•CAPITOLO 5

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Liam
Manhattan, New York
09 novembre 2018

Il senso di colpa lo stava assalendo.

Il suo cuore si spezzava ad ogni parola pronunciata.

Si sentiva come morire.

Come se tutte le sue certezze stessero crollando in pochi minuti.

Come se una forza ostile gli stesse stritolando lo stomaco.

Come se qualcuno lo stesse affogando.

Vedeva tutto sfocato.

Aveva le lacrime agli occhi.

Il labbro tremava.

L'unica cosa che riusciva a tenerlo in piedi era Zayn.

Zayn

Era di fianco a lui.

Gli occhi vuoti.

Il petto ad alzarsi ed abbassarsi fin troppo velocemente.

Le mani a stringere il tessuto del cuscino tra le sue mani.

Avrebbe tanto voluto aiutarlo a calmare il suo attacco d'ira che sapeva starsi presentando attraverso i soliti sintomi.

Avrebbe tanto voluto avvicinarsi, stringerlo a lui e sussurrargli di stare calmo, che andava tutto bene, di respirare.

Avrebbe tanto voluto avere la forza per farlo.

<<Ragazzi, vi prego, potete dire qualcosa?>> sussurrò senza fiato Olivia guardandoli con occhi disperati in cerca di risposte.

Aveva finito di parlare e non se ne era nemmeno accorto.

Era bloccato.

Si sentiva così in colpa.

Così fottutamente in colpa.

Lui era entrato in quella stanza pochi minuti dopo l'atrocità che la sua migliore amica aveva subito.

L'aveva guardata negli occhi, avevano scherzato, le aveva sorriso, non se ne era accorto minimamente, non aveva indagato di più, era stato talmente stupido non accorgersene.

<<Ragazzi>>li richiamò ancora Louis indicando con un cenno della testa la bionda per spronarli a parlare.

<<I-io s-scusate>> balbettò Liam alzandosi dal divano e dirigendosi al piano di sopra, verso il bagno.

Sentiva il suo stomaco bruciare, il sapore del vomito in gola, un urlo trattenuto lo stava soffocando.

Aprì la porta per poi sbatterla con forza, si avvicinò al water e buttò tutto fuori.

Tutto.

Era così dannatamente confuso.

Si sentiva così vuoto, insignificante, schiacciato da un peso invisibile.

Una mano iniziò ad accarezzargli la schiena, la sua mano.

Si sentì già meglio.

Come se una parte delle sue frustrazioni venissero tolte da quel tocco così delicato, così familiare.

<<Lee>>sussurrò il moro tirandogli indietro i capelli.

<<Z-zayn>>biascicò prima di tornare a vomitare.

<<Shh...amore>>sussurrò Zayn<<Stai tranquillo...respira...respira va tutto bene>>la sua voce delicata gli arrivava dritta all'orecchio<<Non piangere Lee, non piangere, sono qui>> sentì Zayn avvicinarsi maggiormente a lui sedendosi a gambe incrociate alla sua destra.

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