Capitolo tredici

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"Alice" vengo chiamata dal salotto di casa.

Lo sguardo di Luca scatta all'istante nel mio mentre sento i passi di Chiara nel corridoio, come un fulmine mi alzo dal letto rivestendomi, quando il viso della mia amica sbuca dalla soglia della porta si crea un'atmosfera di totale imbarazzo, la vedo sbiancare in viso.

"Ho interrotto qualcosa?" Chiede con un'espressione mista fra la confusione e il disagio.

"No." Rispondiamo all'unisono, mi ritrovo ad alzare gli occhi al cielo e posso sentire la voce interiore di Chiara gridare 'Sgamata'. Luca al mio fianco si passa una mano fra i capelli, poi mi rivolge il suo sguardo, posso sentirmi arrossire come una ragazzina sotto ai loro occhi.

"Forse è meglio che vada." Annuisco senza proferire parola. "Ti chiamo dopo." A questa affermazione sento il mio cuore accelerare i battiti.

"Certo." Sussurro, non lasciare che sia solo un'affermazione, fallo, vorrei aggiungere, ma taccio mentre lui, lasciandomi un ultimo sguardo con tanto di sorriso, saluta Chiara e oltrepassa la porta.

Nello sguardo della mia amica leggo ancora sorpresa, ha uno strano luccichio, come se fosse felice di quello che ha appena visto.

"Io..."

"Non dire una parola." La interrompo subito, ma mi rendo conto di essere stata troppo aggressiva. "Per favore." Aggiungo con tono supplichevole. "Non chiedermi cos'è appena successo, perché non lo so neanche io." Chiara trattiene a stento una risata.

"Posso soltanto dire che sono davvero tanto felice per te? Ti meriti un po' di serenità e se state intraprendendo quella strada, ne sono davvero tanto..." la vedo avvicinarsi e prendermi le mani. "Ma tanto felice. È stato uno stronzo sì, ma ti ama davvero." Mi stringe in un caldo abbraccio e mi lascio cullare, sospirando la stringo a me.

"Grazie..." La guardo negli occhi. "Grazie per essere sempre qui ad appoggiarmi."

"Lo farò sempre." Poi mi abbraccia di nuovo.

🔹️🔹️🔹️

Una forte luce mi costringe ad aprire gli occhi, mi ritrovo a sbuffare, perché dimentico sempre di chiudere le tende?
Mi lascio scappare uno sbadiglio mentre stendo i miei muscoli.

La casa è in totale silenzio, quando mi alzo dal letto raggiungendo il salotto capisco di essere sola.

La prima cosa che faccio è aprire il frigorifero e versarmi del latte, vengo interrotta dal telefono che squilla, sul display leggo il nome di Luca e sento immediatamente un vuoto allo stomaco.

"Ehi" Rispondo dopo vari squilli.

"Ehi." Mi dice di rimando. "So che avrei dovuto chiamarti ieri, ma è stata una giornata incasinata." Il fatto che si stia giustificando mi sorprende e non riesco a reprimere il sorriso che mi spunta sulle labbra.

"Nessun problema." Riesco soltanto a dire. Lo sento sospirare e posso immaginarmelo passarsi una mano fra i capelli con un'espressione dispiaciuta.

"Sai stavo pensando che magari questa sera potremmo andare a cena insieme, posso chiamare e prenotare per le 8 se per te va bene, o le 7 come preferisci." Sorrido ancora mentre lui continua a propormi orari per questa sera, potrei giurare di sentirlo nervoso.

"Alle 7 va bene." Presso le labbra imponendomi di non dire altro.

"Alle 7." Lo sento dire con voce sollevata. "Certo, perfetto. Allora passo a prenderti."

"Si." Dico flebile e poi sorrido ancora come una ragazzina, mentre la mia vocina interiore continua a chiedermi se è la cosa giusta da fare, ma per questa volta lascio decidere il mio cuore.

Quando chiudiamo la chiamata resto qualche secondo interdetta, con il telefono fra le mani e lo sguardo su di esso, dovevamo andare d'accordo solo per il bambino, dovevamo avere un semplice rapporto sereno e forte solo per il bambino, ma tutto questo è... totalmente diverso, stiamo forse cercando di ricominciare? Stiamo provando a ricostruire la nostra relazione... Quella fastidiosissima vocina continua a ricordarmi tutto il male che c'è stato, Luca nel camerino con una ragazza, i litigi e poi scoprire che faceva uso di droghe pesanti.

Forse sono stata una codarda a scappare via, come quando pensavo che il ciclo fosse solo in un normalissimo ritardo e mi imponevo di non comprare un test, avevo paura di scoprire che non era soltanto un ritardo e con Luca, temevo soltanto di non essere in grando di tirarlo fuori da tutta quella merda.

Non era facile vivere con una persona così famosa, era costantemente circondato da donne, belle... bellissime donne, eppure lì con lui non mi aveva mai lontanamente sfiorato il pensiero che potesse tradirmi, forse perché avevamo superato così tanti ostacoli da essere certa che non avrebbe mai buttato tutto all'aria per l'avventura di una notte.

Non pensare al passato. Mi dico e continuo a ripetermelo, questo è il presente ed ora devo solo trovare qualcosa di carino da indossare per la serata.

Tutti i giorni // CAPO PLAZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora