•CAPITOLO 16

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Liam
Manhattan, New York
4 Dicembre, 05:57

Non si era minimamente mosso dal letto.

Era rimasto a letto tutto il giorno per quattro giorni.

Non si alzava.

Non mangiava.

Non beveva.

Non andava in bagno.

Non dormiva.

Rimaneva lì, sdraiato nel letto.

Erano stati i quattro giorni più lunghi e angoscianti della sua vita.

Il tempo sembrava essersi fermato.

Era fermo.

Non rischiare di pensare.

Aveva interrotto la sua vita.

Aveva smesso di vivere le sue giornate.

Non ci provava nemmeno ad alzarsi.

Non ne aveva la forza.

La voglia.

Non aveva un motivo.

Non aveva senso affrontare una giornata.

Non aveva alcun motivo per farlo.

Era solista.

In una casa enorme.

Una casa che un tempo era la loro.

Una casa in cui aveva amato.

In cui aveva vissuto.

In cui aveva trovato la felicità.

In cui aveva trovato sicurezza.

In cui aveva trovato libertà.

E ora non lo era più.

Ora era solo una casa.

Non era più la loro casa .

Era solo una casa.

Una qualsiasi.

Una spoglia.

Una senza amore.

Senza vita.

Senza felicità.

Senza sicurezza.

Senza libertà.

Era rinchiuso in quelle mura.

Si intrappolato.

Si stretto in quello spazio.

Si morirà.

Sperava di morire.

Non aveva senso andare avanti.

Non più.

Non aveva motivi.

Era solista.

Era solo in una casa qualsiasi.

Era solo in una casa che non lo faceva sentire a casa.

Era in un labirinto.

Un labirinto di emozioni contrastanti.

Paura.

Tristezza.

Preoccupazione.

Ansia.

Malinconia.

Ma allo stesso tempo era sollevatore.

Tranquillo.

Ti amo per vivere |LS|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora