XXIII

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Erano passati un paio di giorni dalla chiacchierata con Christian ed Enea era sempre più confuso.

Aveva chiesto un consiglio ai suoi due fidanzati ma non erano stati di grande aiuto...è per questo che adesso era seduto sulla poltrona in salotto guardando i suoi genitori negli occhi cercando di farsi dare un parere che non includesse una fine violenta per il suo migliore amico.

Mentre spiegava tutto l'accaduto ai genitori vide le loro espressioni evolversi: Thomas era un misto tra l'arrabbiato, il dispiaciuto e il preoccupato; il kitten si sentiva terribilmente triste ed affranto mentre Mirko era una maschera di ira.

-Io lo uccido- disse ringhiando l'alpha castano alzandosi in piedi e avviandosi verso la porta.

 -Papà...- disse in tono esasperato Enea prolungando la "a" finale e guardando Lorenzo in modo che lo fermasse.

Sapeva che l'unico che poteva convincere il maggiore a fermarsi e a ragionare era il kitten che prontamente si girò verso il compagno allungandosi per prendergli un lembo della maglietta che indossava per poi tirarla leggermente.

Mirko si girò verso di lui esclamando un "Cosa?! Non è colpa mia se il suo migliore amico è uno stronzo!".

- Lo so ma comunque andare ad ucciderlo non è la soluzione!- disse esasperato Lorenzo tirando ancora la maglietta del compagno che, però , continuò a stare in piedi e fermo nella sua posizione.

-Non lo ucciderò! Gli farò solo un pochino male... niente di esagerato!- 

-E se invece ne parlassimo prima noi quattro in modo civile?! Sai non penso che mandare all'ospedale il migliore amico di nostro figlio gli risollevi l'animo e lo faccia sentire meglio!- rispose il kitten in modo sarcastico tirando leggermente più forte la maglietta incitando l'alpha a sedersi.

Mirko roteò gli occhi al cielo per poi riprendere posto sul divano insieme ai suoi due compagni continuando a borbottare parole senza senso.

- Ascolta Enea... se effettivamente lui è innamorato di te allora è possibile che quello che ti ha detto questo Christian sia la verità... quando sei prede delle emozioni molte volte non riesci a controllarle e ti ritrovi a dire e a fare cose che in realtà non vorresti; sai che sono sbagliate ma è come se non riuscissi a fermarti... io non ti sto dicendo di perdonarlo seduta stante ma solo di pensarci...- disse Thomas dopo un attimo di silenzio prendendo una delle mani del figlio.

-Già anche secondo me... dovreste parlarvi e chiarire la situazione anche se è difficile... credo che sia davvero dispiaciuto.

Magari non ritornerete subito amici come prima; ma secondo me vale la pena ascoltare anche la sua visione dei fatti- continuò Lorenzo con un sorriso rassicurante in volto che contagiò anche il piccolo omega seduto sulla poltrona.

Dopo attimi di silenzio tutti e tre si girarono verso Mirko che non aveva ancora fiatato e lo videro con le braccia incrociate e il volto incassato nelle spalle.

-Io resto fermo sulla mia idea- borbottò beccandosi uno scappellotto da parte del fratello che lo fece gemere di dolore e massaggiarsi la parte appena colpita.

-Auch... ma perché diavolo mi hai colpito?!-

-Così impari e magari smuovo qualcosa in quel cervello lì... anche se penso che abbia fatto i bagagli per andare in Messico!- gli rispose il biondo scatenando una piccola risata generale.

-Si anche io la penso così... insomma non fraintendere... vorrei ancora spaccargli qualche costola ma se effettivamente già la sera stessa è venuto qui per scusarsi... forse è davvero pentito- disse infine Mirko guardando suo figlio.

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