decido di tentare a parlarle. vado in cucina e la vedo seduta sul tavolo. dondola le gambe e si guarda le scarpe.
appena si accorge della mia presenza si gira dalla parte opposta, come se non mi volesse vedere.
"mi dispiace" dico sussurrando. a quel punto mi guarda infastidita. "non ora, vai via".
ci rimango di nuovo male, ma sta volta ho veramente intenzione di andarmene.
vado in camera, mi sdraio e provo ad addormentarmi. dopo poco infatti cado nel mondo dei sogni.
"cado nei tuoi occhi, cazzo non volevo".
mi sveglio sentendo una voce. arianna è seduta per terra a gambe incrociate, con la chitarra in mano.
sta suonando mille guerre.
"ti ho svegliata?"
richiudo gli occhi e evito di risponderle.
non ricevendo una risposta rinizia a suonare.
questa volta cambia brano e canticchia amianto. amo quella canzone, mi fa sempre piangere.
"arianna" dico con tono arrabbiato.
"che c'è?"
"mi hai mandato via tu, non potevi suonare in cucina?"
"no" risponde diretta.
ricambia brano. pillole.
"lo fai apposta?" domando. sto iniziando a perdere la pazienza.
la vedo ghignare e decido di alzarmi.
mi allontano e vado in bagno, cercando di non risponderle male.
appena apro la porta per uscire me la ritrovo davanti.
"non posso nemmeno andare in bagno tranquillamente?"
scuote la testa e sorride, spingendomi fuori subito dopo.
"devo andarci io".
resto immobile davanti alla porta che mi è stata appena sbattuta in faccia.
il karma?
in quel momento sento il portone di casa spalancarsi.
"ama, sono tornato un po' in anticipo".
ambro e io restiamo immobili appena ci vediamo.
"bea, ciao! che ci fai qui?"
"dormivo, tu?"
"ci abito" dice ridendo.
"ah".
arianna apre la porta del bagno e si immobilizza davanti a noi.
"ciao amore, perché sei già qui?"
"boh, non avevo voglia". la sua voce è confusa, ci osserva entrambe e non si muove dall'entrata.
"io me ne stavo giusto per andare" ammetto guardando entrambi.
"no, perché?" mi chiede arianna, confusa quanto ambro.
"ho un impegno" mento.
vado in camera, mi metto le scarpe e prendo le mie cose, pronta ad andarmene.
ambro mi saluta dicendomi di dover andare a fare una doccia.
ari invece mi accompagna alla porta e aspetta che dica qualcosa.
"grazie per il letto" dico solo, tentando di scappare.
"aspetta".
mi blocca tenendomi un braccio e costringendomi a girarmi.
resta due secondi in silenzio, guardandosi le scarpe.
"io devo andare, ti dai una mossa?"
"mi dispiace per prima".
faccio spallucce e la lascio lì, dopo averle strinto la mano.
arrivo a casa dopo pochi minuti. lì mio zio mi aspetta sdraiato sul divano.
"eccoti, com'è andata?"
"bene"
corro in camera senza dirgli altro e mi chiudo a chiave.
prendo il libro che sto leggendo e inizio a sfogliare le pagine, senza in realtà leggerne mezza.
non so cosa mi prende, sto andando in crisi. ho bisogno di qualcosa che mi tiri su il morale, riesco a pensare solo ad una cosa.
rifletto qualche secondo ma evito in tutti i modi il pensiero.
vado un cucina e apro il frigo. lì trovo due bottiglie di vino e qualche lattina di birra.
so bene che reggo l'alcool, forse un po' troppo dato che quando facevo serata con i miei amici mi ritrovavo a fare da baby-sitter tutti.
decido quindi di prendermi solo una lattina, tanto per bere qualcosa di rinfrescante e semplice.
non voglio di certo ubriacarmi.
appena rientro nella mia stanza inizio a guardarmi intorno spaesata.
vedo il mio vecchio diario sulla scrivania e decido ci prenderlo.
lì raccontavo come mi sentissi ogni giorno. le ultime cose risalgono a due anni fa e mi fa strano leggere tutte le cose che scrivevo a quei tempi. ero strana.
prendo una penna, segno la data 19/06/21 e inizio a buttare giù qualcosa.
"odio essere dolce, non lo sono mai stata ed è imbarazzante.
nonostante questo volevo raccontare cosa mi è successo.
mi preparo al cringe.
ho conosciuto una ragazza. è bellissima, ha i capelli corti quasi fino alle spalle, castani, mossi. anche i suoi occhi sono castani ma riesco a perdermici dentro comunque. sono bellissimi e il mascara che usa migliora il tutto. è bassa, ma è poco più alta di me. amo il suo stile. i suoi vestiti oversize la rendono magnifica. mi piacciono un sacco le sue camicie e quasi quasi un giorno le chiedo di prestarmene una.
arriviamo alle scarpe. il suo comportamento, secondo me, è determinato dalle scarpe che indossa. quando indossa le nike bianche, quelle che ho anche io, è dolce ma non troppo. insomma, è possibile che ti risponda male ma le probabilità sono basse. quando indossa le converse, quelle di cui sono perdutamente innamorata, è dolcissima. veramente, cerca affetto in ogni momento. quando ha le jordan invece è una vera stronza. mi risponde male, mi guarda altrettanto male e non vuole essere toccata. ne ha altre ma purtroppo non sono riuscita ancora a vedergliele addosso. ne ha tantissime, a casa sua ha tre scatoloni pieni di scarpe. probabilmente non indossa nemmeno la metà di quelle, ma va bene lo stesso.
le sue labbra sono sottilissime. amo guardargliele, anche se poi faccio la figura della scema perché mi scopre. vorrei baciarla, a volte, ma poi mi ricordo che è fidanzata e potrebbe finire ad odiarmi, quindi evito.
ha una voce assurda. è così liscia, pulita, posso definirla così? mi culla ogni volta. ammetto che mi ha svegliata bene prima, cantando mille guerre, amianto e pillole.
le sue canzoni poi... mi fanno piangere ogni volta.
le ho promesso di andare ad ogni suo concerto. ho intenzione di mantenere la promessa, nonostante io non sappia per niente cosa potrà succedere da un giorno all'altro.
anzi no, ho deciso. anche se dovessimo litigare o se dovessimo odiarci a morte sarò lì presente. voglio che si ricordi che sono una persona seria. io non la conosco per niente, ma sembra che la conosca da una vita. riesco a capire quando qualcosa non va, capisco a cosa pensa, capisco cosa prova. è strano, lei pensa che non sappia niente di lei, eppure so trattarla nel modo giusto.
amo abbracciarla. quando lo faccio il suo profumo mi avvolge, insieme alle sue braccia. ho paura di star iniziando a provare qualcosa, ma proverò a non innamorarmi. innamorami lo dico tanto per dire, è un parolone, ma non so che termine usare.
ringrazio comunque mio zio. grazie a lui non la avrei mai conosciuta.
soprattutto ringrazio lei, la ragazza che mi ha conquistato il cuore nel giro di pochi giorni. grazie Arianna."

bella addormentata nel bronx // arieteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora