capitolo ventisette

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la sveglia suona presto.
abbiamo dormito abbracciate nonostante il caldo e ora puzziamo entrambe.
facciamo una doccia veloce, ognuna per conto proprio.
non stiamo parlando troppo, ma continuiamo a mandarci occhiate dolci e sorrisi, probabilmente sa che ho veramente tanta paura per oggi.
usciamo dalla stanza e troviamo alberto sorridente.
"buongiorno bambole, dormito bene? avete dormito?"
io e lei ci guardiamo uno sguardo e ci capiamo.
"abbiamo dormito" dico spingendolo un po'.
"dai andiamo, sennò non arriviamo più a roma e prendete il treno tardi".

il viaggio dura cinque ore. abbiamo dormito tutto il tempo. mi preoccupa che non parliamo da stamani, ma non dico nulla.
alberto ci lascia in stazione e ci da i soldi per prendere i biglietti.
quando ci sediamo sul treno provo a dormire, ma mi picchietta la gamba con un dito, in modo da attirare la mia attenzione.
"ciaoo, hai la voce?"
"ciao" rispondo sorridendo.
"mi ricorda molto gli inizi" ammette.
"anche a me"
"che poi perché non parlavi non l'ho ancora capito"
"stavo diventando sottona e odiavo quelle sensazioni, non volevo. non sapevo come scappare" rispondo grattandomi la nuca.
"stronza, non mi volevi?"
annuisco e la bacio.
"comunque, sei pronta? hai ansia?"
"ho tantissima ansia" ammetto. "ma ci vengono a prendere alla stazione?"
"sì!"
"oh cazzo, arianna ti uccido"
"dai, ma sono bravi"
"non ne dubito, però potrei avere un attacco di panico da un momento all'altro".
non so gestire le situazioni nuove, quindi spesso cado nell'ansia. ovviamente non sto per avere un attacco di panico veramente.
"dormi, dai".
"no, poi quando li conosco sono rincoglionita"
"piacerai tanto a mio fratello" dice sorridendo.
la bacio e mi appoggio alla sua spalla.
"sei bellissima" sussurra.
"te di più"
"odio tutta questa dolcezza"
"è colpa tua" rispondo
"mia?"
"tua"
"ma cosa vuoi?".
scoppiamo a ridere e ci riempiamo di baci, strano, non lo facciamo mai...
due persone di una certa età ci stanno guardando male, quindi mi fa salire sulle sue gambe per farli impazzire.
da un bacio semplice si trasforma in qualcosa di più eccessivo.
l'eccitazione dentro di me cresce, un po' tanto.
continua a sussurrarmi all'orecchio frasi come: "ci stanno guardando"
"bea si stanno alzando"
"sono andati via".
ma non sento nulla, l'unica cosa che percepisco è il suo profumo.
"bea".
scendo dalle sue gambe e mi risiedo al mio posto, quel bacio mi ha stancato.
"che bastardi" dice arrabbiata.
io mi limito a prenderle la mano e a chiudere gli occhi. lo stesso fa lei.

qualcuno ci sveglia e ci fa spaventare.
"scusate, siamo arrivati ad anzio".
quel qualcuno è un controllore.
lo ringraziamo e scendiamo dal treno mano nella mano, mezze addormentate.
sentiamo qualcuno urlare "arianna". quest'ultima corre ad abbracciare suo fratello che non vede da un sacco.
dopodiché abbraccia i suoi.
io nel frattempo guardo la scena imbarazzata, non so cosa dire.
"questa è la famosa beatrice".
mi salutano con un caloroso abbraccio. non mi aspettavo tutto questo affetto, sono così dolci.
"ragazze, ho prenotato un ristorante sul mare, vi va bene vero?".
entrambe rispondiamo positivamente, non abbiamo mangiato nulla e stiamo morendo di fame.

la sua famiglia è davvero magnifica, siamo entrati subito in confidenza.
"allora bea, ari ci ha parlato del tuo passato in clinica"
"mamma"
"eh sì" rispondo forzando un sorriso.
"ora come stai?" chiede il padre.
"ora sto molto bene" ammetto.
"menomale dai".
dopo questo episodio ci mettiamo a parlare del tour di arianna.
"te vai a tutti i suoi concerti?"
"sì" rispondo semplicemente.
"prestami la voglia che hai tu per girare tutta italia solo per lei" dice la madre ridacchiando.
"mi piace, poi gliel'ho promesso, sono una persona seria".
"si vede" risponde il padre. inizialmente pensavo fosse a tono ironico, poi però dice "mi piaci" e mi fa tornare tranquilla.
"sì, arianna te la sei scelta bene stavolta".
arianna scoppia a ridere e mi guarda: "oh, stavolta è la volta giusta".
"se ti fai scappare anche lei finisci male, una che dopo tanto mi piace" dice il padre fissandoci.
gianmarco mangia cercando di non assistere a questa scena imbarazzante, mentre io e ari vorremmo sotterrarci da un momento all'altro.
usciamo dal ristorante alle cinque e ci mettiamo in spiaggia.
io, gianmarco e arianna camminiamo, mentre i due restano seduti.
"allora gian, come stai?"
"bene" risponde lui sorridendo.
"la fidanzata?"
"sta bene".
sembra molto chiuso, ma dopo un po' iniziamo a parlare tranquillamente.
dopo un'oretta decidiamo di andarcene, quindi andiamo a salutare i suoi genitori.
"andrea dovrebbe passarci a prendere tra poco. andiamo a casa di gio e mangiamo".
annuisco e iniziamo a baciarci per la noia.
quando andrea ci suona ci stacchiamo, mentre lui se la ride in macchina.
"se dovete scopare fatelo a casa, non sul marciapiede eh".
la ragazza lo manda a fanculo e apre lo sportello per farmi sedere dietro. lei si mette di fianco a me, pensavo che sarebbe andata davanti.
"aooo, come state?"
"bene" rispondiamo all'unisono.
"piacere, sono andrea, non ti do la mano perché sto guidando, è una strada di merda, non vorrei che moriste qui".
mi fa morire.
"piacere, sono bea".
"oh, lo so, mi parla sempre e solo di te sta qua. ma scopate?"
"andrea? vuoi morire giovane?"
"ma che giovane, sono vecchio. diciannove anni".
parliamo del più e del meno in macchina. a parole sue giorgio abita in mezzo ai lupi, in culo al mondo, ed effettivamente è così.
quando arriviamo mi presento a quest'ultimo e ordiniamo un bel kebab, mentre fumiamo sul balcone ascoltando la musica di arianna.

bella addormentata nel bronx // arieteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora